jeudi, décembre 31, 2020

This is the end_don't call me baby

Non chiamarmi tesoro.

Non chiamarmi tesoro se non sono davvero il tuo tesoro. Non chiamarmi amore, stella, stellina, amo, teso. Non lo sono. Lo sarò se ti prenderai la responsabilità di curarti di me, come se fossi davvero il tuo tesoro.

Altrimenti, fuck. Baby. 

With great power, comes great responsibility. 

Questo 2020 è stato faticosissimo. è iniziato con un'anestesia totale, prima della quale ho lasciato un biglietto con qualcosa da dire a qualcuno, e l'ho dato a una delle persone più belle nella mia vita. Adesso molte di quelle frasi non hanno senso, non ha senso niente per me in questo preciso momento. Sono entrata in ospedale con un mondo normale, sono uscita con una pandemia mondiale, che ha avuto ondate, ha trasformato le persone nelle versioni sayan di loro stesse e ha tracciato solchi così profondi che sembra impensabile possano essere colmati.

Sono stanca, stanca di vivere. Sono arrabbiata, sono triste, rabbiosa se penso a tanto di quello che ho visto, letto, ascoltato. sento il sangue ribollire in sottofondo, ma è una sensazione così forte e profonda che consciamente non porto in superficie per timore. Penso che potrei prendere fuoco. 

Questo 2020 è stato anche un anno bellissimo per certi versi, fatto di momenti incredibili, colpi di culo pazzeschi, incontri illuminati, posti incantati e sentimenti ritrovati. 

Insight.

Ho pianto tantissimo, riso tantissimo, amato fortissimo. Scopato pochissimo. Mangiato tantissimo, letto moltissimo. 

Ho un gatto nero. 

Sono felice che finisca il 2020, non posso dire altrettanto per il mondo invece. Vorrei godermi certe cose ancora un po'. i tacchi, l'estate, viaggiare, ridere, mangiare e ubriacarmi con mia sorella e le mie amiche, vedere un altro film degli Avengers (anche se senza Tony non è la stessa cosa), innamorarmi e fare l'amore. 

Ho imparato un sacco di cose, e ho voglia di impararne tante altre, tra cui andare in moto e fare la verticale. La verticale è la cosa che più mi spaventa, che penso che non imparerò mai. La verticale è la mia bestia nera. Vorrei anche tornare ad essere autentica, che mi sento impolverata.

Sono triste anche io, Fra. E anche io adesso vorrei essere con te, un salame, un Martini, e The Holiday. Ti voglio bene, e mi manchi. Mi manchi così forte che se ci penso mi si crepa il cuore. Ho issato delle barriere così alte che quando me ne rendo conto (tipo prima, quando ci siamo scritte) mi vengono i brividi.

Invece di fare ottomila propositi per l'anno prossimo, ne faccio uno solo, e me lo urlo in faccia da sola, come farebbe la vita:

Tira giù le barriere, vivi.

mardi, décembre 12, 2017

Grazie per la neve

Sono frastornata.
Sono stata frastornata, scettica, indecisa, poi ho lasciato fare, poi mi sono lasciata trasportare, mi sono lasciata baciare ed è stato bellissimo. Non me lo aspettavo. Non mi aspettavo né di trovarmi così bene, né quel bacio sotto casa.
Dicevano le stelle di fare solo il 25%, e di lasciare fare tutto il resto all'universo. siccome che a me il 25% mi pareva troppo, ho optato per un più morigerato 19%, e il risultato è che domenica ho passato una delle giornate più spaventosamente belle della mia vita.
Avete presente quando si dice "bello da paura"? Ecco, ho capito il senso solo quando sono tornata a casa la sera. Non ho chiuso occhio, avevo il battito accelerato ed ero letteralmente in preda all'ansia. Uguale ieri, uguale stanotte. poi stamattina finalmente ci siamo chiariti, e ho scoperto che l'ansia era condivisa. due cretini, in preda all'ansia per la troppa complicità.
Avete presente quando si dice "bruciare le tappe"?
(che io pensavo, cosa vuoi mai bruciare, fai quello che senti quando lo senti, mica ci son tappe da bruciare, o altre sterpaglie)
Ecco, le tappe da bruciare si bruciano eccome. Noi ne abbiamo bruciate almeno quindici in una domenica innevata. La neve dai, santicorbezzoli, pure la neve!!!
"esco a fare due passi"
"ma nevica fortissimo"
"appunto"
Ora la domanda da un milione di dollari è: si può rallentare?
O forse, se è vero che abbiamo bruciato le tappe, le tappe si possono raschiare dal bruciato e ripercorrerle?
Della serie, why make it simple when you can make it complicated.

Comunque vada, grazie per la neve.

lundi, mai 15, 2017

Basta che funzioni

Che sì, è un film di Woody Allen, e no, non mi sto riferendo a una relazione, almeno non in questo preciso istante. Una "perturbazione dolorosa, più forte di ogni istanza moderatrice del volere", così la chiamava Gadda, la depressione.
Ad oggi, ancora, una definizione universale di depressione non esiste. E come potrebbe? è così diversa, così unica, così ramificata, strisciante, oscura, che sfugge da ogni schema e da ogni struttura, e non la puoi incasellare.
Mi ricordo ancora la prima volta che ebbi un attacco di panico: ero da un avvocato con un'amica, a un certo punto ho sentito le gambe mancare, la testa leggera, non riuscivo più a respirare e mi sentivo morire, vedevo grigio e le pareti dello studio si chiudevano piano piano addosso a me, volevo scappare ma ero paralizzata.
Se fossi riuscita a partorire un qualunque pensiero - a parte adesso muoio - avrei sicuramente pensato che era un calo di pressione, che dall'alto dei miei valori 90 su 40, ci poteva benissimo stare come scusa.
Poi una voce. Ero stesa su un divano, con le gambe in su, ho visto i lunghi riccioli neri dell'avvocatessa, e sentito la sua voce decisa che, quando ha visto che stavo tornando al mondo, mi ha apostrofato con: "lo sai vero che hai appena avuto un attacco di panico?"
Non lo sapevo proprio.
Poi son tornata a casa, ho googolato i sintomi ed è venuto fuori "attacco di panico".
Non credo che gli attacchi di panico e la depressione siano collegati, ma mi ricordo la difficoltà estrema di spiegare a una persona che di attacchi non ne ha mai avuti, cosa si prova durante quei momenti.
Ti guardano profondamente e con tono molto profondo ti dicono "capisco benissimo cosa vuoi dire".
E invece non hanno capito una mazza, la gente.
Ma non perché sono stupidi, cattivi o poco empatici.
L'attacco di panico è oscuro e strisciante, e anche se non c'è nulla di cui vergognarsi, quando lo racconti un po' scemo ti senti, e questo fa sì che se non sei uno che se ne frega del giudizio degli altri, alla terza, quarta o se sei tenace all'ottava o nona volta, non hai più voglia di sentirti scemo condividendo un momento così intimo e doloroso, e smetti di farlo.
Ecco, quello è il momento in cui l'attacco di panico si ciba di te e si rifà forte, si nutre delle tue paure e l'oscurità ti inghiotte di nuovo.
La depressione probabilmente è simile da questo punto di vista. E invece va condivisa, io mi sento di dire. Io, che come prima cosa mi sono chiusa in me stessa e mi sono isolata dal mondo. Proprio io, che parlo persino con i sassi.
Poi una mattina, l'ennesima che non mi volevo alzare, perché di scalare quella montagna sotto diecimila gradi senza borraccia proprio non ne volevo sapere, ho messo una mano fuori dalle coperte, ho preso il telefono, ho mandato un messaggio alla mia amica e le ho scritto:
"non riesco neanche ad alzarmi dal letto, credo di essere depressa. aiuto".
Lei ovviamente lo sapeva già, e sapeva anche che sarebbe stato inutile dirmi quoiquecesoit, perché tanto non l'avrei ascoltata, chiusa nel mio isolamento come ero.
Oggi ho scritto dieci pagine di lista di gratitudine, e mi son fermata solo perché devo fare la valigia, perché altrimenti andrei avanti a oltranza.
Ma le ultime due voci le voglio dedicare a voi, attacchi di panico e depressione, perché senza di voi, oggi non avrei scritto dieci pagine di felicità.


mercredi, avril 05, 2017

Panta rei_tutto torna

Tu sai che la giustizia divina esiste, perché lo senti, ne sei fermamente convinta, anche se oggi, e il giorno dopo, e quello dopo ancora non succede una benemerita minchiazza.
Ma tu lo sai e basta.
Oggi, dopo cinque anni, è finalmente accaduto. Il tutto torna è tornato.
Sono più felice io? sei più felice tu? Mi sa che siamo felici uguale!

Ed è bellissimo.

vendredi, mars 17, 2017

Tra le nuvole

Ho una gran voglia di dirti che mi piaci.
Magari lo faccio.

lundi, mars 13, 2017

Malta _ di vento e castelli

Conversazioni pre partenza:
Vado a Malta.
Cosa vai a fare?
Un corso di cucina olistica
Cioè?
Non lo so di preciso te l spiego quando torno.

Conversazioni post rientro:
Sono stata a Malta.
Ah, a fare quel corso di cucina strano. Cos'hai imparato?
A vivere.
Spiegami!
Vorrei, ma non posso. 

E' inspiegabile se non lo vivi. E' stato un momento magico, le energie che si sono scatenate in quella bolla sono state magiche, e sono entrate nel mio cuore; non solo nel mio, ma in quello di tutti noi che abbiamo mangiato, dormito, fatto yoga, camminato insieme, e insieme ci siamo messi in gioco, lasciando i pregiudizi fuori dalla porta, come le scarpe quando entri in un luogo sacro.

Cosa sono andata a fare? 
A ricominciare. Per l'ennesima volta. Perché non si smette mai di imparare, e si ricomincia ogni volta, con consapevolezza e con amore. 

In una parola, è stato troppo figo. 

dimanche, février 26, 2017

Tutto molto interessante

Stasera gira così.
Tu assomigli a Rovazzi, lo so che ti fa cagare; non ho mai capito se ti fa cagare come uomo o come cantante (oddio, cantante. showman. intrattenitore adolescenziale, sovvertitore di nonne, non saprei), o come tutte e due, ma lascia che ti mostri il ca**o che me ne frega. Non te l'ho mai chiesto, perché in fondo non mi importa. mi fai ridere, e tutte le volte che ti penso o che parlo di te, ancora prima di parlare, mi esce quel sorriso ebete sulla faccia che mi fa ridere ancora di più.
Ecco, stasera gira così.
Ho in testa e nel cuore un mucchio di cose, tutte molto interessanti. Ho Bologna nel cuore, ieri ho visto angoli che raccontavano chissà quale storia, e ho fatto incetta di cielo azzurro e disagio. Come sempre, è stato bellissimo. C'è di tutto a Bolo, mi aveva detto qualcuno.

samedi, janvier 07, 2017

La gatta triestina

Forse mi piaci perché sei la mia versione al maschile.
La versione figa.

vendredi, janvier 06, 2017

Always be yourself, unless you can be a unicorn - then always be a unicorn

Questa notte ho sentito l'urgenza di fare outing.
Volevo farlo su facebook, in modo plateale. Plateale per me, che su facebook non metto praticamente mai niente. poi ci ho ripensato, e ho mandato un whatsup a un'amica, che sapevo mi avrebbe capita, o se non capita, almeno perdonata.
Non mi sento ancora pronta a fare certe rivelazioni al mondo; lo faccio sul blog perché tanto il mio blog non lo legge quasi nessuno.

Il messaggio era questo:

"devo confessarti una cosa.
sento il bisogno di fare outing.
siediti
perdonami
...
...
...
mi piace Rovazzi."

Quando pensavo che l'anno nuovo mi avrebbe portato consapevolezza, non era esattamente questa la consapevolezza a cui pensavo, ma da qualche parte bisogna pur partire.
Come diciamo sempre io ed E, c'è un tempo per ogni cosa. E forse adesso è tempo di andare a comandare! ok, scherzi a parte.
Rovazzi mi ricorda anche il ragazzo che mi piace.
Altra consapevolezza, c'è un ragazzo che mi piace.

Ho finito il 2016 con una gratidtude list al 2016, che ho riscoperto un anno meraviglioso per moltissimi aspetti. Ho perso lavoro e ragazzo nel giro di dieci giorni, è vero, ed è stata la cosa migliore che potesse succedermi, perché ero nelle sabbie mobili, e serviva una botta.
Martello di Thor sul fortino.

Quando guardavo Friends ero piuttosto giovane, e vedevo Rachel, Phoebe e Monica adulte, che avevano storie, lavori, rapporti complicati con la famiglia, amiche lontane, vecchie amiche, un passato. E pensavo, chissà come sarò io tra dieci, quindici anni.
Pensavo sarei diventata come Monica, perché sono un po' ossessiva compulsiva su certi aspetti (tipo le penne tutte nello stesso verso nell'astuccio. adesso l'astuccio non ce l'ho più, ma se ce l'avessi le penne avrebbero tutte la punta verso destra); invece al momento sono come Rachel, a parte i capelli biondi e la pancia piatta. Ho trovato il lavoro della mia vita dopo lungo peregrinare, adoro le scarpe e esco con i ragazzi per trovare quello giusto.
Conversazione illuminante con C una delle ultime volte che ci siamo visti (ci vediamo poco, ma quando ci vediamo escono sempre belle cose): vedi, tu trovi sempre i ragazzi sbagliati perché esci con quelli che sono attratti da te.
Pausa di perplessità (mia).
Spiegazione (sua).
"una persona come te attrarrà sempre ragazzi un po' timidi, insicuri, che si lasciano trascinare, poco decisi. Ma tu, uno così, lo vuoi?"
Beh, no, che domande. No. Io voglio uno brillante. Sicuro.
"Ecco, allora lo devi cercare."
La mia perplessità sul come farlo non è ancora stata dissipata.

Uno dei buoni propositi del 2017 è proprio questo.
Per fortuna ci sono gli unicorni.

mercredi, janvier 04, 2017

M.

Impressionante, avevi ragione su tutto.
Ho fatto tutto io.
Per fortuna ci siamo visti.
Per fortuna ci siamo persi.
E' stato naturale perdersi come trovarsi, ed è stato bellissimo.
Lo sapevo che sarebbe stato bellissimo ballare con te in questa bolla.
Io te l'avevo detto, e tu avevi ragione.
Credo comunque che una cosa l'abbiamo trovata entrambi: la speranza.

jeudi, décembre 08, 2016

Di notti, pantere e disagio

"Oltre a quello che già c'è tra noi"
"...cosa c'è già tra noi?"
"Lo sai, lo so che lo sai"
"Sì, lo so. Del disagio."

Conversazioni a metà.

vendredi, novembre 18, 2016

Platonico, intenso, assoluto.

Adesso ho capito esattamente cosa volevi dire.
Una nota mi ha riportato a mesi fa, a tutte quelle emozioni, a quelle sensazioni che non lasciavano spazio nemmeno al respiro, perché l'idea di te -di noi- pervadeva tutto il mio mondo e il mio intorno. Ed era un'illusione. Eravamo i noi immaginari, era una storia vera, realmente immaginaria ed assolutamente, totalmente, pienamente viva. E mi scoppiava il cuore, ti sentivo vibrare in ogni battito, in ogni respiro, perché eri esattamente come ti avevo immaginato. Ci stavamo cercando, da una vita probabilmente.
Poi hai avuto paura.
Io non avevo paura.
Poi ti ho solo detto quello che sentivo.
Poi ti è passata la paura.
Poi ti ho visto in fondo al viale. Ed eri veramente tu.
Non credevo che ti avrei mai visto; non so cosa credevo veramente.
E mi hai sorriso, sei rimasto fermo in fondo al viale, chissà cosa pensavi.
Tremavi forse?
Perché non mi vieni incontro?
Poi mi sei venuto incontro, e ci siamo sorrisi, e ci siamo fusi in quell'abbraccio, così stretto, che sognavamo da tempo, e che chissà quante volte abbiamo immaginato, adornandolo di profumi, di colori, di desideri.
Ci siamo solo stretti forte, perché non c'era bisogno di parole.
E' stato abbastanza mistico?
Sarebbe mai potuto essere all'altezza delle nostre aspettative?
Impossibile, le aspettative erano troppo alte e noi invece siamo solo reali.
Avevi ragione tu.
Poi adesso sono io che ho paura.
Ho paura di farmi traviare dai pregiudizi, e di non essere autentica.
I baci sulla fronte, le carezze, gli sguardi profondi, i nomignoli.
Tutto racconta una storia, racconta di noi, eppure niente è ancora stato scritto.

Pensi di non aver bisogno di protezione finché non ti senti realmente protetta.
Ed è così che io mi sono sentita in quell'abbraccio, protetta. E non so se sono pronta.

samedi, septembre 24, 2016

Si stava meglio quando si stava peggio _ limoniamo su una panchina

Ho usato Tinder.
Ho usato Tinder e sono una romantica old fashion. Siamo tutti fatti di contraddizioni in fondo no?
L'ho scaricato, l'ho usato, sono uscita con de ragazzi, ho conosciuto persone fighe, persone belle, persone disagiate, persone sturm und drang, persone fighette, persone complicate, persone ricche; ho conosciuto mondi nuovi, ho letto libri che non avrei mai letto e visto film che non avrei mai visto se non avessi conosciuto loro.
E poi ci sono quelli che non ho conosciuto.
Io su Tinder faccio quello che faccio di solito nella vita vera, tipo al bar, alle feste di paese, a ballare, per strada, al supermercato o in palestra (mi dicono che in palestra si cucca. io non lo so perché faccio solo pilates e aquafitness la domenica mattina):
scarto quelli con le foto degli addominali scolpiti, i tatuaggi modaioli e i selfie in macchina.
Poi con il 20% rimasto chiacchiero, e ne scarto un altro buon 15% quando sbagliano un congiuntivo, se scrivono che con la k da bimbominkia o se non sanno usare la punteggiatura.
Con i sopravvissuti ci esco, se mi chiedono di uscire.
Poi ci sono quelli che non mi chiedono niente, ma che siamo amicici su effebi, su instagram e su twitter no perché io twitter non ce l'ho, sennò lo saremmo pure lì.
Io posto, tu metti mi piace, commenti, io ti commento indietro. Tu posti, io ti liko, ti cuoro, mi faccio due risate e tu ridi indietro ed è tutto un giro di pollici su e cuoricini che battono a ritmo di like. Ciccipuccimiciomicio.
C'è simpatia, tra di noi.
Magari c'è anche empatia.
Ma è una dating app, o no?
Quindi datiamoci.

E limoniamo su una panchina sgarrupata, che è molto più bello.

(sì, state pensando giusto. a quindici anni non limonavo sulle panchine come avrei dovuto, ma leggevo Le ultime lettere di Jacopo Ortis e Il pendolo di Foucault, scrivevo bad poetry, e stavo in disparte alle feste quando ci andavo. #adolescenzaportamivia)

jeudi, septembre 01, 2016

Novilunio _luna nuova, vita nuova, Martini sul pavimento, Chanel, traslochi e voglia di fuggire

Il Fertility day.
Sul serio? Sul serio, pare che non sia una bufala. Io non mi pronuncio perché Saviano e la Lucarelli hanno espresso alla perfezione il mio pensiero.
Ma va bene così, l'abbiamo sempre detto, io e te, che non è necessario spostarsi per viaggiare, né essere madri per essere donne.
E comunque no, la fertilità non è un bene comune.
Agosto è stato un mese notevolissimo, sapevamolo, sapevatelo. sono tornata dal mio strano viaggio che avevo un sacco di cose appiccicate addosso. me le sentivo come un vestito che non volevo togliere. Toglimelo tu.
E allora così sia, spazio alle emozioni, a bere Martini bianco seduta per terra, a mangiare solo cioccolato per giorni, a ballare da sola, a cantare in macchina a squarciagola, a vivere scalza e spettinata, a fare una valigia per partire la mattina dopo, a dire sì a cose a cui normalmente direi di no, e viceversa.
Agosto però è finito. Settembre è per i bilanci? No, per i progetti.
E allora progettiamo. Non scordarti le emozioni però, che sono il carburante della nostra vita.
Brownie celebrativo iniziatico fatto.
E adesso?
Adesso si progetta, si vive, si balla, si canta, si cammina scalzi, si colorano i libri, si legge tra le righe.
E si mangia.

samedi, août 20, 2016

Il frullatore impazzito

E, io ti ringrazio dal profondo del cuore per essermi amica, davvero, ti voglio bene, te ne vorrò sempre e Santa Lucia sarà sempre il nostro anniversario e prima o poi faremo quel viaggio di cui tante volte abbiamo parlato. 
Ma in questi momenti di estremo tormento interno, quando mi sento dentro un frullatore impazzito che schizza sangue e brandelli di budella ovunque intorno - sì, bleah, lo so, ma in fondo in fondo sono un po' pulp - ecco, in questi momenti di milionate di domande che cerco di non farmi perché il loop è dietro l'angolo che mi strizza l'occhiolino, sfodero la mia introspezione più assoluta e totale, quella che ho coltivato negli anni e che credo essere profondamente strutturata per arrivare al nocciolo della questione, ti voglio un po' meno bene, perché da quella sera al bar centrale a Collecchio tra un the, una lacrima e una sigaretta, mi hai detto quelle cinque dannate parole che mi perseguitano...et voilà, ecco che cosa ottengo:
la risposta. 
42. 
"sei proprio bilancia ascendente gemelli" è il mio 42. 
Possibile che tutto si riduca a questo? A due segni? eh, ma due segni doppi. Ahpperò, bella merda. 
Dualità. Sempre e comunque. 
Bianco e nero. Ma le 50 sfumature diqualunquecacchiodicolore io non ce le ho? Le vorrei. 
Sono passati dieci anni, e io sono la stessa che è scappata con l'alpino. 
Adesso però scappo da sola, come le quindicenni, con la differenza che ho molte più cose da cui scappare, perché in questi dieci anni ho ammucchiato una quantità notevole di delusioni e fallimenti, ed è da loro che voglio scappare. Da tutto quello che chissà cosa pensavo di voler realizzare, e invece niente, non ho fatto niente. Una beata mazza. 
Ottimo, ho iniziato questo post che non riuscivo neanche a mettere insieme due pensieri, e alla fine ne ho messo insieme uno solo, ma spaventoso. 
Adesso datemi una sigaretta. 



mardi, juillet 05, 2016

come caderrci dentro con tutte le scarpe in quattro semplici mosse

1. dire massì vabbè
2. dire massì vabbè dai
3. infrangere le regole che ci si dà a 14 anni (e che diventano assiomi diosolosaperché)
4. predicare bene e razzolare male
4bis. dire "è la volta buona che ci casco dentro con tutte le scarpe"
e io di scarpe ne ho tante.

Et volià.
Una guida facile, esaustiva e completa su come la visualizzazione funzioni benissimerrimo anche quando visualizzi senza volerlo fare. Anzi, tu vorresti visualizzare il contrario, poi invece ti rendi conto che hai esattamente quello che ti aspettavi. Poi non lamentarti, cretina, che lo sapevi benissimo! La legge di attrazione è universale, e funziona, cacchio, funziona punto e basta.
Però dai, sul serio?! cioè veramente, sul serio?!?
Sì, sulserissimo.

lundi, juin 27, 2016

La cura

acrofobia - parapendio
nictofobia - mia cuggina mia cuggina mi faceva leggere storie horror poi spegneva la luce 
talassofobia - mi sono iscritta in piscina
decidofobia - ho preso una decisione una notte di giugno del duemilacinque
belonefobia - ho fatto le analisi per l'idoneità a diventare donatrice di sangue. oggi.

jeudi, juin 23, 2016

Spacciatore di vento

Mi sono lasciata trasportare dal vento.
Questo fine settimana c'è stato un clima strano a Parma, per Parma.
Completamente instabile. in certi momenti mi sembrava di essere tornata in Bretagna, mi sentivo sotto il cielo di Rennes, ed era una sensazione bellissima, che sentivo dai capelli fino alle piante dei piedi.
Prossemica.
Sono dipendente dalle emozioni.
E come ogni dipendenza che si rispetti, adesso che il vento è passato, io ne voglio ancora.
ancora un po'.

lundi, juin 13, 2016

Le aperture del cuore _ volano mucche, case, alberi e ciliegie

Ho aperto il cuore oggi a yoga, in modo molto doloroso devo dire. Ho uno stiramento, e ho imparato a non usare scuse. Tipo, questa cosa non riesco a farla perché ho un problema al ginocchio, questa non la posso fare perché ho la spalla bloccata, questa non riesco perché ho la pressione bassa, ho il dito che svirgola, il gomito che mi fa contatto col ginocchio, una bruschetta in un occhio, antani. 
Nonostante io predichi assai bene l'amore,la compassione, l'accettazione e la gentilezza verso se stessi, è una delle cose in cui sono assai altrettanto brava a predicare bene e razzolare male. 
Malissimo.
Malerrimo. 
Infatti oggi, mentre praticavo al 20% delle mie possibilità, che sono più o meno il 70% scarso delle possibilità delle altre persone, ci rimanevo male, ero arrabbiata e delusa, non mi stavo accettando, né perdonando, né tantomeno volendo bene. Ero proprio un po' incarognita, diciamolo. 
Poi è arrivato il mio maestro, mi ha preso per le braccia, mi ha guardato negli occhi e mi ha tranquillizzata. Mi ha detto quello che di solito io dico agli altri. 
Ascoltati, non sforzarti, perdonati, accettati. 
Non ho fatto il ponte, ma ho aperto il cuore come potevo. 
E ho pianto. 
Piangere è catartico, come la pioggia. 
Lo stiramento che ho è uno stiramento del cuore, e la risposta è sempre la stessa. 
Respira.
Sono nell'occhio del ciclone: tutto quello che vola intorno a me non cadrà sistemandosi con la stessa disposizione di prima dell'uragano. Non ho paura, osservo il vortice con curiosità, e con curiosità aspetto la nuova disposizione dei pezzi che danzano in questo vento impazzito.

mardi, juin 07, 2016

Le vent nous portera

Odiavo il vento da piccola.
Da adolescente soprattutto.
Mi scompigliava i capelli, e non mi faceva respirare come volevo. Non avevo controllo sul vento, e non avevo più controllo su me stessa. Capelli, vestiti, parole, pensieri, emozioni, respiri, si mischiava tutto e non distinguevo più me stessa dal mondo circostante. Non mi sono mai chiesta perché odiassi il vento; riesco a capirlo solo ora che il vento è entrato a far parte di me.
La mia Bretagna mi ha cambiata. Il suo vento mi è entrato dentro, e da allora non se ne è più andato.
Sento il vento che mi scorre nelle vene, i capelli fluttuano, e il mio cuore insieme a loro.
Il vento mi attraversa, come un respiro profondo, e io apro le braccia e mi lascio trasportare.
Il mio viaggio è ora.