vendredi, mai 09, 2008

I cento passi _ 30 anni dopo, per non dimenticare


"C'è una scena del film che spiega tutto. Mio fratello che litiga con mio padre, io lo rincorro per calmarlo e lui mi porta, passo dopo passo, fino alla casa di Tano Badalamenti. La distanza è appunto di soli cento passi.
Eppure, mi dice Peppino nel film, quei pochi metri separano due mondi opposti: quello delle persone oneste, dei lavoratori, e l'altro degli assassini e dei prevaricatori.
Ecco, questa può essere la metafora della storia di mio fratello: si può vivere nello stesso microcosmo, addirittura sotto lo stesso tetto, come avveniva tra Peppino e mio padre, ed essere distanti anni luce. Nello stesso tempo, lo spazio di soli cento passi ti fa capire quanto sia labile il confine della scelta tra il bene e il male."

samedi, mai 03, 2008

Moto e foto _ non si fa nulla senza un perchè

Stamattina mi sono alzata prestissimo e mi sono messa sui libri (non a dormire ma a studiare), per aspettare con trepidazione l'ora in cui sarebbe passato a prendermi C il centauro e avessi potuto di nuovo indossare il mio fantastico casco glitterato di quel glam tamarro che fa quasi chic. Mi ero quasi dimenticata quanto mi piace andare in moto. Io adoro andare in moto.
la nostra meta principale era reggio emilia, in particolare la mostra di Andrzej Dragan e l'incontro con lui, ma per arrivarci che bei posti abbiamo attraversato...
da traversetolo siamo andati a sella (salutando Tegge con la mano), poi a Vetto, Castelnuovo, e poi su fino al passo del Cerreto, dove c'erano diverse cricche di centauri e dove abbiamo mangiato un panino al prosciutto e pecorino veramente rustico. abbiamo mangiato seduti al sole, l'aria era fresca e il Ventasso era proprio di fianco a noi. respiro profondo. profonda tranquillità. uau. siamo ripartiti verso la nostra meta prestabilita, l'Università di reggio. io ho bigiato il primo seminario per sdraiarmi in uno dei bei prati verdi del parco tra le margherite con il mio fedelissimo libro, per poi arrivare in aula magna con Andrzej già intento a spiegare la sua opera.

L'apparenza inganna
prendete ad esempio questa foto: questa storia mi ha affascinato tantissimo...il nostro fotografo laureato in fisica quantistica ha incontrato questo signore alla fermata dell'autobus e gli ha chiesto se poteva fotografarlo. lui ha accettato e si sono messi a parlare. il signor X ha parlato della sua vita e di cose molto private ad Andrzej, per esempio gli ha detto che era appena uscito dall'Ospedale e il dottore gli aveva dato poche settimane di vita. dopo avere fatto un po' di scatti e averglieli mostrati, al modello "ovviamente" non sono piaciuti ma ha dato comunque il consenso ad esporli in pubblico, come per esempio alla mostra di oggi.
Quando Andrzej stava preparando la mostra lo ha chiamato per invitarlo all'inaugurazione, il signor X ha accettato di buon grado, detto che si sentiva meglio e promesso che se si fosse sentito bene sarebbe certamente andato.
Al giorno dell'inaugurazione, Dragan ha chiamato di nuovo il Signor X per avere conferma della sua presenza, ma lui era morto pochi giorni prima...

La cricca
I motociclisti quando si incrociano per strada si salutano: o mettono fuori una manina, o alzano un paio di dita dal manubrio e fanno un cenno.
io ieri ho chiesto il perchè di questo gesto cameratesco al mio personale centauro, che non mi ha saputo dare una spiegazione soddisfacente.
nell'andare poi dal Cerreto alla città, abbiamo incrociato un motociclista che non ci ha fatto il solito gesto di saluto ma ci ha fatto segno di rallentare. poi un altro, poi un altro e così via.
polizia?
incidente?
la seconda, e c'era olio sulla strada.
con l'incidente arriva la spiegazione da C: "hai capito ora a cosa serve il saluto?"
io interpreto così: "ti saluto = va tutto bene, strada a posto, va' piano e sii prudente" e penso, ma che carina questa cricca!
C mi chiede se saluto anch'io. "no" ma che domande, mica guido io, io guardo il panorama, mi perdo tra il Ventasso e la pietra di Bismantova io, mica guardo la strada. "come no?" incalza il vero motociclista tra i due. "no" però da adesso lo faccio, almeno ci provo ecco.
la prima volta, facciamo anche le prime dieci, mi sono sentita un po' cretina però poi ho cominciato a divertirmi, pensando alla carineria di questa cricca e vattelapesca.

L'incendio
finita la conferenza ho preso la macchina fotografica di C e sono andata fuori dall'Università, volevo fotografare tutti quei piumini che danzavano nell'aere, e anche quei 10 centimetri di "neve" a terra tra i trifogli e i fiorellini...sono bellamente sdraiata a terra impegnata nell'estremo gesto artistico, quando d'un tratto sento un crepitio e voltandomi verso la cancellata vedo i piumini che stanno letteralmente andando a fuoco!
visto che già altri si erano prodigati nel chiamare aiuto, a me non rimaneva altro da fare che documentare l'evento: il fuoco prima, gli uomini con gli estintori poi.
Emozionante, come una cronista d'assalto, nel vivo dell'azione!

Non si fa nulla senza un perchè
finita la conferenza e domato l'incendio, io e C siamo tornati insieme al parco, ci siamo seduti sull'erba, mi sono tolta le scarpe -per sentire la vita sotto i piedi- abbiamo fatto qualche foto e ci stavamo riposando prima di ripartire quando...un poliziotto in moto si è avvicinato e dal vialetto ha borbottato qualcosa.
"mi scusi?" chiedo
borbottio again
"mi scusi, non ho capito" rispondo
lui spegne la moto, si alza il casco e scandisce "potreste sedervi sulle panchine?"
"certo" rispondo sorridendo "ma posso chiederle come mai?"
"non si possono calpestare le aiuole"
...e non so come mai ma già mi prende una strana sensazione di dèjà-vu...
"ah capisco, e perchè non si può?" sorriso smagliante, stavolta
"perchè la legge lo vieta", e voce velata di un lieve imbarazzo
"sì ma...posso chiedere il motivo di questo divieto?" sorriso magnum, e occhio brilliccichino
"è un'ordinanza del sindaco, signorina..."
va bene, ho capito, è ora di smettere.
e mi trovo a fare una cosa senza sapere perchè la sto facendo, mi rimetto le scarpe e mi siedo sulla panchina.
E' una giornata estiva, si sta benissimo, siamo in un parco verde (per la cronaca quella che stavamo calpestando non era un'aiuola ma un prato, proprio un grande prato verde), ci sono ettari di prato, 4 panchine e 100 persone.
tutte stipate sulle panchine.