Pochi giorni fa ho visto una storia su Instagram di una mia ex collega, una foto di un fiore colorato, su un ramo, in un quadro innevato, con la didascalia "la potenza della delicatezza".
Mi ha colpito così tanto che ci penso da allora, e da allora in tutti i giri che ho fatto ho notato dei boccioli di rosa in mezzo alla neve, soprattutto ieri, che sono stata colta da una tempesta di neve a metà del mio giro. E per fortuna. Ma questa è un'altra storia, e la racconterò un'altra volta.
La potenza della delicatezza. Un pensiero che spalanca mondi, e che è esattamente come lei, come la ragazza che l'ha scritto. Lei è un fiore, di quelli che rompono il cemento per sbocciare, di quelli che colorano le tele dei giorni imbiancati dalla neve, di quelli che solo a guardarli troppo hai timore di sciupare. Quando lavoravamo nello stesso posto non eravamo amiche, ci incontravamo negli spazi comuni, e neanche tanto spesso, perché avevamo vite lavorative piuttosto differenti, ma ogni volta c'era un sorriso, dietro quel corpo minuto e quegli occhi grandissimi pieni di luce. Poi lei ha cambiato strada, e i social hanno fatto quello che sanno fare meglio, hanno avvicinato i nostri mondi, anche se restano distanti. Voglio solo dirti grazie J, per la delicatezza che metti in ogni tuo passo in questo strano mondo, per i sorrisi leggeri e le riflessioni profonde che leggerti mi dona.
La delicatezza salverà il mondo?
Magari.
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