"Oltre a quello che già c'è tra noi"
"...cosa c'è già tra noi?"
"Lo sai, lo so che lo sai"
"Sì, lo so. Del disagio."
Conversazioni a metà.
Nuovo titolo, nuova vita. my brand new blog, dopo un anno di erasmus a rennes la mia vita ricomincia da qui. dalle scarpe, una passione ereditata da mia nonna, e dai piedi, il contatto più semplice e genuino per sentire il mondo. e viverlo.
jeudi, décembre 08, 2016
vendredi, novembre 18, 2016
Platonico, intenso, assoluto.
Adesso ho capito esattamente cosa volevi dire.
Una nota mi ha riportato a mesi fa, a tutte quelle emozioni, a quelle sensazioni che non lasciavano spazio nemmeno al respiro, perché l'idea di te -di noi- pervadeva tutto il mio mondo e il mio intorno. Ed era un'illusione. Eravamo i noi immaginari, era una storia vera, realmente immaginaria ed assolutamente, totalmente, pienamente viva. E mi scoppiava il cuore, ti sentivo vibrare in ogni battito, in ogni respiro, perché eri esattamente come ti avevo immaginato. Ci stavamo cercando, da una vita probabilmente.
Poi hai avuto paura.
Io non avevo paura.
Poi ti ho solo detto quello che sentivo.
Poi ti è passata la paura.
Poi ti ho visto in fondo al viale. Ed eri veramente tu.
Non credevo che ti avrei mai visto; non so cosa credevo veramente.
E mi hai sorriso, sei rimasto fermo in fondo al viale, chissà cosa pensavi.
Tremavi forse?
Perché non mi vieni incontro?
Poi mi sei venuto incontro, e ci siamo sorrisi, e ci siamo fusi in quell'abbraccio, così stretto, che sognavamo da tempo, e che chissà quante volte abbiamo immaginato, adornandolo di profumi, di colori, di desideri.
Ci siamo solo stretti forte, perché non c'era bisogno di parole.
E' stato abbastanza mistico?
Sarebbe mai potuto essere all'altezza delle nostre aspettative?
Impossibile, le aspettative erano troppo alte e noi invece siamo solo reali.
Avevi ragione tu.
Poi adesso sono io che ho paura.
Ho paura di farmi traviare dai pregiudizi, e di non essere autentica.
I baci sulla fronte, le carezze, gli sguardi profondi, i nomignoli.
Tutto racconta una storia, racconta di noi, eppure niente è ancora stato scritto.
Pensi di non aver bisogno di protezione finché non ti senti realmente protetta.
Ed è così che io mi sono sentita in quell'abbraccio, protetta. E non so se sono pronta.
Una nota mi ha riportato a mesi fa, a tutte quelle emozioni, a quelle sensazioni che non lasciavano spazio nemmeno al respiro, perché l'idea di te -di noi- pervadeva tutto il mio mondo e il mio intorno. Ed era un'illusione. Eravamo i noi immaginari, era una storia vera, realmente immaginaria ed assolutamente, totalmente, pienamente viva. E mi scoppiava il cuore, ti sentivo vibrare in ogni battito, in ogni respiro, perché eri esattamente come ti avevo immaginato. Ci stavamo cercando, da una vita probabilmente.
Poi hai avuto paura.
Io non avevo paura.
Poi ti ho solo detto quello che sentivo.
Poi ti è passata la paura.
Poi ti ho visto in fondo al viale. Ed eri veramente tu.
Non credevo che ti avrei mai visto; non so cosa credevo veramente.
E mi hai sorriso, sei rimasto fermo in fondo al viale, chissà cosa pensavi.
Tremavi forse?
Perché non mi vieni incontro?
Poi mi sei venuto incontro, e ci siamo sorrisi, e ci siamo fusi in quell'abbraccio, così stretto, che sognavamo da tempo, e che chissà quante volte abbiamo immaginato, adornandolo di profumi, di colori, di desideri.
Ci siamo solo stretti forte, perché non c'era bisogno di parole.
E' stato abbastanza mistico?
Sarebbe mai potuto essere all'altezza delle nostre aspettative?
Impossibile, le aspettative erano troppo alte e noi invece siamo solo reali.
Avevi ragione tu.
Poi adesso sono io che ho paura.
Ho paura di farmi traviare dai pregiudizi, e di non essere autentica.
I baci sulla fronte, le carezze, gli sguardi profondi, i nomignoli.
Tutto racconta una storia, racconta di noi, eppure niente è ancora stato scritto.
Pensi di non aver bisogno di protezione finché non ti senti realmente protetta.
Ed è così che io mi sono sentita in quell'abbraccio, protetta. E non so se sono pronta.
Libellés :
amore e dintorni,
dreams,
sturm und drang
samedi, septembre 24, 2016
Si stava meglio quando si stava peggio _ limoniamo su una panchina
Ho usato Tinder.
Ho usato Tinder e sono una romantica old fashion. Siamo tutti fatti di contraddizioni in fondo no?
L'ho scaricato, l'ho usato, sono uscita con de ragazzi, ho conosciuto persone fighe, persone belle, persone disagiate, persone sturm und drang, persone fighette, persone complicate, persone ricche; ho conosciuto mondi nuovi, ho letto libri che non avrei mai letto e visto film che non avrei mai visto se non avessi conosciuto loro.
E poi ci sono quelli che non ho conosciuto.
Io su Tinder faccio quello che faccio di solito nella vita vera, tipo al bar, alle feste di paese, a ballare, per strada, al supermercato o in palestra (mi dicono che in palestra si cucca. io non lo so perché faccio solo pilates e aquafitness la domenica mattina):
scarto quelli con le foto degli addominali scolpiti, i tatuaggi modaioli e i selfie in macchina.
Poi con il 20% rimasto chiacchiero, e ne scarto un altro buon 15% quando sbagliano un congiuntivo, se scrivono che con la k da bimbominkia o se non sanno usare la punteggiatura.
Con i sopravvissuti ci esco, se mi chiedono di uscire.
Poi ci sono quelli che non mi chiedono niente, ma che siamo amicici su effebi, su instagram e su twitter no perché io twitter non ce l'ho, sennò lo saremmo pure lì.
Io posto, tu metti mi piace, commenti, io ti commento indietro. Tu posti, io ti liko, ti cuoro, mi faccio due risate e tu ridi indietro ed è tutto un giro di pollici su e cuoricini che battono a ritmo di like. Ciccipuccimiciomicio.
C'è simpatia, tra di noi.
Magari c'è anche empatia.
Ma è una dating app, o no?
Quindi datiamoci.
E limoniamo su una panchina sgarrupata, che è molto più bello.
(sì, state pensando giusto. a quindici anni non limonavo sulle panchine come avrei dovuto, ma leggevo Le ultime lettere di Jacopo Ortis e Il pendolo di Foucault, scrivevo bad poetry, e stavo in disparte alle feste quando ci andavo. #adolescenzaportamivia)
Ho usato Tinder e sono una romantica old fashion. Siamo tutti fatti di contraddizioni in fondo no?
L'ho scaricato, l'ho usato, sono uscita con de ragazzi, ho conosciuto persone fighe, persone belle, persone disagiate, persone sturm und drang, persone fighette, persone complicate, persone ricche; ho conosciuto mondi nuovi, ho letto libri che non avrei mai letto e visto film che non avrei mai visto se non avessi conosciuto loro.
E poi ci sono quelli che non ho conosciuto.
Io su Tinder faccio quello che faccio di solito nella vita vera, tipo al bar, alle feste di paese, a ballare, per strada, al supermercato o in palestra (mi dicono che in palestra si cucca. io non lo so perché faccio solo pilates e aquafitness la domenica mattina):
scarto quelli con le foto degli addominali scolpiti, i tatuaggi modaioli e i selfie in macchina.
Poi con il 20% rimasto chiacchiero, e ne scarto un altro buon 15% quando sbagliano un congiuntivo, se scrivono che con la k da bimbominkia o se non sanno usare la punteggiatura.
Con i sopravvissuti ci esco, se mi chiedono di uscire.
Poi ci sono quelli che non mi chiedono niente, ma che siamo amicici su effebi, su instagram e su twitter no perché io twitter non ce l'ho, sennò lo saremmo pure lì.
Io posto, tu metti mi piace, commenti, io ti commento indietro. Tu posti, io ti liko, ti cuoro, mi faccio due risate e tu ridi indietro ed è tutto un giro di pollici su e cuoricini che battono a ritmo di like. Ciccipuccimiciomicio.
C'è simpatia, tra di noi.
Magari c'è anche empatia.
Ma è una dating app, o no?
Quindi datiamoci.
E limoniamo su una panchina sgarrupata, che è molto più bello.
(sì, state pensando giusto. a quindici anni non limonavo sulle panchine come avrei dovuto, ma leggevo Le ultime lettere di Jacopo Ortis e Il pendolo di Foucault, scrivevo bad poetry, e stavo in disparte alle feste quando ci andavo. #adolescenzaportamivia)
jeudi, septembre 01, 2016
Novilunio _luna nuova, vita nuova, Martini sul pavimento, Chanel, traslochi e voglia di fuggire
Il Fertility day.
Sul serio? Sul serio, pare che non sia una bufala. Io non mi pronuncio perché Saviano e la Lucarelli hanno espresso alla perfezione il mio pensiero.
Ma va bene così, l'abbiamo sempre detto, io e te, che non è necessario spostarsi per viaggiare, né essere madri per essere donne.
E comunque no, la fertilità non è un bene comune.
Agosto è stato un mese notevolissimo, sapevamolo, sapevatelo. sono tornata dal mio strano viaggio che avevo un sacco di cose appiccicate addosso. me le sentivo come un vestito che non volevo togliere. Toglimelo tu.
E allora così sia, spazio alle emozioni, a bere Martini bianco seduta per terra, a mangiare solo cioccolato per giorni, a ballare da sola, a cantare in macchina a squarciagola, a vivere scalza e spettinata, a fare una valigia per partire la mattina dopo, a dire sì a cose a cui normalmente direi di no, e viceversa.
Agosto però è finito. Settembre è per i bilanci? No, per i progetti.
E allora progettiamo. Non scordarti le emozioni però, che sono il carburante della nostra vita.
Brownie celebrativo iniziatico fatto.
E adesso?
Adesso si progetta, si vive, si balla, si canta, si cammina scalzi, si colorano i libri, si legge tra le righe.
E si mangia.
Sul serio? Sul serio, pare che non sia una bufala. Io non mi pronuncio perché Saviano e la Lucarelli hanno espresso alla perfezione il mio pensiero.
Ma va bene così, l'abbiamo sempre detto, io e te, che non è necessario spostarsi per viaggiare, né essere madri per essere donne.
E comunque no, la fertilità non è un bene comune.
Agosto è stato un mese notevolissimo, sapevamolo, sapevatelo. sono tornata dal mio strano viaggio che avevo un sacco di cose appiccicate addosso. me le sentivo come un vestito che non volevo togliere. Toglimelo tu.
E allora così sia, spazio alle emozioni, a bere Martini bianco seduta per terra, a mangiare solo cioccolato per giorni, a ballare da sola, a cantare in macchina a squarciagola, a vivere scalza e spettinata, a fare una valigia per partire la mattina dopo, a dire sì a cose a cui normalmente direi di no, e viceversa.
Agosto però è finito. Settembre è per i bilanci? No, per i progetti.
E allora progettiamo. Non scordarti le emozioni però, che sono il carburante della nostra vita.
Brownie celebrativo iniziatico fatto.
E adesso?
Adesso si progetta, si vive, si balla, si canta, si cammina scalzi, si colorano i libri, si legge tra le righe.
E si mangia.
samedi, août 20, 2016
Il frullatore impazzito
E, io ti ringrazio dal profondo del cuore per essermi amica, davvero, ti voglio bene, te ne vorrò sempre e Santa Lucia sarà sempre il nostro anniversario e prima o poi faremo quel viaggio di cui tante volte abbiamo parlato.
Ma in questi momenti di estremo tormento interno, quando mi sento dentro un frullatore impazzito che schizza sangue e brandelli di budella ovunque intorno - sì, bleah, lo so, ma in fondo in fondo sono un po' pulp - ecco, in questi momenti di milionate di domande che cerco di non farmi perché il loop è dietro l'angolo che mi strizza l'occhiolino, sfodero la mia introspezione più assoluta e totale, quella che ho coltivato negli anni e che credo essere profondamente strutturata per arrivare al nocciolo della questione, ti voglio un po' meno bene, perché da quella sera al bar centrale a Collecchio tra un the, una lacrima e una sigaretta, mi hai detto quelle cinque dannate parole che mi perseguitano...et voilà, ecco che cosa ottengo:
la risposta.
42.
"sei proprio bilancia ascendente gemelli" è il mio 42.
Possibile che tutto si riduca a questo? A due segni? eh, ma due segni doppi. Ahpperò, bella merda.
Dualità. Sempre e comunque.
Bianco e nero. Ma le 50 sfumature diqualunquecacchiodicolore io non ce le ho? Le vorrei.
Sono passati dieci anni, e io sono la stessa che è scappata con l'alpino.
Adesso però scappo da sola, come le quindicenni, con la differenza che ho molte più cose da cui scappare, perché in questi dieci anni ho ammucchiato una quantità notevole di delusioni e fallimenti, ed è da loro che voglio scappare. Da tutto quello che chissà cosa pensavo di voler realizzare, e invece niente, non ho fatto niente. Una beata mazza.
Ottimo, ho iniziato questo post che non riuscivo neanche a mettere insieme due pensieri, e alla fine ne ho messo insieme uno solo, ma spaventoso.
Adesso datemi una sigaretta.
mardi, juillet 05, 2016
come caderrci dentro con tutte le scarpe in quattro semplici mosse
1. dire massì vabbè
2. dire massì vabbè dai
3. infrangere le regole che ci si dà a 14 anni (e che diventano assiomi diosolosaperché)
4. predicare bene e razzolare male
4bis. dire "è la volta buona che ci casco dentro con tutte le scarpe"
e io di scarpe ne ho tante.
Et volià.
Una guida facile, esaustiva e completa su come la visualizzazione funzioni benissimerrimo anche quando visualizzi senza volerlo fare. Anzi, tu vorresti visualizzare il contrario, poi invece ti rendi conto che hai esattamente quello che ti aspettavi. Poi non lamentarti, cretina, che lo sapevi benissimo! La legge di attrazione è universale, e funziona, cacchio, funziona punto e basta.
Però dai, sul serio?! cioè veramente, sul serio?!?
Sì, sulserissimo.
2. dire massì vabbè dai
3. infrangere le regole che ci si dà a 14 anni (e che diventano assiomi diosolosaperché)
4. predicare bene e razzolare male
4bis. dire "è la volta buona che ci casco dentro con tutte le scarpe"
e io di scarpe ne ho tante.
Et volià.
Una guida facile, esaustiva e completa su come la visualizzazione funzioni benissimerrimo anche quando visualizzi senza volerlo fare. Anzi, tu vorresti visualizzare il contrario, poi invece ti rendi conto che hai esattamente quello che ti aspettavi. Poi non lamentarti, cretina, che lo sapevi benissimo! La legge di attrazione è universale, e funziona, cacchio, funziona punto e basta.
Però dai, sul serio?! cioè veramente, sul serio?!?
Sì, sulserissimo.
lundi, juin 27, 2016
La cura
acrofobia - parapendio
nictofobia - mia cuggina mia cuggina mi faceva leggere storie horror poi spegneva la luce
talassofobia - mi sono iscritta in piscina
decidofobia - ho preso una decisione una notte di giugno del duemilacinque
belonefobia - ho fatto le analisi per l'idoneità a diventare donatrice di sangue. oggi.
jeudi, juin 23, 2016
Spacciatore di vento
Mi sono lasciata trasportare dal vento.
Questo fine settimana c'è stato un clima strano a Parma, per Parma.
Completamente instabile. in certi momenti mi sembrava di essere tornata in Bretagna, mi sentivo sotto il cielo di Rennes, ed era una sensazione bellissima, che sentivo dai capelli fino alle piante dei piedi.
Prossemica.
Sono dipendente dalle emozioni.
E come ogni dipendenza che si rispetti, adesso che il vento è passato, io ne voglio ancora.
ancora un po'.
Questo fine settimana c'è stato un clima strano a Parma, per Parma.
Completamente instabile. in certi momenti mi sembrava di essere tornata in Bretagna, mi sentivo sotto il cielo di Rennes, ed era una sensazione bellissima, che sentivo dai capelli fino alle piante dei piedi.
Prossemica.
Sono dipendente dalle emozioni.
E come ogni dipendenza che si rispetti, adesso che il vento è passato, io ne voglio ancora.
ancora un po'.
lundi, juin 13, 2016
Le aperture del cuore _ volano mucche, case, alberi e ciliegie
Ho aperto il cuore oggi a yoga, in modo molto doloroso devo dire. Ho uno stiramento, e ho imparato a non usare scuse. Tipo, questa cosa non riesco a farla perché ho un problema al ginocchio, questa non la posso fare perché ho la spalla bloccata, questa non riesco perché ho la pressione bassa, ho il dito che svirgola, il gomito che mi fa contatto col ginocchio, una bruschetta in un occhio, antani.
Nonostante io predichi assai bene l'amore,la compassione, l'accettazione e la gentilezza verso se stessi, è una delle cose in cui sono assai altrettanto brava a predicare bene e razzolare male.
Malissimo.
Malerrimo.
Infatti oggi, mentre praticavo al 20% delle mie possibilità, che sono più o meno il 70% scarso delle possibilità delle altre persone, ci rimanevo male, ero arrabbiata e delusa, non mi stavo accettando, né perdonando, né tantomeno volendo bene. Ero proprio un po' incarognita, diciamolo.
Poi è arrivato il mio maestro, mi ha preso per le braccia, mi ha guardato negli occhi e mi ha tranquillizzata. Mi ha detto quello che di solito io dico agli altri.
Ascoltati, non sforzarti, perdonati, accettati.
Non ho fatto il ponte, ma ho aperto il cuore come potevo.
E ho pianto.
Piangere è catartico, come la pioggia.
Lo stiramento che ho è uno stiramento del cuore, e la risposta è sempre la stessa.
Respira.
Sono nell'occhio del ciclone: tutto quello che vola intorno a me non cadrà sistemandosi con la stessa disposizione di prima dell'uragano. Non ho paura, osservo il vortice con curiosità, e con curiosità aspetto la nuova disposizione dei pezzi che danzano in questo vento impazzito.
mardi, juin 07, 2016
Le vent nous portera
Odiavo il vento da piccola.
Da adolescente soprattutto.
Mi scompigliava i capelli, e non mi faceva respirare come volevo. Non avevo controllo sul vento, e non avevo più controllo su me stessa. Capelli, vestiti, parole, pensieri, emozioni, respiri, si mischiava tutto e non distinguevo più me stessa dal mondo circostante. Non mi sono mai chiesta perché odiassi il vento; riesco a capirlo solo ora che il vento è entrato a far parte di me.
La mia Bretagna mi ha cambiata. Il suo vento mi è entrato dentro, e da allora non se ne è più andato.
Sento il vento che mi scorre nelle vene, i capelli fluttuano, e il mio cuore insieme a loro.
Il vento mi attraversa, come un respiro profondo, e io apro le braccia e mi lascio trasportare.
Il mio viaggio è ora.
Da adolescente soprattutto.
Mi scompigliava i capelli, e non mi faceva respirare come volevo. Non avevo controllo sul vento, e non avevo più controllo su me stessa. Capelli, vestiti, parole, pensieri, emozioni, respiri, si mischiava tutto e non distinguevo più me stessa dal mondo circostante. Non mi sono mai chiesta perché odiassi il vento; riesco a capirlo solo ora che il vento è entrato a far parte di me.
La mia Bretagna mi ha cambiata. Il suo vento mi è entrato dentro, e da allora non se ne è più andato.
Sento il vento che mi scorre nelle vene, i capelli fluttuano, e il mio cuore insieme a loro.
Il vento mi attraversa, come un respiro profondo, e io apro le braccia e mi lascio trasportare.
Il mio viaggio è ora.
lundi, mai 23, 2016
Fade into you
A stranger's light comes on slowly
A stranger's heart without a home
You put your hands into your head
And then smiles cover your heart
vendredi, mai 20, 2016
La vita è piena di sorprese
Un giorno di maggio di molti anni fa un sms ha cambiato la mia vita.
e la mia prospettiva.
"la vita è piena di sorprese anche quando tutto ti sembra definitivo"
Non avevo capito subito. pensavo si riferisse a me, e invece si riferiva a lui.
Le mie amiche sono la mia verticale, sono il mio switch per il cambio di prospettiva, quando io sono così fissa nelle mie posizioni tanto da sentire le radici sotto i piedi.
Dove io vedo un elefante, loro vedono una ciliegia. E questo non fa dell'elefante una ciliegia, né della ciliegia un elefante, per capirci; ma mi fa semplicemente capire che la mia visione non è l'unica possibile, non è assiomatica né universalmente inequivocabile come io la vedo.
Insomma, non ho la scienza infusa.
Ho paure, e incertezze, ed ecco che rimetto su qualche mattone.
Amica mia, grazie a te questa sera il mattone che stavo per cementare resterà lì per terra, e forse, addirittura, ne tirerò giù uno che avevo messo su l'altro giorno.
Adesso che ho cambiato prospettiva l'ho visto.
E' che prima il muro era nascosto dietro l'elefante; ma adesso che l'elefante è diventato una ciliegia, posso vederlo lì che si stava issando. E adesso che lo vedo, posso abbatterlo.
Ti voglio bene A. Sei la mia verticale.
e la mia prospettiva.
"la vita è piena di sorprese anche quando tutto ti sembra definitivo"
Non avevo capito subito. pensavo si riferisse a me, e invece si riferiva a lui.
Le mie amiche sono la mia verticale, sono il mio switch per il cambio di prospettiva, quando io sono così fissa nelle mie posizioni tanto da sentire le radici sotto i piedi.
Dove io vedo un elefante, loro vedono una ciliegia. E questo non fa dell'elefante una ciliegia, né della ciliegia un elefante, per capirci; ma mi fa semplicemente capire che la mia visione non è l'unica possibile, non è assiomatica né universalmente inequivocabile come io la vedo.
Insomma, non ho la scienza infusa.
Ho paure, e incertezze, ed ecco che rimetto su qualche mattone.
Amica mia, grazie a te questa sera il mattone che stavo per cementare resterà lì per terra, e forse, addirittura, ne tirerò giù uno che avevo messo su l'altro giorno.
Adesso che ho cambiato prospettiva l'ho visto.
E' che prima il muro era nascosto dietro l'elefante; ma adesso che l'elefante è diventato una ciliegia, posso vederlo lì che si stava issando. E adesso che lo vedo, posso abbatterlo.
Ti voglio bene A. Sei la mia verticale.
jeudi, mai 19, 2016
questo vento agita anche me
Ci sono poi volte in cui la vita ti parla. Non ti risponde a delle domande dirette, ma semplicemente ti parla. Alle volte ti urla in faccia, altre ti sussurra qualcosa all'orecchio, e tu devi essere attenta e pronta ad ascoltare.
Io sono palesemente in una fase di negazione.
Non voglio sentirmi dire certe cose, non voglio vederle, non voglio viverle.
Vorrei solo fumare una sigaretta.
E sono di nuovo in quella fase assurda in cui penso una cosa e dico l'esatto contrario.
"speak the truth" dice la mia tisana, e io niente.
Leggo il messaggio, lo capisco, lo comprendo, lo faccio mio, lo mastico e poi lo sputo.
E dico cose a caso.
E la cosa peggiore è che questo clima, il vento,i tuoni, la pioggia, il sole, tutto questo si mescola dentro di me creando una sorta di uragano interiore che non mi fa godere il percorso.
So esattamente cosa dovrei fare, ma non lo faccio.
Negazione.
Rifiuto.
Sono nel loop. Dannatissimo stupidissimo loop.
Fatemi scendere dalla giostra che mi viene da vomitare.
Papà dove sei? Puoi mettere una mano fuori dalla navetta del Matheron e far fermare la giostra come hai fatto vent'anni fa?
Io sono palesemente in una fase di negazione.
Non voglio sentirmi dire certe cose, non voglio vederle, non voglio viverle.
Vorrei solo fumare una sigaretta.
E sono di nuovo in quella fase assurda in cui penso una cosa e dico l'esatto contrario.
"speak the truth" dice la mia tisana, e io niente.
Leggo il messaggio, lo capisco, lo comprendo, lo faccio mio, lo mastico e poi lo sputo.
E dico cose a caso.
E la cosa peggiore è che questo clima, il vento,i tuoni, la pioggia, il sole, tutto questo si mescola dentro di me creando una sorta di uragano interiore che non mi fa godere il percorso.
So esattamente cosa dovrei fare, ma non lo faccio.
Negazione.
Rifiuto.
Sono nel loop. Dannatissimo stupidissimo loop.
Fatemi scendere dalla giostra che mi viene da vomitare.
Papà dove sei? Puoi mettere una mano fuori dalla navetta del Matheron e far fermare la giostra come hai fatto vent'anni fa?
lundi, avril 11, 2016
mercredi, avril 06, 2016
vendredi, avril 01, 2016
L'allineamento planetario _ di dilemmi esistenziali e conversazioni surreali
Essere in pace con me stessa e con il mondo non vuole significativamente dire che il mondo sia in pace con me. Dovrebbe, ma non è. Lo dice il fisioterapista, lo dice il pilates, lo dice lo yoga, lo dice l'universo.
Se lo dicono tutti, l'allineamento è di sicuro importante. Fondamentale anzi.
Cominciando dall'alba dei miei pensieri, almeno ho fatto pace con i miei ex. non con loro esattamente, ma con i pezzi di loro in me. Ogni ricordo è un bel ricordo, è una nostalgia melodiosa e armonica che non ha nessun bisogno di essere ritrovata o rivissuta.
E' solo bella, e completa nella sua bellezza così fulgida e instabile.
Capitano cose poi che mettono a dura prova la mia zenitudine nel perseguire un nobile scopo e i miei sogni. Capitano le proposte economiche.
Non erano forse i più grandi pittori, scrittori, artisti, tutti malati di tisi, ubriaconi, drogati e poveri in canna? Ovvio. Erano felici? Ovvio. Almeno mentre erano fatti marci di assenzio.
Riuscirò a seguire i miei sogni o mi lascerò attrarre dal vile denaro?
Intanto ho lanciato in aria 5 corone, che non hanno né testa né croce, ma in fondo non è importante cosa esce, ma quello che speri quando la moneta è in aria.
Perché è lì che capisci cosa desideri.
Grazie A, perché l'altra notte ho riso come una cretina a voce alta e anche perché tiri fuori la mia anima 15enne Sturm und Drang.
Una regressione in piena regola.
Se lo dicono tutti, l'allineamento è di sicuro importante. Fondamentale anzi.
Cominciando dall'alba dei miei pensieri, almeno ho fatto pace con i miei ex. non con loro esattamente, ma con i pezzi di loro in me. Ogni ricordo è un bel ricordo, è una nostalgia melodiosa e armonica che non ha nessun bisogno di essere ritrovata o rivissuta.
E' solo bella, e completa nella sua bellezza così fulgida e instabile.
Capitano cose poi che mettono a dura prova la mia zenitudine nel perseguire un nobile scopo e i miei sogni. Capitano le proposte economiche.
Non erano forse i più grandi pittori, scrittori, artisti, tutti malati di tisi, ubriaconi, drogati e poveri in canna? Ovvio. Erano felici? Ovvio. Almeno mentre erano fatti marci di assenzio.
Riuscirò a seguire i miei sogni o mi lascerò attrarre dal vile denaro?
Intanto ho lanciato in aria 5 corone, che non hanno né testa né croce, ma in fondo non è importante cosa esce, ma quello che speri quando la moneta è in aria.
Perché è lì che capisci cosa desideri.
Grazie A, perché l'altra notte ho riso come una cretina a voce alta e anche perché tiri fuori la mia anima 15enne Sturm und Drang.
Una regressione in piena regola.
lundi, mars 28, 2016
La memoria del corpo
Oggi inciampo.
Tempo fa ho scritto una lettera aperta, a te A, e ho impresse quelle sensazioni nella memoria come fosse ieri. Il corpo ha memoria, i ricordi si sedimentano fisicamente nel corpo, e ci portiamo dietro questi sassolini che influenzano il nostro animo, e il nostro modo di camminare per il resto del cammino. I segni sulle ossa ci sono ancora.
Oggi questa lettera aperta sento di doverla scrivere a te, A, e a tutti voi altri, che ci siete stati prima e dopo di lui. Ad ognuno di voi, che ha inciso un nome, una parola, o una sola sillaba sulle mie ossa.
Ma oggi questa lettera aperta sento di doverla scrivere soprattutto a me stessa.
Voglio dirvi grazie, per avermi fatto sognare, soffrire, preso per mano, lasciato andare. per avermi fatto crescere.
E voglio chiedervi scusa per tutte le volte in cui sono stata fredda, aggressiva e poco presente. per non avere capito, per non aver ascoltato con il cuore, per non aver avuto fiducia.
E voglio chiedere scusa a me stessa, per non essere stata sincera.
Tempo fa ho scritto una lettera aperta, a te A, e ho impresse quelle sensazioni nella memoria come fosse ieri. Il corpo ha memoria, i ricordi si sedimentano fisicamente nel corpo, e ci portiamo dietro questi sassolini che influenzano il nostro animo, e il nostro modo di camminare per il resto del cammino. I segni sulle ossa ci sono ancora.
Oggi questa lettera aperta sento di doverla scrivere a te, A, e a tutti voi altri, che ci siete stati prima e dopo di lui. Ad ognuno di voi, che ha inciso un nome, una parola, o una sola sillaba sulle mie ossa.
Ma oggi questa lettera aperta sento di doverla scrivere soprattutto a me stessa.
Voglio dirvi grazie, per avermi fatto sognare, soffrire, preso per mano, lasciato andare. per avermi fatto crescere.
E voglio chiedervi scusa per tutte le volte in cui sono stata fredda, aggressiva e poco presente. per non avere capito, per non aver ascoltato con il cuore, per non aver avuto fiducia.
E voglio chiedere scusa a me stessa, per non essere stata sincera.
mardi, mars 22, 2016
Piovono cimici _ racconti di fobie quotidiane e altre amenità
Stamattina mi è caduta una cimice in testa.
Ho paura solo di due cose, io: del buio, e delle cimici.
Il mio corpo ha due reazioni diverse a seconda della modalità in cui percepisco la bestia:
a. la vedo
b. la sento
Se la vedo, semplicemente mi paralizzo al solo pensiero che possa muoversi e fare quel dannatissimo rumore ronziettoso che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Se la sento, misi chiude la vena, non mi arriva più sangue al cervello, vado fuori controllo, cerco di scappare il più lontano possibile agitando le mani in modo scomposto e urlando. una lady.
Stamattina mi è caduta una cimice in testa non è proprio esatto.
Stamattina nell'aprire la finestra ho sentito che qualcosa mi era caduto in testa, così mi sono passata una mano sui capelli e, guarda guarda, è caduta a terra una cimice.
L'ho fissata per un momento interminabile (stile ripresa stretta su Ridge espressione intensa in Beautiful), non ho urlato, non sono scappata. ero solo semi-paralizzata.
Il cervello funzionava, quindi mi sono chiesta:
- e adesso cosa faccio?
- la lascio lì?
- ah no ecco, cosa farebbe la fra con un ragno?
- la fra quando ha trovato un ragno gli ha buttato addosso un dizionario e poi è corsa via e ha chiuso la porta della camera.
- io non posso farlo perché non ho una porta da chiudere, e non ho un marito che al ritorno dal lavoro possa alzare il dizionario e rendere la stanza di nuovo agibile.
- e poi se la schiaccio puzza
- la prendo con un fazzoletto e la butto fuori
- eh sì certo, come se fosse facile
- non ce la farò mai
- dicevo anche che non ce l'avrei mai fatta a fare la verticale
- posso farcela
Miracolosamente dopo questi mille pensieri la cimice era ancora lì.
Ho preso un fazzoletto, ho raccolto la cimice e l'ho buttata fuori dalla finestra.
Un momento davvero simbolico, per chi mi conosce.
Oggi è una giornata catartica.
Grazie G, è sempre bello bere del vino con te. E lo small talk, anche con te, non è mai small talk.
Ho paura solo di due cose, io: del buio, e delle cimici.
Il mio corpo ha due reazioni diverse a seconda della modalità in cui percepisco la bestia:
a. la vedo
b. la sento
Se la vedo, semplicemente mi paralizzo al solo pensiero che possa muoversi e fare quel dannatissimo rumore ronziettoso che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Se la sento, misi chiude la vena, non mi arriva più sangue al cervello, vado fuori controllo, cerco di scappare il più lontano possibile agitando le mani in modo scomposto e urlando. una lady.
Stamattina mi è caduta una cimice in testa non è proprio esatto.
Stamattina nell'aprire la finestra ho sentito che qualcosa mi era caduto in testa, così mi sono passata una mano sui capelli e, guarda guarda, è caduta a terra una cimice.
L'ho fissata per un momento interminabile (stile ripresa stretta su Ridge espressione intensa in Beautiful), non ho urlato, non sono scappata. ero solo semi-paralizzata.
Il cervello funzionava, quindi mi sono chiesta:
- e adesso cosa faccio?
- la lascio lì?
- ah no ecco, cosa farebbe la fra con un ragno?
- la fra quando ha trovato un ragno gli ha buttato addosso un dizionario e poi è corsa via e ha chiuso la porta della camera.
- io non posso farlo perché non ho una porta da chiudere, e non ho un marito che al ritorno dal lavoro possa alzare il dizionario e rendere la stanza di nuovo agibile.
- e poi se la schiaccio puzza
- la prendo con un fazzoletto e la butto fuori
- eh sì certo, come se fosse facile
- non ce la farò mai
- dicevo anche che non ce l'avrei mai fatta a fare la verticale
- posso farcela
Miracolosamente dopo questi mille pensieri la cimice era ancora lì.
Ho preso un fazzoletto, ho raccolto la cimice e l'ho buttata fuori dalla finestra.
Un momento davvero simbolico, per chi mi conosce.
Oggi è una giornata catartica.
Grazie G, è sempre bello bere del vino con te. E lo small talk, anche con te, non è mai small talk.
lundi, mars 21, 2016
In cammino
Non c'è niente di più vero che durante il cammino quello che conta non è la meta ma il viaggio.
L'altra sera S mi ha sbattuto in faccia una verità, che forse era l'ultimo mattone del fortino, chissà, e l'ha fatto così candidamente che non mi ha neanche fatto male, mi ha solo fatto rendere conto che un'altra delle mie incrollabili certezze, era una fregnaccia.
Scusa D se me ne sono accorta troppo tardi. Dovrei chiedere scusa anche a me stessa.
Adesso però so di essere tornata, e mi piace, mi piace proprio. Perché ad ogni passo raccolgo un pezzo del puzzle, ed è un puzzle che si espande oltre i suoi confini. se prima era di cento pezzi, adesso può essere di centouno, di duecento o di mille e più. Chi lo sa.
Sono sempre nel dubbio, ma questo dubbio mi piace, mi ci crogiolo un casino.
Sento delle emozioni che erano sopite da tempo, le sento dentro come piccoli fuochi, ed è una sensazione meravigliosa.
Fiat lux.
mercredi, mars 09, 2016
Una donna
Alfine mi riconquistavo, alfine accettavo nella mia anima il rude impegno di camminar sola, di lottare sola, di trarre alla luce tutto quanto in me giaceva di forte, d'incontaminato, di bello; alfine arrossivo dei miei inutili rimorsi, della mia lunga sofferenza sterile, dell'abbandono in cui avevo lasciato la mia anima, quasi odiandola.
Alfine risentivo il sapore della vita, come a quindici anni.
Alfine risentivo il sapore della vita, come a quindici anni.
Inscription à :
Articles (Atom)