Stasera gira così.
Tu assomigli a Rovazzi, lo so che ti fa cagare; non ho mai capito se ti fa cagare come uomo o come cantante (oddio, cantante. showman. intrattenitore adolescenziale, sovvertitore di nonne, non saprei), o come tutte e due, ma lascia che ti mostri il ca**o che me ne frega. Non te l'ho mai chiesto, perché in fondo non mi importa. mi fai ridere, e tutte le volte che ti penso o che parlo di te, ancora prima di parlare, mi esce quel sorriso ebete sulla faccia che mi fa ridere ancora di più.
Ecco, stasera gira così.
Ho in testa e nel cuore un mucchio di cose, tutte molto interessanti. Ho Bologna nel cuore, ieri ho visto angoli che raccontavano chissà quale storia, e ho fatto incetta di cielo azzurro e disagio. Come sempre, è stato bellissimo. C'è di tutto a Bolo, mi aveva detto qualcuno.
Nuovo titolo, nuova vita. my brand new blog, dopo un anno di erasmus a rennes la mia vita ricomincia da qui. dalle scarpe, una passione ereditata da mia nonna, e dai piedi, il contatto più semplice e genuino per sentire il mondo. e viverlo.
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dimanche, février 26, 2017
mercredi, janvier 04, 2017
M.
Impressionante, avevi ragione su tutto.
Ho fatto tutto io.
Per fortuna ci siamo visti.
Per fortuna ci siamo persi.
E' stato naturale perdersi come trovarsi, ed è stato bellissimo.
Lo sapevo che sarebbe stato bellissimo ballare con te in questa bolla.
Io te l'avevo detto, e tu avevi ragione.
Credo comunque che una cosa l'abbiamo trovata entrambi: la speranza.
Ho fatto tutto io.
Per fortuna ci siamo visti.
Per fortuna ci siamo persi.
E' stato naturale perdersi come trovarsi, ed è stato bellissimo.
Lo sapevo che sarebbe stato bellissimo ballare con te in questa bolla.
Io te l'avevo detto, e tu avevi ragione.
Credo comunque che una cosa l'abbiamo trovata entrambi: la speranza.
Libellés :
amore e dintorni,
disagio,
la vie qui parle,
sturm und drang
jeudi, décembre 08, 2016
Di notti, pantere e disagio
"Oltre a quello che già c'è tra noi"
"...cosa c'è già tra noi?"
"Lo sai, lo so che lo sai"
"Sì, lo so. Del disagio."
Conversazioni a metà.
"...cosa c'è già tra noi?"
"Lo sai, lo so che lo sai"
"Sì, lo so. Del disagio."
Conversazioni a metà.
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vendredi, novembre 18, 2016
Platonico, intenso, assoluto.
Adesso ho capito esattamente cosa volevi dire.
Una nota mi ha riportato a mesi fa, a tutte quelle emozioni, a quelle sensazioni che non lasciavano spazio nemmeno al respiro, perché l'idea di te -di noi- pervadeva tutto il mio mondo e il mio intorno. Ed era un'illusione. Eravamo i noi immaginari, era una storia vera, realmente immaginaria ed assolutamente, totalmente, pienamente viva. E mi scoppiava il cuore, ti sentivo vibrare in ogni battito, in ogni respiro, perché eri esattamente come ti avevo immaginato. Ci stavamo cercando, da una vita probabilmente.
Poi hai avuto paura.
Io non avevo paura.
Poi ti ho solo detto quello che sentivo.
Poi ti è passata la paura.
Poi ti ho visto in fondo al viale. Ed eri veramente tu.
Non credevo che ti avrei mai visto; non so cosa credevo veramente.
E mi hai sorriso, sei rimasto fermo in fondo al viale, chissà cosa pensavi.
Tremavi forse?
Perché non mi vieni incontro?
Poi mi sei venuto incontro, e ci siamo sorrisi, e ci siamo fusi in quell'abbraccio, così stretto, che sognavamo da tempo, e che chissà quante volte abbiamo immaginato, adornandolo di profumi, di colori, di desideri.
Ci siamo solo stretti forte, perché non c'era bisogno di parole.
E' stato abbastanza mistico?
Sarebbe mai potuto essere all'altezza delle nostre aspettative?
Impossibile, le aspettative erano troppo alte e noi invece siamo solo reali.
Avevi ragione tu.
Poi adesso sono io che ho paura.
Ho paura di farmi traviare dai pregiudizi, e di non essere autentica.
I baci sulla fronte, le carezze, gli sguardi profondi, i nomignoli.
Tutto racconta una storia, racconta di noi, eppure niente è ancora stato scritto.
Pensi di non aver bisogno di protezione finché non ti senti realmente protetta.
Ed è così che io mi sono sentita in quell'abbraccio, protetta. E non so se sono pronta.
Una nota mi ha riportato a mesi fa, a tutte quelle emozioni, a quelle sensazioni che non lasciavano spazio nemmeno al respiro, perché l'idea di te -di noi- pervadeva tutto il mio mondo e il mio intorno. Ed era un'illusione. Eravamo i noi immaginari, era una storia vera, realmente immaginaria ed assolutamente, totalmente, pienamente viva. E mi scoppiava il cuore, ti sentivo vibrare in ogni battito, in ogni respiro, perché eri esattamente come ti avevo immaginato. Ci stavamo cercando, da una vita probabilmente.
Poi hai avuto paura.
Io non avevo paura.
Poi ti ho solo detto quello che sentivo.
Poi ti è passata la paura.
Poi ti ho visto in fondo al viale. Ed eri veramente tu.
Non credevo che ti avrei mai visto; non so cosa credevo veramente.
E mi hai sorriso, sei rimasto fermo in fondo al viale, chissà cosa pensavi.
Tremavi forse?
Perché non mi vieni incontro?
Poi mi sei venuto incontro, e ci siamo sorrisi, e ci siamo fusi in quell'abbraccio, così stretto, che sognavamo da tempo, e che chissà quante volte abbiamo immaginato, adornandolo di profumi, di colori, di desideri.
Ci siamo solo stretti forte, perché non c'era bisogno di parole.
E' stato abbastanza mistico?
Sarebbe mai potuto essere all'altezza delle nostre aspettative?
Impossibile, le aspettative erano troppo alte e noi invece siamo solo reali.
Avevi ragione tu.
Poi adesso sono io che ho paura.
Ho paura di farmi traviare dai pregiudizi, e di non essere autentica.
I baci sulla fronte, le carezze, gli sguardi profondi, i nomignoli.
Tutto racconta una storia, racconta di noi, eppure niente è ancora stato scritto.
Pensi di non aver bisogno di protezione finché non ti senti realmente protetta.
Ed è così che io mi sono sentita in quell'abbraccio, protetta. E non so se sono pronta.
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