oggi è una giornata fortunata, ma cominciamo dal principio.
ossia da Natale, anzi, da prima di Natale. fino ad allora avevo un portachiavi, accuratamente scelto come tutti i miei portachiavi, a forma di muso di micio, nero e molto molto bello, che un giorno ha deciso di voler fare il gatto di strada e mi ha tristemene abbandonata. bu.
la mia mamma, vedendomi mogia, ha pensato di regalarmi un sostituto a tema: un Babbo Natale ciccionissimo di plastica semi trasparente, con due piccole palline di metallo alla base, che se sfiorate, accendevano di lampi colorati intermittenti blu rossi e gialli il mio ciccio babbo.
una piccola fiera ambulante natalizia, utilissima per trovare le chiavi di casa nel caos della borsetta femminile alle tre di notte al cancello. o anche alle cinque di pomeriggio, tanto faceva buio uguale.
mentre trascorrevo serena le feste, un giorno, girando al mio spaccio privato di portachiavi, ne ho visto uno troppo bello e ho deciso all'istante che sarebbe stato il sostituto del sostituto a tema.
detto fatto, preso e portato a casina.
poi viene capodanno, io prendo e parto, me ne vado a tegge a passare qualche giorno tra neve e camini e nullafacenza allo stato brado.
tutto scorre tranquillo fino alla telefonata da casa del primo dell'anno: tutti i parenti sono a casa mia a pranzo, vale a dire nonni, zii e cugina con difanzato.
mamma mi fa parlare con tutti poi dolcemente e molto ingenuamente, dice "ah, c'era qui un portachiavi, silvia (la cugina) l'ha visto e molto apprezzato, così le ho detto che glielo regalavo, di prenderlo pure. ho fatto bene, vero?"
"..." in risposta, il silenzio.
poi, dopo un attimo di luttuoso silenzio per la perdita, "ecco, adesso glielo richiedi indietro!!"
ovviamente cuore di zia non l'ha fatto!
tornata dalla montagna innevata mi sono precipitata dal mio spacciatore di oggettistica e frizzi e lazzi di fiducia e me lo sono ricomprata, uguale identico. ecco.
sono tornata a casa e l'ho messo via, ricordo benissimo di avere sussurrato mentre lo posavo "adesso lo metto qui in un posto sicuro così nessuno me lo ruba".
mai frase fu più veritiera.
finite le feste, tipo dopo Sant'Ilario, continuare a viaggiare con un babbo fluorescente che si illuminava al minimo movimento mi pareva un po' fuori luogo, così finalmente una sera mi sono detta che era il momento giusto per spianare la mia nuova fragola rosa fiammante!
piccolo problema: l'avevo messa in un posto sicuro-ma-così-sicuro da metterla al sicuro anche da me stessa. doh!
fino a stasera. mamma ha curiosato in camera mia (benedetta la curiosità materna, con sprezzo del pericolo e del disordine mostruoso) e aprendo un'innocua scatola...ha trovato la mia fragola rosa fiammante.
ho il mio nuovo portachiavi, preludio di estate, gelati, giri per la città deserta in bicicletta e ancora gelati.
e magari...
Nuovo titolo, nuova vita. my brand new blog, dopo un anno di erasmus a rennes la mia vita ricomincia da qui. dalle scarpe, una passione ereditata da mia nonna, e dai piedi, il contatto più semplice e genuino per sentire il mondo. e viverlo.
mercredi, février 11, 2009
my fourth first day
Ci ho fatto due rapidi calcoli poco fa, è il quarto lavoro da quando sono tornata dalla Francia.
ero tutta emozionata ieri, un po' timorosa e piena di domande ancor prima di iniziare...stasera ne ho almeno il triplo.
sono arrivata in ufficio stamattina alle nove e, in ordine, ho:
- conosciuto i colleghi
- iniziato a fare domande
- avuto un planning per la giornata e per la settimana
- avuto la mia posta - attiva già dalla settimana precedente -
- avuto il telefono con il mio nome (che cosa tenera)
- affiancato le colleghe a turno per farmi spiegare i vari compiti
- fatto fotocopie
- preso della cancelleria nella magica stanza stationery
- partecipato a un meeting
sono uscita da quella stanza e dalla giornata, letteramente bombardata di informazioni, con ottomila domande che sicuramente la mia collega mi ha letto negli occhi e alle quali ha carinamente risposto "ci pensiamo domani".
segue una brioche gigante alla marmellata, meritatissima.
ad ora, la mia stanza preferita è la stationery: quant'è bella e colorata!
ero tutta emozionata ieri, un po' timorosa e piena di domande ancor prima di iniziare...stasera ne ho almeno il triplo.
sono arrivata in ufficio stamattina alle nove e, in ordine, ho:
- conosciuto i colleghi
- iniziato a fare domande
- avuto un planning per la giornata e per la settimana
- avuto la mia posta - attiva già dalla settimana precedente -
- avuto il telefono con il mio nome (che cosa tenera)
- affiancato le colleghe a turno per farmi spiegare i vari compiti
- fatto fotocopie
- preso della cancelleria nella magica stanza stationery
- partecipato a un meeting
sono uscita da quella stanza e dalla giornata, letteramente bombardata di informazioni, con ottomila domande che sicuramente la mia collega mi ha letto negli occhi e alle quali ha carinamente risposto "ci pensiamo domani".
segue una brioche gigante alla marmellata, meritatissima.
ad ora, la mia stanza preferita è la stationery: quant'è bella e colorata!
Libellés :
il lavoro nobilita l'uomo (e la donna)
mercredi, février 04, 2009
lundi, février 02, 2009
è la vita che mi parla
per la seconda volta nel giro di pochi mesi ho la netta impressione che la vita mi stia parlando.
la prima volta è successo un pomeriggio piovoso, stavo andando in centro e sulla mia strada, presumibilmente diretta anche lei verso un aperitivo infrasettimanale, incontro un'ex professoressa (non mia, solo una signora che faceva la professoressa e ora è in pensione) un po' originale.
va spesso a fare aperitivi, è sempre in giro, e se chiedi di lei ai suoi studenti, quel che ne ricavi sono esclamazioni di ogni genere e tipo, tutte manifestazioni simpatiche e affettuose, ma a dir poco bizzarre, come lei.
è decisamente un tipo. uno di quei tipi che attaccano bottone con tutti sull'autobus, ti chiedono cosa fai-dove-vai-con-chi-vai-e-perchè, ti chiedono cosa fai nella vita e cosa vuoi fare da grande, e ti danno consigli (ovviamente non richiesti ma sempre graditissimi) su come fare cosa nella vita. loro che la vita l'hanno vissuta. e bene, a giudicare dalla joie de vivre che trasmettono sul bus alle sette di mattino!
ecco, quel giorno quando l'ho incntrata ho avuto un sobbalzo, è stato come vedere me stessa proiettata nel futuro, al di là della strada, tra una cinqantina d'anni.
eravamo vestite in modo identico:
- piumino nero
- cappello rosso
- borsa rossa (in tinta)
- ombrello fantasia sul rosso (in tinta)
- la stessa aria allegra e spensierata
- sorriso
quella è stata la prima netta sensazione della vita che mi parlava. non so se ho capito giusto, ma intanto ho diminuito gli aperitivi...
la seconda volta è stata ieri sera.
è da ferragosto che non mi ammalo, al massimo un po' di raffreddore mattutino, ma che scemava nel giro di poche ore. complici la dieta dei limoni e le vitamine effervescenti, non avevo mai fatto un inverno così, niente febbre, nè influenza nè altre catastrofi para-salutari, semplicemente in formissima.
con oggi inizia una settimana importante; oggi avrei dovuto avere un esame e domani un altro appuntamento a cui tengo. tanto.
esame oggi, appuntamento domani, dentista mercoledì. tutto organizzato benissimo, al di là di ogni più rosea aspettativa.
e invece no!
ieri sera scopro che l'esame, per motivi istituzionali, è stato spostato. indovino a quando?! a domani, che domande.
e mi è pure scoppiato il raffreddore ieri sera, e io posso pure avere la febbre a 40.5 che non ho nessun tipo di problema, ma il raffreddore no. io odio non respirare. io ho bisogno di respirare.
non c'è stato verso di chiudere occhio.
allordunque, io penso:
da agosto a febbraio, due cose importanti lo stesso giorno, la neve e il raffreddore.
...detta così in effetti non suona poi così grave.
ma sono sicura, è di nuovo la vita che mi parla, però giuro che stavolta io proprio non la sto capendo.
la prima volta è successo un pomeriggio piovoso, stavo andando in centro e sulla mia strada, presumibilmente diretta anche lei verso un aperitivo infrasettimanale, incontro un'ex professoressa (non mia, solo una signora che faceva la professoressa e ora è in pensione) un po' originale.
va spesso a fare aperitivi, è sempre in giro, e se chiedi di lei ai suoi studenti, quel che ne ricavi sono esclamazioni di ogni genere e tipo, tutte manifestazioni simpatiche e affettuose, ma a dir poco bizzarre, come lei.
è decisamente un tipo. uno di quei tipi che attaccano bottone con tutti sull'autobus, ti chiedono cosa fai-dove-vai-con-chi-vai-e-perchè, ti chiedono cosa fai nella vita e cosa vuoi fare da grande, e ti danno consigli (ovviamente non richiesti ma sempre graditissimi) su come fare cosa nella vita. loro che la vita l'hanno vissuta. e bene, a giudicare dalla joie de vivre che trasmettono sul bus alle sette di mattino!
ecco, quel giorno quando l'ho incntrata ho avuto un sobbalzo, è stato come vedere me stessa proiettata nel futuro, al di là della strada, tra una cinqantina d'anni.
eravamo vestite in modo identico:
- piumino nero
- cappello rosso
- borsa rossa (in tinta)
- ombrello fantasia sul rosso (in tinta)
- la stessa aria allegra e spensierata
- sorriso
quella è stata la prima netta sensazione della vita che mi parlava. non so se ho capito giusto, ma intanto ho diminuito gli aperitivi...
la seconda volta è stata ieri sera.
è da ferragosto che non mi ammalo, al massimo un po' di raffreddore mattutino, ma che scemava nel giro di poche ore. complici la dieta dei limoni e le vitamine effervescenti, non avevo mai fatto un inverno così, niente febbre, nè influenza nè altre catastrofi para-salutari, semplicemente in formissima.
con oggi inizia una settimana importante; oggi avrei dovuto avere un esame e domani un altro appuntamento a cui tengo. tanto.
esame oggi, appuntamento domani, dentista mercoledì. tutto organizzato benissimo, al di là di ogni più rosea aspettativa.
e invece no!
ieri sera scopro che l'esame, per motivi istituzionali, è stato spostato. indovino a quando?! a domani, che domande.
e mi è pure scoppiato il raffreddore ieri sera, e io posso pure avere la febbre a 40.5 che non ho nessun tipo di problema, ma il raffreddore no. io odio non respirare. io ho bisogno di respirare.
non c'è stato verso di chiudere occhio.
allordunque, io penso:
da agosto a febbraio, due cose importanti lo stesso giorno, la neve e il raffreddore.
...detta così in effetti non suona poi così grave.
ma sono sicura, è di nuovo la vita che mi parla, però giuro che stavolta io proprio non la sto capendo.
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