mardi, décembre 12, 2017

Grazie per la neve

Sono frastornata.
Sono stata frastornata, scettica, indecisa, poi ho lasciato fare, poi mi sono lasciata trasportare, mi sono lasciata baciare ed è stato bellissimo. Non me lo aspettavo. Non mi aspettavo né di trovarmi così bene, né quel bacio sotto casa.
Dicevano le stelle di fare solo il 25%, e di lasciare fare tutto il resto all'universo. siccome che a me il 25% mi pareva troppo, ho optato per un più morigerato 19%, e il risultato è che domenica ho passato una delle giornate più spaventosamente belle della mia vita.
Avete presente quando si dice "bello da paura"? Ecco, ho capito il senso solo quando sono tornata a casa la sera. Non ho chiuso occhio, avevo il battito accelerato ed ero letteralmente in preda all'ansia. Uguale ieri, uguale stanotte. poi stamattina finalmente ci siamo chiariti, e ho scoperto che l'ansia era condivisa. due cretini, in preda all'ansia per la troppa complicità.
Avete presente quando si dice "bruciare le tappe"?
(che io pensavo, cosa vuoi mai bruciare, fai quello che senti quando lo senti, mica ci son tappe da bruciare, o altre sterpaglie)
Ecco, le tappe da bruciare si bruciano eccome. Noi ne abbiamo bruciate almeno quindici in una domenica innevata. La neve dai, santicorbezzoli, pure la neve!!!
"esco a fare due passi"
"ma nevica fortissimo"
"appunto"
Ora la domanda da un milione di dollari è: si può rallentare?
O forse, se è vero che abbiamo bruciato le tappe, le tappe si possono raschiare dal bruciato e ripercorrerle?
Della serie, why make it simple when you can make it complicated.

Comunque vada, grazie per la neve.

lundi, mai 15, 2017

Basta che funzioni

Che sì, è un film di Woody Allen, e no, non mi sto riferendo a una relazione, almeno non in questo preciso istante. Una "perturbazione dolorosa, più forte di ogni istanza moderatrice del volere", così la chiamava Gadda, la depressione.
Ad oggi, ancora, una definizione universale di depressione non esiste. E come potrebbe? è così diversa, così unica, così ramificata, strisciante, oscura, che sfugge da ogni schema e da ogni struttura, e non la puoi incasellare.
Mi ricordo ancora la prima volta che ebbi un attacco di panico: ero da un avvocato con un'amica, a un certo punto ho sentito le gambe mancare, la testa leggera, non riuscivo più a respirare e mi sentivo morire, vedevo grigio e le pareti dello studio si chiudevano piano piano addosso a me, volevo scappare ma ero paralizzata.
Se fossi riuscita a partorire un qualunque pensiero - a parte adesso muoio - avrei sicuramente pensato che era un calo di pressione, che dall'alto dei miei valori 90 su 40, ci poteva benissimo stare come scusa.
Poi una voce. Ero stesa su un divano, con le gambe in su, ho visto i lunghi riccioli neri dell'avvocatessa, e sentito la sua voce decisa che, quando ha visto che stavo tornando al mondo, mi ha apostrofato con: "lo sai vero che hai appena avuto un attacco di panico?"
Non lo sapevo proprio.
Poi son tornata a casa, ho googolato i sintomi ed è venuto fuori "attacco di panico".
Non credo che gli attacchi di panico e la depressione siano collegati, ma mi ricordo la difficoltà estrema di spiegare a una persona che di attacchi non ne ha mai avuti, cosa si prova durante quei momenti.
Ti guardano profondamente e con tono molto profondo ti dicono "capisco benissimo cosa vuoi dire".
E invece non hanno capito una mazza, la gente.
Ma non perché sono stupidi, cattivi o poco empatici.
L'attacco di panico è oscuro e strisciante, e anche se non c'è nulla di cui vergognarsi, quando lo racconti un po' scemo ti senti, e questo fa sì che se non sei uno che se ne frega del giudizio degli altri, alla terza, quarta o se sei tenace all'ottava o nona volta, non hai più voglia di sentirti scemo condividendo un momento così intimo e doloroso, e smetti di farlo.
Ecco, quello è il momento in cui l'attacco di panico si ciba di te e si rifà forte, si nutre delle tue paure e l'oscurità ti inghiotte di nuovo.
La depressione probabilmente è simile da questo punto di vista. E invece va condivisa, io mi sento di dire. Io, che come prima cosa mi sono chiusa in me stessa e mi sono isolata dal mondo. Proprio io, che parlo persino con i sassi.
Poi una mattina, l'ennesima che non mi volevo alzare, perché di scalare quella montagna sotto diecimila gradi senza borraccia proprio non ne volevo sapere, ho messo una mano fuori dalle coperte, ho preso il telefono, ho mandato un messaggio alla mia amica e le ho scritto:
"non riesco neanche ad alzarmi dal letto, credo di essere depressa. aiuto".
Lei ovviamente lo sapeva già, e sapeva anche che sarebbe stato inutile dirmi quoiquecesoit, perché tanto non l'avrei ascoltata, chiusa nel mio isolamento come ero.
Oggi ho scritto dieci pagine di lista di gratitudine, e mi son fermata solo perché devo fare la valigia, perché altrimenti andrei avanti a oltranza.
Ma le ultime due voci le voglio dedicare a voi, attacchi di panico e depressione, perché senza di voi, oggi non avrei scritto dieci pagine di felicità.


mercredi, avril 05, 2017

Panta rei_tutto torna

Tu sai che la giustizia divina esiste, perché lo senti, ne sei fermamente convinta, anche se oggi, e il giorno dopo, e quello dopo ancora non succede una benemerita minchiazza.
Ma tu lo sai e basta.
Oggi, dopo cinque anni, è finalmente accaduto. Il tutto torna è tornato.
Sono più felice io? sei più felice tu? Mi sa che siamo felici uguale!

Ed è bellissimo.

vendredi, mars 17, 2017

Tra le nuvole

Ho una gran voglia di dirti che mi piaci.
Magari lo faccio.

lundi, mars 13, 2017

Malta _ di vento e castelli

Conversazioni pre partenza:
Vado a Malta.
Cosa vai a fare?
Un corso di cucina olistica
Cioè?
Non lo so di preciso te l spiego quando torno.

Conversazioni post rientro:
Sono stata a Malta.
Ah, a fare quel corso di cucina strano. Cos'hai imparato?
A vivere.
Spiegami!
Vorrei, ma non posso. 

E' inspiegabile se non lo vivi. E' stato un momento magico, le energie che si sono scatenate in quella bolla sono state magiche, e sono entrate nel mio cuore; non solo nel mio, ma in quello di tutti noi che abbiamo mangiato, dormito, fatto yoga, camminato insieme, e insieme ci siamo messi in gioco, lasciando i pregiudizi fuori dalla porta, come le scarpe quando entri in un luogo sacro.

Cosa sono andata a fare? 
A ricominciare. Per l'ennesima volta. Perché non si smette mai di imparare, e si ricomincia ogni volta, con consapevolezza e con amore. 

In una parola, è stato troppo figo. 

dimanche, février 26, 2017

Tutto molto interessante

Stasera gira così.
Tu assomigli a Rovazzi, lo so che ti fa cagare; non ho mai capito se ti fa cagare come uomo o come cantante (oddio, cantante. showman. intrattenitore adolescenziale, sovvertitore di nonne, non saprei), o come tutte e due, ma lascia che ti mostri il ca**o che me ne frega. Non te l'ho mai chiesto, perché in fondo non mi importa. mi fai ridere, e tutte le volte che ti penso o che parlo di te, ancora prima di parlare, mi esce quel sorriso ebete sulla faccia che mi fa ridere ancora di più.
Ecco, stasera gira così.
Ho in testa e nel cuore un mucchio di cose, tutte molto interessanti. Ho Bologna nel cuore, ieri ho visto angoli che raccontavano chissà quale storia, e ho fatto incetta di cielo azzurro e disagio. Come sempre, è stato bellissimo. C'è di tutto a Bolo, mi aveva detto qualcuno.

samedi, janvier 07, 2017

La gatta triestina

Forse mi piaci perché sei la mia versione al maschile.
La versione figa.

vendredi, janvier 06, 2017

Always be yourself, unless you can be a unicorn - then always be a unicorn

Questa notte ho sentito l'urgenza di fare outing.
Volevo farlo su facebook, in modo plateale. Plateale per me, che su facebook non metto praticamente mai niente. poi ci ho ripensato, e ho mandato un whatsup a un'amica, che sapevo mi avrebbe capita, o se non capita, almeno perdonata.
Non mi sento ancora pronta a fare certe rivelazioni al mondo; lo faccio sul blog perché tanto il mio blog non lo legge quasi nessuno.

Il messaggio era questo:

"devo confessarti una cosa.
sento il bisogno di fare outing.
siediti
perdonami
...
...
...
mi piace Rovazzi."

Quando pensavo che l'anno nuovo mi avrebbe portato consapevolezza, non era esattamente questa la consapevolezza a cui pensavo, ma da qualche parte bisogna pur partire.
Come diciamo sempre io ed E, c'è un tempo per ogni cosa. E forse adesso è tempo di andare a comandare! ok, scherzi a parte.
Rovazzi mi ricorda anche il ragazzo che mi piace.
Altra consapevolezza, c'è un ragazzo che mi piace.

Ho finito il 2016 con una gratidtude list al 2016, che ho riscoperto un anno meraviglioso per moltissimi aspetti. Ho perso lavoro e ragazzo nel giro di dieci giorni, è vero, ed è stata la cosa migliore che potesse succedermi, perché ero nelle sabbie mobili, e serviva una botta.
Martello di Thor sul fortino.

Quando guardavo Friends ero piuttosto giovane, e vedevo Rachel, Phoebe e Monica adulte, che avevano storie, lavori, rapporti complicati con la famiglia, amiche lontane, vecchie amiche, un passato. E pensavo, chissà come sarò io tra dieci, quindici anni.
Pensavo sarei diventata come Monica, perché sono un po' ossessiva compulsiva su certi aspetti (tipo le penne tutte nello stesso verso nell'astuccio. adesso l'astuccio non ce l'ho più, ma se ce l'avessi le penne avrebbero tutte la punta verso destra); invece al momento sono come Rachel, a parte i capelli biondi e la pancia piatta. Ho trovato il lavoro della mia vita dopo lungo peregrinare, adoro le scarpe e esco con i ragazzi per trovare quello giusto.
Conversazione illuminante con C una delle ultime volte che ci siamo visti (ci vediamo poco, ma quando ci vediamo escono sempre belle cose): vedi, tu trovi sempre i ragazzi sbagliati perché esci con quelli che sono attratti da te.
Pausa di perplessità (mia).
Spiegazione (sua).
"una persona come te attrarrà sempre ragazzi un po' timidi, insicuri, che si lasciano trascinare, poco decisi. Ma tu, uno così, lo vuoi?"
Beh, no, che domande. No. Io voglio uno brillante. Sicuro.
"Ecco, allora lo devi cercare."
La mia perplessità sul come farlo non è ancora stata dissipata.

Uno dei buoni propositi del 2017 è proprio questo.
Per fortuna ci sono gli unicorni.

mercredi, janvier 04, 2017

M.

Impressionante, avevi ragione su tutto.
Ho fatto tutto io.
Per fortuna ci siamo visti.
Per fortuna ci siamo persi.
E' stato naturale perdersi come trovarsi, ed è stato bellissimo.
Lo sapevo che sarebbe stato bellissimo ballare con te in questa bolla.
Io te l'avevo detto, e tu avevi ragione.
Credo comunque che una cosa l'abbiamo trovata entrambi: la speranza.