Questa sera inaugura la mia mostriciattola fotografica, fino a fine luglio sarà al Pirù.
Non sono una fotografa e questa non è una mostra.
questi scatti apparentemente senza un filo conduttore, slegati e raccattati
a destra e a manca, sono legati da un filo invisibile, scontato e
romanticamente banale, che è la vita.
Un filo del quale spesso ci scordiamo, presi come siamo dalle mille cose che dobbiamo
assolutissimamente fare, senza renderci conto che senza questo filo sul quale camminare
cadremmo nel vuoto, noi e i nostri settecento birilli da tenere tutti in equilibrio.
fermiamoci un attimo, facciamo due chiacchiere, guardiamoci negli occhi,
beviamo un buon bicchiere di vino, ridiamo insieme.
queste foto sono appese a questi muri per ricordarci di fermarci a guardare la vita,
in piccoli frangenti che ci siamo persi per chissà quale motivo e che io...
ho gentilmente e romanticamente raccolto per voi.
Buona mostriciattola!
Nuovo titolo, nuova vita. my brand new blog, dopo un anno di erasmus a rennes la mia vita ricomincia da qui. dalle scarpe, una passione ereditata da mia nonna, e dai piedi, il contatto più semplice e genuino per sentire il mondo. e viverlo.
mercredi, juin 25, 2008
samedi, juin 14, 2008
Viceversa
Una volta Mario Soldati ha detto che il
Lambrusco va bevuto in bicchieri grandi,
perchè è un vino allegro, che va giù veloce.
Non come i vini piemontesi, ha detto
Soldati, che son pensierosi. Mario Soldati
era piemontese. Ecco, i vini piemontesi,
come il Barolo, o il Nebiolo, oppure il
Barbaresco, son più buoni; oggettivamente
più buoni, rispetto al Lambrusco. Allora
ho pensato che forse la bontà, forse come la
bellezza, impegna una parte del cervello
più ampia rispetto alla bevuta semplice.
Anche se, di solito, han ragione quelli della
bevuta semplice, che va giù più veloce, e
non ci pensi troppo. Pero' poi Calvino ha
scritto che c'è una leggerezza della
pesantezza, e una pesantezza della
leggerezza. E allora non è più semplice
capire qualcosa, se non che avevano ragione
tutti e due, e che forse, mentre si beve,
come mentre si legge, bisogna godere e
vengono i pensieri, come quando si fa
l'amore. O magari no; se si pensa non si
gode, e se si gode non si pensa. O se non
si pensa non si gode, e non si gode se non
si pensa. O viceversa, che e' lo stesso.
Viceversa.
relazioni e vino, connubio/confronto perfettissimo. ho sempre pensato di essere una persona estremamente semplice, soprattutto nelle relazioni a due: tu mi piaci + io ti piaccio = stiamo insieme. c'è qualcosa di più semplice ed essenziale di questo? no. e c'è qualcosa di più esistenzialmente complicato? nemmeno. se una storia non è semplice e facile da gestire vuol dire che è sbagliata? se la conquisti giorno per giorno e lotta su lotta è più giusta? ci sono storie giuste e storie sbagliate? la persona giusta esiste? la persona giusta al momento sbagliato diventa la persona sbagliata? i tempi sono fondamentali?
non sono domande retoriche, sono domande-domande, io una risposta che è una non ce l'ho.
però leggendo le parole di mario soldati mi è saltato alla mente un pensiero: fino a qualche anno fa mi piaceva il lambrusco, ora preferisco i vini "pensierosi"...
Lambrusco va bevuto in bicchieri grandi,
perchè è un vino allegro, che va giù veloce.
Non come i vini piemontesi, ha detto
Soldati, che son pensierosi. Mario Soldati
era piemontese. Ecco, i vini piemontesi,
come il Barolo, o il Nebiolo, oppure il
Barbaresco, son più buoni; oggettivamente
più buoni, rispetto al Lambrusco. Allora
ho pensato che forse la bontà, forse come la
bellezza, impegna una parte del cervello
più ampia rispetto alla bevuta semplice.
Anche se, di solito, han ragione quelli della
bevuta semplice, che va giù più veloce, e
non ci pensi troppo. Pero' poi Calvino ha
scritto che c'è una leggerezza della
pesantezza, e una pesantezza della
leggerezza. E allora non è più semplice
capire qualcosa, se non che avevano ragione
tutti e due, e che forse, mentre si beve,
come mentre si legge, bisogna godere e
vengono i pensieri, come quando si fa
l'amore. O magari no; se si pensa non si
gode, e se si gode non si pensa. O se non
si pensa non si gode, e non si gode se non
si pensa. O viceversa, che e' lo stesso.
Viceversa.
relazioni e vino, connubio/confronto perfettissimo. ho sempre pensato di essere una persona estremamente semplice, soprattutto nelle relazioni a due: tu mi piaci + io ti piaccio = stiamo insieme. c'è qualcosa di più semplice ed essenziale di questo? no. e c'è qualcosa di più esistenzialmente complicato? nemmeno. se una storia non è semplice e facile da gestire vuol dire che è sbagliata? se la conquisti giorno per giorno e lotta su lotta è più giusta? ci sono storie giuste e storie sbagliate? la persona giusta esiste? la persona giusta al momento sbagliato diventa la persona sbagliata? i tempi sono fondamentali?
non sono domande retoriche, sono domande-domande, io una risposta che è una non ce l'ho.
però leggendo le parole di mario soldati mi è saltato alla mente un pensiero: fino a qualche anno fa mi piaceva il lambrusco, ora preferisco i vini "pensierosi"...
mardi, juin 03, 2008
Io amo i miei piedi incondizionatamente
Sono una feticista dei piedi.
avete mai visto singles? un film bellissimo, tante storie intrecciate, i pearl jam e una seattle molto grunge sullo sfondo.
una delle storie parla di una donna, non certo avvenente, ovviamente single oserei dire a caccia, che adora un suo paio di orecchini vistosi pendenti e coloratissimi, che piacciono solo a lei.
single: "hai visto i miei orecchni?"
interlocutore: "ehm, come non notarli..."
single: "saranno bellissimi?!?!!?"
interlocutore: "veramente...sono orrendi. davvero, scusa ma sono orrendi"
la single in questione passa da una storia sbagliata all'altra e cerca uomini in tutti i modi possibili, persino tramite quelle agenzie molto americane dove devi registrare un video con la tua mini-presentazione.
nessun buon risultato, come previsto.
Un giorno, inaspettatamente, si scontra con un uomo, alza lo sguardo, i loro sguardi si incrociano e lui...
"che belli questi orecchini". lei si illumina, è amore.
I miei piedi sono come gli orecchini della single poco avvenente, con la differenza che lei all'occorrenza può cambiarli, io no.
mi piacciono i miei piedi, li trovo belli ed eleganti. ma sono cresciuta in mezzo a persone, i compagni di scuola, gli amici, i parenti -per scherzo ma anche per davvero- che guardavano alle mie estremità inferiori con sospetto. come se quell'alluce così lungo fosse fuori posto.
l'altro giorno ho sentito una cosa su di loro che non avevo mai mai sentito in tanti intensi anni di commenti e vita: "con quegli alluci puoi schiacciare le formiche negli angoli...!" mi dice L, e fa ridere tutte noi, per caso insieme.
dulcis in fundo, sabato sera al ristorante io e i miei amici stavamo andando a pagare, siamo passati davanti all'altra tavolata della sala, tre uomini sulla quarantina, avevo i sandali.
uno dei tre mi vede passare e fa, ad alta voce: "vaca, ve' che dita lunghe!".
saranno strani, io li sento speciali.
avete mai visto singles? un film bellissimo, tante storie intrecciate, i pearl jam e una seattle molto grunge sullo sfondo.
una delle storie parla di una donna, non certo avvenente, ovviamente single oserei dire a caccia, che adora un suo paio di orecchini vistosi pendenti e coloratissimi, che piacciono solo a lei.
single: "hai visto i miei orecchni?"
interlocutore: "ehm, come non notarli..."
single: "saranno bellissimi?!?!!?"
interlocutore: "veramente...sono orrendi. davvero, scusa ma sono orrendi"
la single in questione passa da una storia sbagliata all'altra e cerca uomini in tutti i modi possibili, persino tramite quelle agenzie molto americane dove devi registrare un video con la tua mini-presentazione.
nessun buon risultato, come previsto.
Un giorno, inaspettatamente, si scontra con un uomo, alza lo sguardo, i loro sguardi si incrociano e lui...
"che belli questi orecchini". lei si illumina, è amore.
I miei piedi sono come gli orecchini della single poco avvenente, con la differenza che lei all'occorrenza può cambiarli, io no.
mi piacciono i miei piedi, li trovo belli ed eleganti. ma sono cresciuta in mezzo a persone, i compagni di scuola, gli amici, i parenti -per scherzo ma anche per davvero- che guardavano alle mie estremità inferiori con sospetto. come se quell'alluce così lungo fosse fuori posto.
l'altro giorno ho sentito una cosa su di loro che non avevo mai mai sentito in tanti intensi anni di commenti e vita: "con quegli alluci puoi schiacciare le formiche negli angoli...!" mi dice L, e fa ridere tutte noi, per caso insieme.
dulcis in fundo, sabato sera al ristorante io e i miei amici stavamo andando a pagare, siamo passati davanti all'altra tavolata della sala, tre uomini sulla quarantina, avevo i sandali.
uno dei tre mi vede passare e fa, ad alta voce: "vaca, ve' che dita lunghe!".
saranno strani, io li sento speciali.
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