Nuovo titolo, nuova vita. my brand new blog, dopo un anno di erasmus a rennes la mia vita ricomincia da qui. dalle scarpe, una passione ereditata da mia nonna, e dai piedi, il contatto più semplice e genuino per sentire il mondo. e viverlo.
dimanche, décembre 23, 2007
I wish you all a...very Mary Christmas!
http://www.elfyourself.com/?id=1667377731
Se le nostre carriere lavorative dovessero non andare come vorremmo...avremmo sempre una possibilità di essere prese a lavorare con Babbo Natale (o FRAtale anche, perchè no).
Siamo degli elfi magistrali, giudicate voi stessi!
mercredi, décembre 19, 2007
Se non è Babbo Natale...è Babbo FRAtale!
Sgomenti, i presenti hanno voluto immortalare la scena, sperando di poterla vendere a caro prezzo al miglior offerente su piazza.
Segue documentazione fotografica dell'eccezionale apparizione.
dimanche, décembre 16, 2007
Come mangiare un mandarino può diventare un felice momento di aggregazione a tavola. con finale a sorpresa!
Una volta effettuata questa difficilissima operazione chirurgica, prendersi una piccola pausa, rilassarsi e mangiare il mandarino in questione (da qui l'importanza di non smaciullare il frutto).
Una volta ristabilitisi, riempire la metà del mandarino di olio d'oliva, lasciando fuori qualche millimetro di stoppino e incidere l'altra semi-sfera nella parte centrale per lasciare uno sfiato, dando sfogo al proprio estro artistico.
Dulcis in fundo, accendere lo stoppino...e spegnere le luci.
(un grazie mai abbastanza grande a I, per avermi illuminato la cena di compleanno. I, il mandarino dritto...l'ho fatto io!)
vendredi, décembre 14, 2007
quelle journée! che giornata! what a day!
E la giornata lavorativa di oggi ne è la prova: si apre una ricerca per un lavoro per il periodo natalizio, bisogna trovare un paio di persone che inizino già la settimana prossima, quindi cercarle, trovarle, mandarle a colloquio, aspettare il responso, richiamarle e farle venire a firmare il contratto. tutto d'un fiato.
Stamattina stessa viene un ragazzo, D, che desta l'attenzione di M, e lei pensa di proporlo per questo lavoro; io dal canto mio ho R, il mio favorito da quando lo conosco, e penso di poporre anche lui, tra gli altri, cinque o sei persone in tutto.
A metà pomeriggio arriva LA telefonata.
ne hanno presi due. chi?
loro due, loro due, loro due!
Io corro da M e la abbraccio, la vita è strana, è bella! e noi siamo sicure che sia il destino a farci ritrovare tutti e quattro a fine giornata.
avevamo parlato, io e M, giusto nei giorni prima delle "coincidenze" della vita, di quando per esempio impari un termine nuovo (come "fare melina") che non hai mai mai mai sentito in tutta la tua vita, e poi il giorno dopo -il giorno dopo nell'arco di una vita!- lo trovi in un libro che leggi in treno.
C'è qualcosa scritto nelle stelle.
jeudi, décembre 13, 2007
Santa Lucia
perciò la sua tremenda vendetta è stata venire da me e lasciare sulla mia scrivania dei regali per i miei genitori e addirittura per i miei nonni. niente per me che sono stata tanto brava quest'anno, se non un happy hippo, che mi sono mangiata di corsissima prima che qualcuno me lo portasse via.
Avevo 10 anni stamattina quando mi sono svegliata, ero ancora assonnata e intorpidita dal mal di testa ma ero felice, perchè io adoro Santa Lucia.
Quando ero più piccina mi svegliavo presto presto, stanca dalle ore piccole che avevo fatto nel proposito "stanotte faccio finta di dormire e invece sto sveglia. stanotte non mi scappi. stanotte ti vedo", cercavo i regali con lo sguardo mentre mi precipitavo fuori dal letto e poi con i pacchetti in mano correvo in camera dei miei, saltavo sul loro letto e li svegliavo a suon di salti e urletti.
poi facevamo colazione, noi tre insieme, si respirava felicità.
Da otto anni a questa parte Santa Lucia è anche un anniversario per me, per noi.
E ed io, alle 15 e poco più del 13 dicembre 1999 stavamo incrociando il nostro sguardo per la prima volta, nell'aula Magna di b.go Carissimi. mi ricordo ancora come eravamo vestite.
quest'anno, per la prima volta, il giorno del nostro anniversario siamo al lavoro tutte e due. ma quando eravamo ancora entrambe studentesse, il 13 dicembre ci trovavamo a casa mia, e facevamo merenda insieme. io le facevo trovare il tavolo imbandito, tazze e cucchiaini, ogni leccornia, cioccolatosa e non, che si poteva immaginare sul tavolo: caffè, latte, e succhi di frutta. e l'immancabile regalino di fianco alla sua tazza.
e nel mio pacchettino, come d'abitudine, un chupa chups. rigorosamente alla fragola.
Sweet memories.
Dulcis in fundo, Santa Lucia era, a casa mia -quella vecchia e senza gatti-, il giorno della preparazione dell'albero di Natale, e a me piaceva tantissimissimo fare l'albero.
era il mio momento.
sceglievo con estrema cura dove mettere ogni singola palla, poi mi facevo due passi indietro, guardavo l'insieme con occhio criticissimo, mi riavvicinavo e cambiavo qualcosa. ovviamente niente di percettibile a occhio nudo, ma io uscivo più entusiasta e soddisfatta da ogni microscopico cambiamento; sono sempre stata un'esteta, da brava bilancia.
E ora invece niente albero, sigh sigh, sob sob. il primo anno di casa nuova era stato fatto e nel giro di pochissimo era caduto giù. uno dei miei leggiadri gatti ci si era arrampicato agognando la cima...e ne ha segnato la fine.
per sempre?
lundi, décembre 10, 2007
La rana e lo scorpione_vorrei un mondo senza chiavi
sembra un'equazione matematica piuttosto elementare, eppure nemmeno io ci avevo pensato prima del commento di F al mio post del lavoro che nobilita entrambi i sessi.
e il mio non-pensiero è la forma più eclatante della forma mentis inculcataci dalla di oggi società: lavorare-lavorare-lavorare. guadagnare-guadagnare-guadagnare.
e vivere? dove? dove c'è lavoro. come? con il lavoro. quando? ecco, appunto, quando?
in realtà dietro questa equazione che mi ha sconvolto il pomeriggio e della quale sicuramente parlerò con tutti nelle prossime ore/giornate/settimane, c'è un mondo. come mi piace dire che dietro ogni piccola cosa c'è un mondo...
ero piccola quando il desiderio di una bimba in chiesa mi ha fatto sobbalzare dalla panca in legno:
"vorrei un mondo senza chiavi".
bisognerebbe scardinare la società e le sue basi per avere un mondo senza chiavi, la natura umana in sè non lo permette.
la natura umana riporta alla favoletta della rana e lo scorpione.
Lo scorpione doveva attraversare il fiume; così non sapendo nuotare, chiese aiuto alla rana: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda."
La rana rispose: "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!!!" "Per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungo tu muori e io annego!"
La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà del tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto.
"Perché sono uno scorpione…" rispose lui, "...è la mia natura".
dimanche, décembre 09, 2007
Il lavoro nobilita l'uomo (e la donna)
lì nella piola con le lasagne contate per i commensali e il Novello a gogo nella gola e sui miei jeans, lì con M che dorme appisolata sulla mia spalla, lì a pranzo (quasi) tutti insieme a mangiare tutto e di tutto di più con gusto e con il sorriso sulle labbra e nel cuore, lì a fare colazione con cioccolata e panna fatte in casa, e sono sempre le più buone del mondo conosciuto, lì a cercare di rientrare nei jeans usciti tiepidi dall'asciugatrice, lì a chiacchierare di libri, tradizioni e dialetti, un po' più in là a Biella alla fabbrica della Menabrea con una birra ambrata, carne alla griglia e una bellissima compagnia.
e il ritorno in treno, con cambio a Milano e un libro a farmi compagnia, che dura giusto giusto il tempo del viaggio. e finisce splatter, un po'.
e al ritorno mi aspetta C.
e voglio rifare la modella quando vedo le foto che mi fa, le smorfie, le ombre, i colori, i sorrisi, i broncetti.
bref, c'est moi.
è che stare là a San Giusto mi mancava, ma ora ho fatto scorta, ho riempito la cambusa per un po', di odori ed affetti. ma sarei rimasta ancora qualche giorno a raccogliere provviste, se mi avessero tenuta (e l'avrebbero fatto, lo so. chi, in fondo in fondo, vorrebbe davvero liberarsi di me?!) e se non dovessi tornare al lavoro domani. perchè lavoro!
un lavoro vero, con orari veri, colleghi -fantastici- e tutto ciò che ne consegue, anche lo scarsissimo tempo che ritaglio per lo studio.
qualche sera fa ho fatto riderissimo C, la mia zietta adorata, perchè parlando di questa nuova cosa ho detto che ne ero felicissima per una serie di ragioni, tra le quali..."mi metto alla prova, vedo anche se sono in grado di lavorare seriamente con continuità e con gli orari di ufficio veri e propri, e per ben di più di periodi lavorativi brevi come una settimana qua e un'altra là. in poche parole, costanza, quella che a me è sempre mancata".
C scoppia a ridere e io mi chiedo perchè?, mi sembrava un discorso pure parecchio mpegnato!
e la domanda sorge spontanea a G (e lecita, dico io a posteriori): "e se ti fossi resa conto che non sei in grado di reggere un ritmo di otto ore di ufficio giornaliere?!"
la risposta mi esce altrettanto spontaneamente: "mi sarei data con più impegno alla caccia al marito?!"
e si ride tutte insieme tra un tagliolino al tartufo bianco e una lieta novella.
State tranquilli, reggo il ritmo del lavoro, è ufficiale.
dimanche, décembre 02, 2007
Grazie
e grazie per le bellissime parole che hai speso per me, e per il mio piccolo e ingarbugliato pezzettino di mondo...ma grazie soprattutto per aver capito, "sentito" la vera essenza di questo crazy corner, il mio amore per un contatto genuino con il mondo. i piedi nudi, sulla terra, nuda.
e chissà a Bedonia quante volte i nostri sguardi si sono incrociati...queste connessioni, tra piccoli angoli di vita reale e internetica mi fanno impazzire...è splendido vedersi, conoscersi, scoprirsi, ritrovarsi. uau.
jeudi, novembre 22, 2007
London pride
inoltre, per caso, in una soleggiata giornata fortunata, abbiamo visto:
- il cambio della guardia
- gli scoiattoli a Hyde Park
- il Tower Bridge aprirsi per far passare una nave dei pirati
tower bridge. io se potessi ci vivrei dentro. io odio l'azzurro -perchè fa pigiama- ma amo il tower bridge, persino il suo azzurrino. e ci ho camminato sopra!
e pensavo mentre camminavo (perchè, incredibile, so fare due cose di una certa portata in una volta!) a quelle persone che lo fanno due, tre, quattro volte al giorno e si scocciano quando si apre perchè perdono cinque minuti al semaforo rosso, e magari mentre aspettano il verde guardano i turisti accalcati ai lati pensando cosa diavolo ci sarà poi di bello in un ponte che si apre 900 volte l'anno e cheppalle che devo andare a casa fa freddo e sono stanco e poi faccio tardi a vedere il musical di Dirty Dancing.
giuro, c'era in programmazione il musical di Dirty Dancing. ogni parola sarebbe superflua.
e sono proprio questi pensieri attribuiti agli aborigeni abitudinari che mi fanno venire voglia ogni tanto di prendere su la macchina fotografica, o anche no, e di andare in giro per la mia città che vivo da una vita e guardarla con gli occhi del turista.
io sono una turista da naso all'insù.
Oxford ci ha viste riabbracciare F, nel suo dipartimento, su un divano in pelle marrone come quello della scuola di seth e ryan e summer e marissa. regressione, lo so, lo so.
che bella sensazione stringerla tra le braccia. e stare insieme, noi tre, una famiglia, anche se manca qualcuno per completare il quadretto.
Durante questi giorni in terra straniera ho scoperto una parte di me che credevo non esistesse:
la me-amante-della-birra.
bevo una birra, non chiara perchè le bionde non mi piacciono ma non troppo scura perchè la guinness sa di caffè e non mi piace e allora mi metto nelle mani del cameriere che è evidentemente un appassionato/intenditore...ed avviene la trasformazione.
ho bevuto la birra (piccola, of course) non per la prima volta, ma per la prima volta...mi è proprio piaciuta! era buona, proprio buona.
era la London Pride.
mercredi, novembre 14, 2007
it ain't easy
ed è tutto strano, non mi sembra nemmeno di partire, infatti invece di fare la valigia sto qui a scrivere. non so cosa mettere in valigia, fuori fa freddo, chissà in Inghilterra poi, e io ho in mente solo il sole e la brezza estiva, nulla più.
è cambiato tutto nel giro di poco, pochissimo, un attimo.
lunedì inizierò uno stage, ho fatto qualche giorno di pratica, mi piace.
non sono "qui ora" come vorrebbe il raja yoga, il mio corpo è qui e la mia mente non lo so, ma di certo non è dove dovrebbe stare, in valigia.
quando sono vittima di forti emicranie mi sembra di essere totalmente dissociata, di vedermi da fuori e di capirmi ancor meno che da dentro. incroyable.
ho mille pensieri, ognuno complicato e ramificato, e vorrei riuscire ad esprimerli tutti in modo chiaro ed esaustivo quantomeno a me stessa, ma il risultato è "word-vomit"...o meglio "thought-vomit" perchè a favellare nemmeno ci provo.
la grande accozzaglia regna questa notte, dentro la valigia come dentro la mia testa.
mercredi, octobre 31, 2007
love is strange
Lot of people take it for a game
Once you get it
You'll never wanna quit
After you've had it
You're in an awful fix
Many people
Don't understand
They think loving
Is money in the hand
Your sweet loving
Is better than a kiss
When you leave me
Sweet kisses I miss
L'amore è strano.
e lo sono anche le relazioni. non strane, ma stranissime, assurde anzi.
ho recentemente passato una piacevolissima serata con G, in un posticino molto rustico e accogliente, abbiamo parlato di tante cose -il che è piacevole già di per sè perchè ha una bellissima voce- e anche dei soliti desideri amorosi.
come mi aveva già detto M qualche tempo fa, anche G dice che sono troppo esigente; mi ha ricordato che sembro tanto Chandler quando usciva con tante ragazze e non gli andava bene mai nessuna perchè si fissava su un'inezia, un piccolissimo particolare che lui trovava estremamente fastidioso, che però attirava tutta la sua attenzione, e lo distoglieva dall'entità-persona.
Io per esempio ho un punto debole: le scarpe.
se di un uomo non mi piacciono le scarpe, faccio una fatica enorme a ignorare dove riposa il suo piede e concentrarmi su quello che dice.
non è superficialità. mentre lui parla io sto pensando come avrà fatto a comprarle...quali possono essere i meccanismi mentali che l'hanno portato a comperare -e soprattutto ad indossare- quelle scarpe; perchè quel colore, quella forma, quei lacci, quella cucitura, magari quella marca.
dalle scarpe di una persona si possono capire tantissime cose, bisogna solo saperle leggere.
E, come da una scarpa, anche da una relazione io vorrei tutto subito: bellezza esteriore e funzionalità pratica, tutto questo nella comoda forma di una babbuccia di lana.
ovviamente certe cose si possono ottenere solo con il tempo e con l'utilizzo.
ho centinaia di scarpe e le adoro tutte quante, ma non ho ancora trovato "la" scarpa, quella che vada bene sempre, da calzare in ogni occasione, che mi faccia sentire bella, elegante, comoda e pratica.
la verità è che la mia scarpa preferita è la nudità.
mardi, octobre 30, 2007
voglio fare la modella
sulla strada ci sono venute diverse idee, e si andava concretizzando una gara di trial sulle montagne, quando abbiamo realizzato che era troppo tardi e che c'erano anche buone probabilità che la prima neve avesse interrotto l'evento.
quindi siamo andati al gettonatissimo castello di Torrechiara, ma non dentro il castello, bensì dietro...entrando nel campo di qualcuno -che o non ha notato la nostra presenza o è stato così gentile da non spararci addosso- e mettendoci in posizione strategica.
due cose sono successe:
per la prima volta ho imparato a cosa servono tutti quei numerini verdi e un po' alieni che si vedono dentro l'obiettivo e presto imparerò forse anche a manovrarli a mio piacimento,
e poi è nato un servizietto fotografico improvvisato e spontaneo.
quanto è bello stare dietro all'obiettivo. e quanto è bello stare davanti all'obiettivo...
jeudi, octobre 25, 2007
pollicino
perciò, come spesso accade nei momenti in cui si va "in fissa" per qualcosa, ogni cosa intorno a me sembra convergere verso la mia fissa, e molte cose che mi succedeono intorno sono relazionate ai piedi.
per esempio, mia cugina è appena stata operata all'alluce.
o ancora, i miei parenti per il mio compleanno mi hanno regalato un paio di scarpe rosse e bronzo.
sono splendide, mio zio mi ha domandato "ma le hanno fabbricate apposta per te?" ...nessun complimento avrebbe potuto essere più bello.
ma l'altro giorno ho letto una notizia che mi ha scioccata: alla fine di luglio è stato ritrovato l'alluce del piede destro di una donna di mezza età, ma fatto di pelle e legno; potrebbe essere la protesi più antica del mondo, risalente addirittura al 1000 a.C.
in tutto ciò la cosa più bella è che questo primato spetterebbe agli egizi, perchè il finto dito in questione è stato rinvenuto su una mummia oggi esposta al Museo Egizio del Cairo.
e forse c'è una cosa ancora più bella: un certo Jacky Finch, del Centro di Egittologia Biomedica dell'Università di Manchester, dice che resta ancora da capire se veramente di protesi si tratta, oppure se si tratta di un dito attaccato durante il processo di mummificazione per estetica e ritualità ma senza una funzione vera in vita; per cui il dito finto verrà copiato e impiantato su volontari cui è stato amputato lo stesso dito, e se veramente la presunta protesi risultasse essere stata di una qualche utilità pratica nel camminare, l'esperimento potrebbe aprire la strada alla progettazione di protesi moderne per l'alluce e altre dita.
Finch ribadisce che ci sono buone probabilità che il "ditone" della mummia servisse in realtà in vita alla donna: "non solo il dito finto appare usurato, ma anche ben articolato al piede".
Dalle piramidi alle protesi, una cosa è evidentissima: gli egizi erano davvero avanti a noi, anni luce.
e il mio piedino egizio oggi mi piace ancora di più.
jeudi, octobre 11, 2007
all we need is love
credo comunque di aver individuato la causa principale del mio non riuscire ad innamorarmi: sono nata nel secolo sbagliato. semplicemente.
Se fossi nata un paio di secoli fa, avrei avuto innanzitutto la carnagione adatta all'epoca (anche se sarebbe stata ideale per me la Francia illuminista), abiti ampi e preziosi, cappellini sfiziosi, e sicuramente tutto il romanticismo di cui la mia anima ha fame ora.
fiumi di inchiostro sarebbero scorsi tra me e un ipotetico sicuramente lontano e probabilmente sconosciuto corteggiatore (la corrispondenza lontana è l'antenato della chat odierna), lacrime e gelosie si sarebbero consumate, e poi...e poi non ci sarebbe stato lieto fine, perchè lui si sarebbe senza dubbio pugnalato mortalmente al cuore non ricevendo da troppo tempo mie notizie e pensando le peggio cose possibili: tradimento o morte.
Alla fine ovviamente era solo colpa delle poste; certe cose non cambiano mai.
cambiano i tempi, cambiano gli abiti e i costumi, i gusti alimentari e i governi, ma l'amore, nelle sue mille forme, anche se muta aspetto o espressione, resta sempre il motore del mondo. dei mondi, delle età, dei tempi. e delle persone.
samedi, septembre 22, 2007
sotto il cielo di settembre
un viaggio in treno ieri con L scandito dalle chiacchiere, le risate, la settimana enigmistica, i giornaletti di moda e pettegolezzi e le spiegazioni ai vicini delle mie preferenze di genere, piuttosto che i miei soliti viaggi solitari di qualche tempo fa a pensare emozionata a quando avrei visto M, a quando ci saremmo finalmente guardati negli occhi e baciati, e a quanti minuti avremmo potuto stare insieme.
Una Milano soleggiata, e bella, ma strana senza di lui. e mi è tornata alla mente la giornata di luglio, io con indosso i pantaloni orlati la notte prima perchè-tanto-non-riesco-a-dormire, M che mi prende per mano e insieme giriamo per il centro, le librerie, e sulle palle del toro. che porta fortuna.
poi ci sediamo sui gradini del Duomo e non ci diciamo nulla. ma tanto non ce n'è bisogno, lo sappiamo già.
E l'aria di settembre, con quel suo cielo azzurro intenso, che sembra una colata di tempera color ciano, mi rende malinconica.
Arriviamo a Parma, lo stesso colore di cielo che incanta, sotto il quale io e F mangiamo un gelato allo yogurt con frutta, miele, cioccolato bianco e croccante, innamorate di questo settembre e della vita. e della nostra città.
E il duomo è illuminato di una luce bellissima, che -again- solo questo settembre sa regalare.
e, suddenly, mentre ci stavamo alzando per andarcene, due ragazzi seduti a fianco a noi "ma no...già ve ne andate?". e aperitivo, e cena insieme. tutti insieme.
C'est beau la vie.
lundi, septembre 17, 2007
Once upon a time...
anche se non amo particolarmente gli anniversari (ma se un mio ipotetico fidanzato se ne dimentica sono cazzi amari per lui) mi fa un certo effetto pensare che esattamente un anno fa stavo partendo per il mio erasmus, con pochissime valigie ma con un sacco di speranze, progetti e nessuna paura.
Del giorno della partenza mi ricordo in particolare due cose:
la prima è che ho iniziato a fare i bagagli la mattina stessa, forse pensavo di andare in gita come alle elementari a Ravenna a vedere il mausoleo di Teodorico, chi lo sa, dopo essere rincasata alle 4 passate di ritorno dal matrimonio di G e L, bagnato e bellissimo, e che mettevo in valigia cose a caso o quasi. giuro che all'alba di 365 giorni non ho ancora idea di cosa mi frullasse in questa pazza testolina;
la seconda è la merenda, anche se chiamarla merenda è riduttivo visto che c'era da sfamare un esercito per almeno due mesi, a San Giusto, tutti e otto insieme. quando siamo arrivati e finalmente le mie mamme si sono conosciute è stato un momento magico, poi la tavola imbandita da M ha aumentato il coefficiente magico del pomeriggio: cioccolata calda fatta in casa, panna fatta in casa -la più buona che io abbia mai mai mai mangiato-, crostini, the, salame piccante, e una scatola di biscotti al cioccolato per me da portare in Francia per le mie colazioni.
E, per la cronaca, le mie coinquiline della prima settimana li hanno fatti fuori in tempi record.
Un anno fa iniziavo un percorso, mi levavo tante soddisfazioni e voglie solo con l'idea della partenza, e avevo così tanta voglia di andarmene che non realizzavo nemmeno a cosa stavo andando incontro. motivo per cui ho fatto i bagagli l a mattina della partenza, credo. smania.
Rennes non è stata una parentesi, è parte integrante della mia vita, sono cresciuta e ho vissuto ogni momento intensamente.
le 10 volte odierne in cui bussavo alla porta di C e I
la mia prima indimenticabile impepata di cozze con raccolta sughetto finale
la mensa
la sortie thabor con N e la nostra gara di foto (miseramene persa)
i ritorni a casa
il viaggio in treno l'antivigilia di Natale, le mie due bionde piccole amiche e D con i suoi dolci sorrisi. avrei fatto volentieri colazione a Roma con te
il concorso fotografico e la premiazione in Municipio. il mio primo discorso in pubblico. in francese
Cirefe
i racconti esilaranti a C e I delle mie (dis)avventure sentimentali
le polacchine
il giorno all'ufficio sanitario quando ho conosciuto A. accento americano e occhi dolcissimi
il mio compleanno, noi cinque come una famiglia
la festa della donna al St Melaine
picchiare il ciclista per ore con la mia pesciolina
G, la sua tenerezza e il brillio dei suoi occhi quando scarta le caramelle
P e le nostre notti insieme, la nostra amicizia
J, Troy in inglese con i sottotitoli in spagnolo e i giri mano nella mano. "oui, chef"
K e le lunghe disquisizioni filosofiche su amore e amicizia
K e P e le nostre notti insieme
le telefonate con le mie stelline lontane ma luminose e vicine
la pizzeria Mondello
il viaggio con i bubini, i campi di colza e Stars sur glace
l'autobus delle 8.12 che arriva alle 8.12
N che dorme sul divano
Attention à la marche, insalatona e leffe
la notte in cui ho creato questo blog
I e il the pomeridiano
la cartolina di D
la moutarde à l'ancienne e gli hot dog da N
all'ospedale da sola, l'operazione e il protossido d'azoto
il cinema, finalmente in lingua originale
P e le sue appassionate/appassionanti lezioni
la pioggia e i cieli bretoni
il lurido
MA, compagna di banco e amica
Battiato che presenta il suo nuovo film
e mi devo fermare da qualche parte, o potrei proseguire per chilometri, giorni interi a scrivere della mia bretagna. questa la mia Rennes.
oggi camminando sullo stradone ho riconosciuto un profumo buonissimo, le prime castagne cadute, i ricci ancora chiusi a terra, e io mi metto a raccogliere le castagne più belle per darle ai miei amici per preservarli dai malanni autunnali e i passanti che mi guardano in modo strano. chissà perchè. un profumo che sa di ritorno a casa, quando abitavo ancora in via R.
ogni via ha un suo odore, rue d'E profumava di freddo anche quando faceva caldo. ma era casa mia, e la strada del ritorno era stupenda, sempre.
lundi, septembre 03, 2007
I cosiddetti sani - la patologia della normalità
Così viene diagnosticata la malattia della vista a un giovane smarritosi in Malesia da un medico di una tribù dove da molte generazioni tutti gli individui sono affetti da cecità congenita. era il 1925, è "Il paese dei ciechi" di H.G. Wells.
Sto leggendo questo libro (quello del titolo, non quello di Wells) di Fromm, e mi ha colpito molto la teoria dell'adattamento, che si basa implicitamente su alcune premesse:
1) ogni società in quanto tale è normale:
2) chi non corrisponde al tipo di personalità gradito alla società deve considerarsi psichicamente malato;
3) il sistema sanitario, in ambito psichiatrico e psicoterapeutico, ha lo scopo di ricondurre il singolo individuo al livello dell'uomo medio, indipendentemente dal fatto che questo sia cieco o vedente (per rifarci al racconto di Wells).
Conclusione: l'unica cosa che conta è che l'individuo sia adatto, che non turbi il contesto sociale.
Ricordo perfettamente il brivido che mi ha percorso la schiena mentre leggevo questa frase,
in un periodo poi in cui sovente mi interrogo sulla cosiddetta "normalità".
rabbrividivo perchè, in soldoni, io mi pongo circa queste domande:
essere normali significherebbe essere adatti alla società in cui viviamo?
significherebbe essere conformi a quello che la società si aspetta da noi in modo da non turbarne l'equilibrio?
praticamente non possiamo essere una ciliegia in un minestrone di piselli perchè...stona?
poi leggo un altro po' e arrivo qua:
"Ogni società, grazie alle sue istituzioni culturali, al suo sistema scolastico, alle sue convinzioni religiose, ecc., cerca in ogni modo di formare un tipo di personalità che aspiri a fare ciò che deve, e che, oltre a volere fare quanto è necessario, desideri esercitare con zelo il ruolo che la società, per potere funzionare senza attriti, gli ha assegnato."
E riecco il brivido, che stavolta mi percorre la schiena su e giù due volte.
vedo la società come una specie di Grande Sorella cattiva, che ci vuole uniformare e fare tutti uguali perchè così non possiamo contraddirla, rovinarla, incrinarla o stonare il suo perfetto mélange di colori pastello. brrrrrrrr.
Da quando sono poco più che bambina la normalità è un concetto che ritengo banale, insulso, direi addirittura stupido. anzi, penso che la normalità non esista per niente, eppure è un concetto astratto che mi affascina tantissimo perchè sento dire la parola "normale" mgliaia di volte al giorno e devo ammettere che, anche nello sforzo di cancellare quella parola dal mio vocabolario, ogni tanto esce anche dalla mia bocca.
"ma cosa fai, giri per casa nudo?! non sei normale!"
"hai tradito dopo 10 anni perchè il matrmonio ormai è routine? non preoccuparti, è normale"
"amo mozzarella e marmellata. oddio, sarò poco normale?!"
normale, normale, normale. cosa diavolo è la normalità??
anche per rispondere a questa domanda sto leggendo il libro di Fromm, che ovviamente non mi darà nessuna risposta precisa ma mi butterà tanto fumo negli occhi, a suon di paroloni e grosse teorie dai nomi possibilmente astrusi.
Io sto usando Fromm e teorie sociologiche di rilievo per parlare di una normalità cittadina, quotidiana, sicuramente abusata nelle sue forme grammaticali più che in quelle reali, ammesso che ne abbia una o più d'una. insomma, bref, devo ammettere che quando gli altri mi dicono che non sono "normale" (magari perchè abbino cibi convenzionali in modi non convenzionali, o perchè mi agghindo con fiorelloni qua e là, o perchè scrivo solo con una penna e deve essere quella penna, o perchè nell'astuccio tengo tutte le biro con la punta rivolta verso destra, o perchè voglio che i limoni vengano tagliati esclusivamente a metà e mai per il lungo), non posso evitare di sentirmi tutta tronfietta, orgogliosa e fiera, perchè in fondo per me la normalità di cui si sente tanto parlare altro non è che quello che fa la maggioranza delle persone, quindi il non essere normali è solo essere diversi, distinguersi per una ragione o per l'altra dalla maggioranza. essere particolari. essere speciali.
una chiazza arcobaleno su fondo monocromo.
però, pnsandoci ben bene, che senso ha sentirmi fiera di sfuggire ad un'etichetta che designa un concetto per me inesistente?!
sono normale?
lundi, août 27, 2007
paradiso perduto
Venerdì io R e D siamo arrivati accolti da nebbia, pioggia e vento...ma il calore dell'accoglienza del Poggiarello ci ha subito riscaldato il cuore, poi il cielo invidioso ha fatto trapelare qualche raggio di sole e io e papà ci siamo tuffati in piscina, e non posso stare a ribadire la bellezza di ogni singolo momento sennò divento mielosa.
La cena
a cena con noi sono venuti C e I, da San Valentino non li vedevo, e qua devo proprio spendere qualche parola sulla bellezza dell'incontro: è stata un'emozione meravigliosa, dopo aver diviso tanta quotidianità, avere bussato alla loro porta almeno 3/4 volte al giorno e avere diritto ad una ciotola a mio nome in casa loro, vderli e godermeli lì in una cornice diversa da quella bretone è stato stranissimo, ma bello, bello bello. Sono belli, ancora più del solito, e io addirittura meno acida (testuali parole di I!). abbiamo riso e scherzato tutti insieme come alla Tribune, o meglio "tutti mi scherzavano" come al solito, e ne ridevamo insieme, questo sì. memorabili le parole di mamma a questo proposito quando ero poco più che una bimba: "mary, da grande tu sarai buffa". chi ha davanti a sè una carriera di medico, avvocato, professore, ricercatore...io buffa. sto ancora cercando il modo di farne una professione...
Poggibonsi
la mattina dopo siamo stati in giro in giro, a Monteriggioni, Casole d'Elsa (dove un ascensore dal parcheggio ti porta direttamente in comune e passando per gli uffici arrivi a una torre su un tetto da cui domini la piazza...strano e anche questo ti lascia senza fiato) e a Poggibonsi, dove ritrovo M, altra amicizia con la A maiuscola, che per l'ennesima volta mi dimostra, con la sua allegria e il suo vivace affetto, quanto l'amicizia non tema le distanze quando c'è voglia di stare insieme. si rubano i secondi, e ogni furto è prezioso, perchè lo porti con te ovunque e sempre.
La prospettiva
una domenica all'insegna delle false partenze (partiamo domenica mattina. restiamo a pranzo, partiamo dopo. meglio partire a pomeriggio inoltrato, ci sarà traffico. prevedono 13 milioni di macchine in strada, meglio dopo cena. inutile restare 6 ore in coda, meglio dormire qua e partire all'alba di lunedì) passata in piscina e a giocare con la mia amica G che mi ha fatto dei tatuaggi bellissimi ma non capiti dai grandi. 3 su 3 la stessa reazione: "hai qualcosa sulla spalla" e nel mentre mi tiravano via la fogliolina accuratamente appiccicata dalla mia stylist.
l'oggetto non cambia, cambia la prospettiva con cui lo si guarda. ai bambini arriva una cosa, ai grandi ne arriva tutta un'altra. io sono ancora dalla parte dei bimbi.
La partenza
gioca gioca, mangia scherza chiacchiera, gira...alla fine insomma si deve partire, perchè c'è anche chi lavora a questo mondo. io R e D lasciamo il Poggiarello a malincuore. io ho dormito 3 ore ma non sono neanche stanca, non ho sonno e non sono ansiosa di tornare alla vita cittadina.
perchè lì si sta veramente bene. il cellulare quasi non sai più cosa sia e il computer ti sembra un concetto futuroide astruso, nonostante tu abbia ogni comodità, anche il collegamento inernet, volendo. è che si sta bene, con se stessi e con il mondo.
Io che sono una fautrice di "la pace interiore devi trovara in te e non fuori di te", ho trovato un particolarissimo nirvana fuori di me...
lundi, août 20, 2007
regressioni
sono andata a trovare la nonna di F ieri mattina con A; siamo state alla 53esima Sagra della Trota, un appuntamento fisso da una decina d'anni a questa parte.
Bedonia profumava di buono come al solito, si è alzato il vento e sono arrivate le nuvole, ma siamo riuscite non solo a mangiare la trota in piazza, ma anche ad andare a prendere il sole al fiume e persino a fare il bagno. mentre nuotavo, felice, nel gelo, mi tornavano in mente tutte le volte al fiume con gli amici, le chiacchiere e i costumi improvvisati.
poche parole spese in tutto ieri, tranne quelle uscite dalla mia bocca, ovviamente.
non ho sbagliato strada nemmeno una volta, al solito bivio dove io e I andavamo imperterrite a destra, io e A abbiamo preso la sinistra, e la strada per il fiume è stata corta e senza indugi...tanta sicurezza sulle strade di cemento quanta insicurezza nei perigliosi sentieri dell'emotività. bofff, più che insicurezza dubbio, e si sa, il dubbio è profondamente più appassionante della certezza...
a Bedonia si regredisce, non potevamo certo dirlo a 15 anni, ma alla veneranda età di 25 ne acquisiamo pieno diritto, e qualche anno fa abbiamo cominciato ad assaporare la regressione, a farne fonte di esperienza e, senza saperlo, a gustare le domande e le attese in quanto tali.
who cares about the answers? les réponses n'ont aucune importance dans les petits cadres: dans les petites ruelles de la vie, la chose la plus importante c'est regarder les couleurs, les maisons, leurs dessins, leur fenetres et sentir l'odeur des entourages.
sono una gatta, filtro il mondo attraverso il naso.
mardi, août 14, 2007
profumo d'infanzia...
Mi ricordo tanti anni fa, quando io e S eravamo delle bimbe, mi ricordo quando settimane prima del 15 iniziavamo a preparare il cartellone, ogni anno diverso; diversa la scritta, diversi i colori, e diversi noi.
Poi arrivava il grande giorno, quante ore per decidere come vestirci, io e S a buttare fuori i vestiti dall'armadio di L al grido "questo no", "questo no", "questo no", "questo...forse".
poi ci fiondavamo in piazza, sul muretto, a fare le foto di rito, e ad aspettare il trattore, e poi finalmente andavamo tutti quanti giù a prendere la porchetta, strombazzando e urlando come bambini, come matti, come era bello...
Anno dopo anno e festa dopo festa siamo cresciute, e diventate delle ragazzine, poi delle ragazze, e ora che siamo donne, la vita da grandi ha preso il sopravvento, e la festa paesana è stata accantonata. abbiamo smesso di fare i cartelloni, siamo cresciute e abbiamo smesso di giocare con i colori.
E forse è vero, quando si cresce un po' si regredisce, e allora io mi ritrovo oggi, emozionata come allora, a pensare come sarà domani sera, e chi ci sarà e cosa si ballerà...e sicuramente domattina mi alzerò un'ora prima per decidere come vestirmi.
E mi chiedo perchè alcuni di noi crescono e non potacciano più con i colori...non è bello sentire il profumo dei colori? è così emozionante sentire la tempera tra le dita, fantastico sperimentare colori nuovi, nuovi miscugli, nuovi potacci...
lundi, août 13, 2007
single e...felice?!
si parla di almeno 12 anni fa...per qualche anno da allora sono stata single e assolutamente infelice, andavo alle feste (che poi quando hai 30 anni comiciano a chiamarsi party, mentre il "qualcosa da bere" si trasforma in un sofisticato "cocktail") sperando di conoscere qualche ragazzino che destasse il mio interesse ma, cosa più importante di tutte, che scegliesse me, proprio proprio me, in mezzo alla marea di ragazzine che si dimenavano in spazi cubi ridicoli e pieni di fumo. mai successo. certo, ora che sono cresciuta e che hanno proibito il fumo nei locali pubblici ne capisco il motivo...c'era troppa nebbia. sicuramente la motivazione era la nebbia.
anyways, se allora c'era una cosa che desideravo era avere un fidanzat(in)o, per poterlo avvisare se andavo a trovare mia nonna all'ora della nostra telefonata quotidiana, per aspettarlo all'uscita di scuola e per fare i calins. per tutti gli anni del liceo invece, l'unico ragazzo che mi è mai venuto a prendere a scuola ha sbagliato scuola. "ma non facevi il tradizionale?!" "no. faccio il linguistico" rispondo serafica, ma non è tranquillità, è rassegnazione.
e sì che a 14 anni era normale essere single, ma non lo era per me. io infatti, secondo la mia tabella di marcia, ero non in ritardo, ma in ritardissimo. la mia tabella prevedeva un fidanzamento di almeno 4/5 anni prima del matrimonio, volendo un anno di convivenza (ma questo era facoltativo) e poi matrimonio, magari un anno senza figli, poi figli. uno per iniziare, ma meglio se alla fine ne saltavano fuori 2 o 3. io in realtà propendevo per 4, 2 maschi e 2 femmine ovviamente, magari un paio gemelli.
non ero matta, ero solo una precisa. la mia tabella era per l'appunto meticolosamente studiata per evitare il salto generazionale genitore-figlio, e pensavo che avere figli a 19 anni potesse essere un'ottima idea, e che avrei così centrato il mio scopo.
poi non so cos'è successo...ah sì, lo so. non ho trovato un fidanzato in tempo, ecco cos'è successo.
in ogni modo, a 25 anni un giorno camminavo in una via del centro di Milano e, guardando dei ragazzini, mi sono trovata a borbottare a mezza voce "ma guarda te che generazione, sembrano usciti in serie da una fabbrica...tutti con il culo di fuori". non avevo ancora finito la frase che già mi vedevo davanti lo spettro del suo più profondo significato...ero vecchia! il salto generazionale mi aveva colpita lo stesso, sonoramente e in una giornata assolata di luglio! un salto generazionale di ben 5 anni, a dire tanto...! e allora ho capito che non trovare un fidanzato mentre giocavo ancora con la Barbie è stata una vera fortuna, in fondo non avrei potuto fare figli a 5 anni, e se non avessi avuto la barbie Fior di Pesco e la barbie Milleluci la mia persona ne avrebbe risentito molto di più di quanto non ne abbia risentito stando, io credevo, single e infelice.
Ora mi avvicino alla 30ina (mi fa specie dirlo ma riesco a scriverlo, anche se per riuscirci sto fumando e bevendo martini alle 3 di pomeriggio...), sono single e felice.
anche se, in fondo in fondo, quella speranza di trovare il ragazzo che sbuca dal fumo per venire proprio proprio verso di me, non è ancora estinta.
jeudi, août 09, 2007
mercredi, août 08, 2007
Crush
Quanto tempo che desideravo la mia vita esattamente così com'è ora, e ora che è esattamente come desideravo che fosse sono già stanca. è incredibile come la novità stanchi velocissimamente. e anche il cambiamento, e i cambiamenti. poi la stabilità, se arriva. e se arriva? bel problema. voglio le mie crush, non voglio la realizzazione dei miei desideri, ma i desideri. ecco cosa voglio davvero, continuare a sognare, continuare a desiderare.
Settembre '99, le prime lezioni di filosofia morale, un Lambertino che avrei sposato anche se io avevo 19 anni e lui quasi un'ottantina, e solo pochi mesi dopo questo straordinario uomo faceva entrare nella mia vita un concetto che mai avrei creduto potesse diventare così fondamentale: la fruitio boni. fruitio boni! frutio boni!! davvero affascinante...
mardi, juillet 24, 2007
La vacanza, quella vera
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dopo il concerto ci prendiamo su l'ela e andiamo tutti a heidelberg, due giorni tra castello, shopping, ristorante greco e l'immancabile Vetter, ma...nemmeno il Neckar perchè è pure piovuto...
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poi...beh, poi il resto è storia. finalmente io papà e mamma arriviamo a Prigi, quella vera, con la Tour Eiffel, Montmartre, Pompidou e rue Mouffetard e altre mille luci.
sotto un cielo francese e un po' incerto, camminiamo fino ad avere i piedi da marina di giorno, e ogni sera una serata diversa. ogni sera una serata più bella.
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lundi, juillet 23, 2007
A volte ritornano...
poi cene di famiglia, concerti in Pilotta (un Concato meraviglioso e inaspettatamente showman, e una Dionne energetica e coinvolgente ma troppo breve), aperitivi pochi, camminate tante e sbiciclettate ancor di più. era come essere in vacanza a parma.
vendredi, juin 22, 2007
Primo giorno d'estate
samedi, juin 16, 2007
vendredi, juin 08, 2007
ho anche una vita
jeudi, juin 07, 2007
mardi, juin 05, 2007
Un truc de filles
E tra una fatica e l'altra ci sta la tappa nell'area relax del Colombier, tappeto, piante e poltrone e divani di velluto rosso, comode e belle. aaaaaahhh.
dimanche, juin 03, 2007
Tour au Mans
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mercredi, mai 30, 2007
A Simona, Luigi e tutti i futuri erasmus a Rennes
Dunque, ci sono mille cose da dire ed è difficile perchè non mi sono mai fermata a pensare di trarre un bilancio di questi tanti mesi. all'inizio è stato difficile, i francesi sono piuttosto chiusi e si fa fatica a farsi delle amicizie, ma quel che si dice di loro è vero...una volta che diventi loro amico, quella che nasce è un'amicizia vera. alcuni luighi comuni sono confermati: rarissimi i bidet, e comunque i "cugini" non ne conoscono l'utilizzo, tengono sì la baguette sotto l'ascella, sono grandi mangiatori di crepes e croissant (ancora fatico a capire come ci siano delle ragazze così magre...), e storcono il naso quando entrano in contatto con gli stranieri, o li amano alla follia. nessuna via di mezzo. e sono precisi, e metodici. all'università la burocrazia è un sentiero periglioso, non esitate a chiedere aiuto a chiunque, Relazioni Internazionali, professori e compagni, e non fatevi scoraggiare dai no. state il più possibile con i francesi, certo tra gli stranieri c'è più solidarietà, ma andate a migliorare il vostro francese, o anche no se già è perfetto, e a calarvi in un'altra realtà. certo sempre Europa è, ma non poi così tanto! rennes è una città straordinariamente studentesca, è quasi strano incontrare degli over40...mille bar, ristorantini, biblioteche, concerti, c'è sempre qualcosa da fare, soprattutto durante la settimana, e sperate di non avere corsi il venerdì mattina perchè il giovedì è serata Erasmus. tenete d'occhio il CIREFE, se siete iscritti e anche se non lo siete, batiment E, quarto piano, organizzano serate, gite, atelier, mille cose interessanti. io ovviamente parlo di Rennes2, Villejean, perchè è lì che studio! Ci sarebbero milioni di piccole ruelles da consigliarvi, bar e bevande da dirvi di non farvi scappare, eventi a cui vale la pena di assistere, ci sarebbero milioni di cose da dire, solo ora che inizio a snocciolarle me ne rendo conto...ci si sente travolti, e solo ora mi trovo a pensare davvero che diventa difficile lasciare quella che in qualche strano modo è diventata casa tua...
lundi, mai 28, 2007
dimanche, mai 27, 2007
Cominciano i saluti...
Laura e Andreea, e una, anzi tre chocolat viennois, e tanti saluti,
tante promesse di scriversi, andarsi a trovarsi, ritrovarsi.
l'erasmus è già finito, il momento di tornare a casa si avvicina per tutti,
e per me che parto più tardi di tutti gli altri significa
vederli tutti partire, salutarli prima che loro salutino me.
e ad ogni saluto un pezzo di quest'anno se ne va.
ma io mi sento ricca molto più di quando sono partita.
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vendredi, mai 25, 2007
bofff e poufff
...io ero in abiti civili però, perchè mentre i miei amici si facevano i loro vestitini io stavo sotto i ferri senza anestesia a urlare come una scimmia impazzita. mi sono messa persino la gonna e il rossetto rosso in pandan con le scarpe per non fare "quella che è appena uscita dall'ospedale". oggi poi sono finalmente tornata a mensa (pesce e riso con salsina al burro e fragole con lo zucchero, miam miam), andata in stazione, alla CPAM, all'agenzia di viaggi, e ho comprato uno stupendo libro su Ungaretti. pantaloni corti e camicetta, il vento tra i capelli e il sole che coccolava la pelle. ora però non riesco quasi nemmeno a camminare, così invece di essere da Helène sono a casa, immobile e con una voglia di ballare che non sentivo da anni. Indipendenza e forza sono belle, sentirle scorrere ti dà coraggio, ma ogni tanto sarebbe bello anche che lui ti tendesse le braccia e guardandoti ti stringesse forte, e non c'è bisogno di parole, perchè sa che hai solo bisogno di piangere e sognare.
jeudi, mai 24, 2007
Il vostro amico è i vostri bisogni esauditi
In questa giornata difficile, lunga e piena di elettricità,
timore, stanchezza, delusione...è stato difficile
ma ho chiesto aiuto, forse ho cominciato a scalare il muro
che mi circonda, forse, forse, e chissà se mai lo scavalcherò.
mille cose da dire e la forza di scriverne soltanto una,
ma tu sai quello che significa: grazie pippi mia.
vendredi, mai 11, 2007
Una notte in Italia
questo taglio di luna
freddo come una lama qualunque
e grande come la nostra fortuna
la fortuna di vivere adesso
questo tempo sbandato
questa notte che corre
e il futuro che arriva
chissà se ha fiato.
È una notte in Italia che vedi
questo darsi da fare
questa musica leggera
così leggera che ci fa sognare
questo vento che sa di lontano
e che ci prende la testa...
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vendredi, avril 27, 2007
boulons-écrous
Serata al bar St Georges. all'ingresso le ragazze prendevano da una cesta un bullone con un puntino colorato, i ragazzi invece una vite, con un puntino colorato.
Scopo della serata: trovare vite e bullone che si calzavano a pennello! non ho trovato la mia vite, e ho un bullone in più in casa. troppe disquisizioni serie e non serie sull'amore e la vita oggi, ridurre tutto a semplice bricolage fa bene alla salute. psicofisica, ovviamente.
Eravamo una bella compagnia ieri sera, ci siamo proprio divertiti, l'atmosfera era calda e colorata, nel martini c'era una fettina d'arancia e in strada faceva caldo.
http://www.flickr.com/photos/70525313@N00/sets/72157600140319396/
Buon Compleanno mamma!
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sè stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani,
Che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro,
Ma non farli simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
E vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.
samedi, avril 21, 2007
I bubini in trasferta a Rennes
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Le serate trascorrono serene tra galettes, crepes, pizza Mondello, pasta al formaggio e sushi...
nel frattempo i bubini visitano Vitré, Chateaubriant, Mont St Michel, e finalmente venerdì ce ne andiamo tutti insieme a St Malo!
http://www.flickr.com/photos/70525313@N00/sets/72157600100354376/
e, senza nemmen accorgersene, è già sabato. tempo dei saluti...bubini, tornate presto!
lundi, mars 26, 2007
strawberry cheesecake a colazione...
Ieri sera mi sono addormentata nel lettuccio chiedendo a Irene se si era ricordata di mettere in frigo il gelato...fragola, cioccolato e vaniglia con scaglie di cioccolata.
stamattina ho fatto colazione con un gigante cheesecake alle fragole, esattamente come quello mangiato alla cena dei commercialisti a dicembre, allo Sparafucile...
ovviamente stavo sognando.
300
C’erano i tempi in cui la «postproduzione» di un film era il tocco finale. Oggi può capitare che per girare tutte le scene bastino 60 giorni. E poi ci voglia un anno per creare il film vero e proprio. È quello che è successo con «300». Narra la battaglia delle Termopili, quando 300 eroici spartani nel
Sarà questo il futuro del cinema? A giudicare dai risultati, e da qualche rapido calcolo, si può sospettare di sì. Perché negli Stati Uniti «300» ha incassato più di 70 milioni di dollari nel primo weekend di programmazione. Vale a dire il doppio dell’incasso totale di «Alexander», il precedente kolossal ispirato alla storia classica. Con la differenza che il film di Oliver Stone, girato in maniera tradizionale in Marocco, era costato tre volte di più. E allora è probabile che i produttori faranno i loro conti e finiranno col favorire sempre più la nuova tecnica digitale, investendo in un cinema che ormai è molto vicino al fumetto animato.
Fumetto, appunto. «300» è tratto da una «graphic novel», o romanzo a fumetti, di Frank Miller (lo stesso di «Sin City»). E perciò si prende molte libertà. «Più che la correttezza storica ci interessava la scorrettezza storica» hanno detto all’unisono Miller e il regista Zack Snyder. Che si vantano di aver rilanciato il genere peplum dopo il flop di «Alexander», proponendo alla Warner «una danza di morte e sesso». Missione compiuta, tanto che negli Usa il film si è beccato il bollino «R» (ovvero: vietato ai minori di 17 anni non accompagnati; ma in Italia il giudizio è ancora al vaglio della censura). «Non volevamo raccontare quello che è successo veramente nei dettagli, ma quello che è visivamente più affascinante» spiegano i due. E così gli Spartani combattono molto più nudi di quanto non fossero 2.500 anni fa, per mettere in evidenza i corpi scolpiti; nelle file dei nemici si muovono rinoceronti che non ci sono mai stati; e i Persiani vanno in giro con un mantello di teschi sulle spalle, oppure schierano giganti e guerrieri dall’aspetto mostruoso.
Cosa che ha fatto infuriare le autorità iraniane e irrigidito i già tesi rapporti tra Stati Uniti e Iran. I Persiani, infatti, altro non sono che gli antichi Iraniani. E il modo in cui vengono descritti non è per niente piaciuto all’entourage del leader Ahmadinejad. Il suo responsabile per la cultura Shamghadri ha detto che il film rappresenta l’ennesimo tentativo da parte degli Stati Uniti di umiliare l’Iran. E il popolare giornale «Ayende-No» ha titolato: «Hollywood dichiara guerra all’Iran», scrivendo: «Il film dipinge gli iraniani come demoni senza cultura, sentimenti o umanità, il cui unico scopo è quello di aggredire le altre nazioni e ucciderne gli abitanti. È l’ennesimo tentativo di diffamare la civiltà iraniana di fronte al mondo».
Del resto anche la critica occidentale, quando il film è stato presentato al festival di Berlino, si è sbizzarrita a tracciare paralleli tra la storia del film e la scena politica di oggi. Leonida, condottiero del drappello di eroi che devono difendere la libertà dell’Occidente, è forse George Bush? I Persiani, decisi ad assoggettare il resto del mondo alle loro leggi e al loro stile di vita, incarnano forse l’estremismo islamico? Snyder e Miller negano riferimenti diretti, ma poi gettano benzina sul fuoco: «Ringraziate le Termopili se oggi potete mangiare in un fast food» dice il regista, sottintendendo che quella battaglia è stata decisiva per la sopravvivenza della nostra cultura (gli Spartani, pur sconfitti, fecero guadagnare tempo prezioso alle città greche, che poterono organizzarsi e preparare una flotta che avrebbe poi sconfitto i Persiani a Salamina). E Miller: «Io racconto lo scontro tra libertà e tirannia. Comunque, penso che il mondo occidentale sia migliore». Schermaglie ideologiche a parte, il film merita di essere visto per la straordinaria forza delle immagini. Il mondo fantastico di Miller è stato ricreato, e addirittura potenziato, disegnando al computer paesaggi dai colori cupi e insieme brillanti, saturi e fortemente contrastati, mai realistici, ma epici. Il film è così tutto un unico «effetto speciale»: su 1.500 inquadrature, quelle che non hanno ritocchi sono appena 200.
La storia comincia quando i messaggeri di Serse (Rodrigo Santoro) intimano la resa al re spartano Leonida (Gerard Butler). Per tutta risposta, lui li scaraventa in un pozzo. Ma i politicanti guidati dal corrotto Terone (Dominic West) hanno paura di combattere, e gli negano la guida dell’esercito. Leonida raccoglie allora 300 volontari della sua guardia personale e si dirige alla gola delle Termopili, dove conta di rallentare la marcia del nemico, in attesa che le altre città della Grecia si coalizzino. Intanto la moglie Gorgo (Lena Headey), non meno combattiva, resta nella città a combattere i piani di Terone.
Quando i due condottieri si fronteggiano, ecco finalmente l’immortale scambio di battute che ci ha tramandato lo storico Erodoto. Serse: «Non sai che con le mie frecce posso oscurare il sole?» Leonida: «Vorrà dire che combatteremo all’ombra». E inizia la battaglia... «Leonida sa che la sconfitta è certa, ma proprio in questo sta il suo eroismo» racconta Frank Miller, che ricorda come sognava di scrivere «300» fin da bambino. «Un giorno mio padre mi portò a vedere “L’eroe di Sparta”. Più la storia andava avanti e più ero sconvolto. Ma come, pensavo, i buoni vengono uccisi? Non vincono? Poi ho capito che proprio per questo sono eroi. Non agiscono per avere alla fine una medaglia. Fanno quel che è giusto. Anche a costo della vita. Vedete, la storia era già bellissima, io dovevo soltanto illustrarla bene». E lo stesso fa il film.
mercredi, mars 21, 2007
vincitricediconcorsifotografici
Vernissage de l’exposition photographique
"Destination études : flash sur Rennes"
Rennes vue par ses étudiants étrangers
Lieu : Hôtel de Ville, à 18h
Plus de 50 étudiants étrangers ont pris Rennes en photos et nous livrent leur vision de leur ville d’accueil.
Cette exposition présente une sélection de ces photos à l’hôtel de Ville du 21 mars au 29 mars (de 12h à 18h). Trois étudiants seront récompensés à l’occasion du vernissage.
Concours organisé avec le service culturel de l’université Rennes 2, avec le soutien de la ville de Rennes.
Tre studenti sono stati ricompensati, e IO ho vinto il primo premio!!
talentuosa fotografa, la piccola italiana fa mangiare polvere a una sessantina di stranieri...
Ecco il link alle mie foto vincitrici...
http://www.flickr.com/photos/70525313@N00/sets/72157600014631305/
ed ecco il link alle foto della consegna dei premi, nella "sontuosa" sala del Municipio atta ad accogliere l'occasionissima.
Che emozione, il link vero al sito vero dell'Europole. sono su internet, e non mi ci sono messa da sola! uau, sono famosaaa!! va bene, forse esagero.
http://www.europole-rennes.fr/
mercredi, février 28, 2007
Ciao ciao, momini
Io torno dalle vacanze d'inverno, entro in casa e da fuori tutto sembra uguale...ma apro la porta e trovo milioni di cose sul mio tavolo!! piatti di carta, spazzolini da denti, spezie di ogni tipo, panni catturapolvere, shampoo, detersivi vari e addirittura schiuma da barba.
I momini sono partiti, ecco cosa significa.
non posso bussare alla loro porta per vedere se c'è qualcosa nella mia ciotola Mary Pork, non posso piazzarmi da loro a raccontare le mie vacanze alla velocità di 2000 p/m, e non ho nessuno che mi accusi di essere altamente corrosiva.
però leggo il messaggio sulla lavagna e sorrido. Mi mancate momi!
Après les vacances d'hiver
samedi, février 10, 2007
samedi, février 03, 2007
Chandeleur et crêpes
Il 2 febbraio la Chiesa Cattolica celebra la Presentazione del Signore, popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.
Un po' di tradizione...
In molte regioni italiane la Candelora viene ancora oggi rievocata attraverso la messa in scena della Madonna con Gesù e San Simeone. A Chiaromonte, in Sicilia, alla vigilia della festa, le donne del paese effettuavano una processione che le portava in cima alla montagna dove si purificavano bagnandosi con la rugiada. Nel resto d'Italia, la festa della Candelora resta legata ai ceri benedertti. Questi ceri vengono custoditi nelle case, e si ritiene tengano lontani gli influssi maligni. In alcuni paesi costieri si riteneva che i ceri benedetti per la Candelora servissero a ritrovare gli annegati. Gettati nell'acqua si sarebbero fermati dove si trovava il corpo dell'annegato.
Oggi, la Candelora segna, per lo più, la fine dell'inverno. Un celebre proverbio, ricordato anche da Papa Giovanni Paolo II, recita "Candelora dell'inverno semo fora", ossia all'arrivo della Candelora l'inverno è finito. Il proverbio però continua "Ma se piove e tira vento, dell'inverno semo drento", ossia se il 2 febbraio il tempo è brutto, l'inverno durerà un altro mese almeno.
In questo senso la Candelora è anche legata ad alcune feste di origine agreste, in molti Paesi europei, infatti, si cucinano piatti specifici, che vengono offerti alla natura o alle fate, come in Francia.
http://www.flickr.com/photos/70525313@N00/sets/72157594514734564/
Per onorare la tradizione abbiamo cucinato e mangiato crêpes, e ognuno di noi le ha fatte girare facendole saltare in aria...e visto che ci siamo TUTTI riusciti, ci siamo guadagnati la fortuna!
Come dice infatti il proverbio: "Celui qui retourne sa crêpe avec adresse, qui ne la laisse pas tomber à terre ou qui ne la rattrape pas sous la forme navrante de quelque linge frippé, celui-là aura du bonheur jusqu'à la Chandeleur prochaine".
jeudi, février 01, 2007
Francia, fumo vietato dal 1 febbraio 2007_le décret Bertrand
"Questa è una situazione assolutamente inaccettabile in termini di salute pubblica. Abbiamo pertanto deciso di vietare, a partire dal 1 febbraio, di vietare il fumo nei luoghi pubblici", ha detto Villepin in un'intervista. ''I francesi sono pronti per questa scelta.
Nella guerra contro il tabacco, il primo ministro ha inoltre annunciato che lo Stato si farà carico di un terzo dei costi per i trattamenti che le persone intenzionate a smettere di fumare decidono di fare. Successivamente, il ministro della Sanità Xavier Bertrand ha annunciato che il governo stanzierà circa 100 milioni di euro all'anno per aiutare i fumatori a smettere. "Raddoppieremo il numero delle persone che ricorrono a cerotti, gomme da masticare o medicine, da 600.000 a 1,2 milioni, e raddoppieremo anche il numero delle consultazioni di tabaccologia e l'aiuto alle associazioni: è un impegno di quasi 100 milioni di euro all'anno", ha detto Bertrand, intervistato dalla televisione pubblica. "Non è facile smettere di fumare", quindi bisogna "accompagnare i fumatori", ha sottolineato il ministro.
Si on le souhaite, on peut lire le décret à l'adresse suivante:
http://www.legifrance.gouv.fr/WAspad/UnTexteDeJorf?numjo=SANX0609703D