samedi, septembre 22, 2007

sotto il cielo di settembre

Milano.
un viaggio in treno ieri con L scandito dalle chiacchiere, le risate, la settimana enigmistica, i giornaletti di moda e pettegolezzi e le spiegazioni ai vicini delle mie preferenze di genere, piuttosto che i miei soliti viaggi solitari di qualche tempo fa a pensare emozionata a quando avrei visto M, a quando ci saremmo finalmente guardati negli occhi e baciati, e a quanti minuti avremmo potuto stare insieme.
Una Milano soleggiata, e bella, ma strana senza di lui. e mi è tornata alla mente la giornata di luglio, io con indosso i pantaloni orlati la notte prima perchè-tanto-non-riesco-a-dormire, M che mi prende per mano e insieme giriamo per il centro, le librerie, e sulle palle del toro. che porta fortuna.
poi ci sediamo sui gradini del Duomo e non ci diciamo nulla. ma tanto non ce n'è bisogno, lo sappiamo già.

E l'aria di settembre, con quel suo cielo azzurro intenso, che sembra una colata di tempera color ciano, mi rende malinconica.

Arriviamo a Parma, lo stesso colore di cielo che incanta, sotto il quale io e F mangiamo un gelato allo yogurt con frutta, miele, cioccolato bianco e croccante, innamorate di questo settembre e della vita. e della nostra città.
E il duomo è illuminato di una luce bellissima, che -again- solo questo settembre sa regalare.
e, suddenly, mentre ci stavamo alzando per andarcene, due ragazzi seduti a fianco a noi "ma no...già ve ne andate?". e aperitivo, e cena insieme. tutti insieme.
C'est beau la vie.

lundi, septembre 17, 2007

Once upon a time...

...una ragazza partiva per Rennes. quella ragazza sono io.
anche se non amo particolarmente gli anniversari (ma se un mio ipotetico fidanzato se ne dimentica sono cazzi amari per lui) mi fa un certo effetto pensare che esattamente un anno fa stavo partendo per il mio erasmus, con pochissime valigie ma con un sacco di speranze, progetti e nessuna paura.

Del giorno della partenza mi ricordo in particolare due cose:

la prima è che ho iniziato a fare i bagagli la mattina stessa, forse pensavo di andare in gita come alle elementari a Ravenna a vedere il mausoleo di Teodorico, chi lo sa, dopo essere rincasata alle 4 passate di ritorno dal matrimonio di G e L, bagnato e bellissimo, e che mettevo in valigia cose a caso o quasi. giuro che all'alba di 365 giorni non ho ancora idea di cosa mi frullasse in questa pazza testolina;

la seconda è la merenda, anche se chiamarla merenda è riduttivo visto che c'era da sfamare un esercito per almeno due mesi, a San Giusto, tutti e otto insieme. quando siamo arrivati e finalmente le mie mamme si sono conosciute è stato un momento magico, poi la tavola imbandita da M ha aumentato il coefficiente magico del pomeriggio: cioccolata calda fatta in casa, panna fatta in casa -la più buona che io abbia mai mai mai mangiato-, crostini, the, salame piccante, e una scatola di biscotti al cioccolato per me da portare in Francia per le mie colazioni.
E, per la cronaca, le mie coinquiline della prima settimana li hanno fatti fuori in tempi record.

Un anno fa iniziavo un percorso, mi levavo tante soddisfazioni e voglie solo con l'idea della partenza, e avevo così tanta voglia di andarmene che non realizzavo nemmeno a cosa stavo andando incontro. motivo per cui ho fatto i bagagli l a mattina della partenza, credo. smania.
Rennes non è stata una parentesi, è parte integrante della mia vita, sono cresciuta e ho vissuto ogni momento intensamente.

le 10 volte odierne in cui bussavo alla porta di C e I
la mia prima indimenticabile impepata di cozze con raccolta sughetto finale
la mensa
la sortie thabor con N e la nostra gara di foto (miseramene persa)
i ritorni a casa
il viaggio in treno l'antivigilia di Natale, le mie due bionde piccole amiche e D con i suoi dolci sorrisi. avrei fatto volentieri colazione a Roma con te
il concorso fotografico e la premiazione in Municipio. il mio primo discorso in pubblico. in francese
Cirefe
i racconti esilaranti a C e I delle mie (dis)avventure sentimentali
le polacchine
il giorno all'ufficio sanitario quando ho conosciuto A. accento americano e occhi dolcissimi
il mio compleanno, noi cinque come una famiglia
la festa della donna al St Melaine
picchiare il ciclista per ore con la mia pesciolina
G, la sua tenerezza e il brillio dei suoi occhi quando scarta le caramelle
P e le nostre notti insieme, la nostra amicizia
J, Troy in inglese con i sottotitoli in spagnolo e i giri mano nella mano. "oui, chef"
K e le lunghe disquisizioni filosofiche su amore e amicizia
K e P e le nostre notti insieme
le telefonate con le mie stelline lontane ma luminose e vicine
la pizzeria Mondello
il viaggio con i bubini, i campi di colza e Stars sur glace
l'autobus delle 8.12 che arriva alle 8.12
N che dorme sul divano
Attention à la marche, insalatona e leffe
la notte in cui ho creato questo blog
I e il the pomeridiano
la cartolina di D
la moutarde à l'ancienne e gli hot dog da N
all'ospedale da sola, l'operazione e il protossido d'azoto
il cinema, finalmente in lingua originale
P e le sue appassionate/appassionanti lezioni
la pioggia e i cieli bretoni
il lurido
MA, compagna di banco e amica
Battiato che presenta il suo nuovo film

e mi devo fermare da qualche parte, o potrei proseguire per chilometri, giorni interi a scrivere della mia bretagna. questa la mia Rennes.

oggi camminando sullo stradone ho riconosciuto un profumo buonissimo, le prime castagne cadute, i ricci ancora chiusi a terra, e io mi metto a raccogliere le castagne più belle per darle ai miei amici per preservarli dai malanni autunnali e i passanti che mi guardano in modo strano. chissà perchè. un profumo che sa di ritorno a casa, quando abitavo ancora in via R.
ogni via ha un suo odore, rue d'E profumava di freddo anche quando faceva caldo. ma era casa mia, e la strada del ritorno era stupenda, sempre.

lundi, septembre 03, 2007

I cosiddetti sani - la patologia della normalità

"Queste strane cose chiamate occhi, che esistono per formare nel volto una lieve e piacevole depressione, in lui sono malate di modo che gli disturbano il cervello. Sono molto dilatate, hanno le ciglia, con palpebre che si muovono; di conseguenza, il suo cervello è in uno stato costante d'irritazione e di distrazione."

Così viene diagnosticata la malattia della vista a un giovane smarritosi in Malesia da un medico di una tribù dove da molte generazioni tutti gli individui sono affetti da cecità congenita. era il 1925, è "Il paese dei ciechi" di H.G. Wells.

Sto leggendo questo libro (quello del titolo, non quello di Wells) di Fromm, e mi ha colpito molto la teoria dell'adattamento, che si basa implicitamente su alcune premesse:
1) ogni società in quanto tale è normale:
2) chi non corrisponde al tipo di personalità gradito alla società deve considerarsi psichicamente malato;
3) il sistema sanitario, in ambito psichiatrico e psicoterapeutico, ha lo scopo di ricondurre il singolo individuo al livello dell'uomo medio, indipendentemente dal fatto che questo sia cieco o vedente (per rifarci al racconto di Wells).
Conclusione: l'unica cosa che conta è che l'individuo sia adatto, che non turbi il contesto sociale.
Ricordo perfettamente il brivido che mi ha percorso la schiena mentre leggevo questa frase,
in un periodo poi in cui sovente mi interrogo sulla cosiddetta "normalità".
rabbrividivo perchè, in soldoni, io mi pongo circa queste domande:
essere normali significherebbe essere adatti alla società in cui viviamo?
significherebbe essere conformi a quello che la società si aspetta da noi in modo da non turbarne l'equilibrio?
praticamente non possiamo essere una ciliegia in un minestrone di piselli perchè...stona?
poi leggo un altro po' e arrivo qua:
"Ogni società, grazie alle sue istituzioni culturali, al suo sistema scolastico, alle sue convinzioni religiose, ecc., cerca in ogni modo di formare un tipo di personalità che aspiri a fare ciò che deve, e che, oltre a volere fare quanto è necessario, desideri esercitare con zelo il ruolo che la società, per potere funzionare senza attriti, gli ha assegnato."
E riecco il brivido, che stavolta mi percorre la schiena su e giù due volte.
vedo la società come una specie di Grande Sorella cattiva, che ci vuole uniformare e fare tutti uguali perchè così non possiamo contraddirla, rovinarla, incrinarla o stonare il suo perfetto mélange di colori pastello. brrrrrrrr.

Da quando sono poco più che bambina la normalità è un concetto che ritengo banale, insulso, direi addirittura stupido. anzi, penso che la normalità non esista per niente, eppure è un concetto astratto che mi affascina tantissimo perchè sento dire la parola "normale" mgliaia di volte al giorno e devo ammettere che, anche nello sforzo di cancellare quella parola dal mio vocabolario, ogni tanto esce anche dalla mia bocca.

"ma cosa fai, giri per casa nudo?! non sei normale!"
"hai tradito dopo 10 anni perchè il matrmonio ormai è routine? non preoccuparti, è normale"
"amo mozzarella e marmellata. oddio, sarò poco normale?!"

normale, normale, normale. cosa diavolo è la normalità??
anche per rispondere a questa domanda sto leggendo il libro di Fromm, che ovviamente non mi darà nessuna risposta precisa ma mi butterà tanto fumo negli occhi, a suon di paroloni e grosse teorie dai nomi possibilmente astrusi.
Io sto usando Fromm e teorie sociologiche di rilievo per parlare di una normalità cittadina, quotidiana, sicuramente abusata nelle sue forme grammaticali più che in quelle reali, ammesso che ne abbia una o più d'una. insomma, bref, devo ammettere che quando gli altri mi dicono che non sono "normale" (magari perchè abbino cibi convenzionali in modi non convenzionali, o perchè mi agghindo con fiorelloni qua e là, o perchè scrivo solo con una penna e deve essere quella penna, o perchè nell'astuccio tengo tutte le biro con la punta rivolta verso destra, o perchè voglio che i limoni vengano tagliati esclusivamente a metà e mai per il lungo), non posso evitare di sentirmi tutta tronfietta, orgogliosa e fiera, perchè in fondo per me la normalità di cui si sente tanto parlare altro non è che quello che fa la maggioranza delle persone, quindi il non essere normali è solo essere diversi, distinguersi per una ragione o per l'altra dalla maggioranza. essere particolari. essere speciali.
una chiazza arcobaleno su fondo monocromo.
però, pnsandoci ben bene, che senso ha sentirmi fiera di sfuggire ad un'etichetta che designa un concetto per me inesistente?!
sono normale?

lundi, août 27, 2007

paradiso perduto

Sono appena tornata dal paradiso (foto qua). sono stata immersa nel verde delle colline senesi per tre giorni, riempiendomi gli occhi di antichi borghi medievali, sorseggiando ottimo Chianti, mangiando i fondamenti dell'alimentazione umana (la bruschetta, alias pane, olio, sale e pomodoro, leggi Pagina 40, un inno alla genuinità) riscoprendone la semplice bontà, e riscoprendo anche il valore ed il sapore dell'amicizia, quella vera, quella con la A maiuscola.
Venerdì io R e D siamo arrivati accolti da nebbia, pioggia e vento...ma il calore dell'accoglienza del Poggiarello ci ha subito riscaldato il cuore, poi il cielo invidioso ha fatto trapelare qualche raggio di sole e io e papà ci siamo tuffati in piscina, e non posso stare a ribadire la bellezza di ogni singolo momento sennò divento mielosa.

La cena
a cena con noi sono venuti C e I, da San Valentino non li vedevo, e qua devo proprio spendere qualche parola sulla bellezza dell'incontro: è stata un'emozione meravigliosa, dopo aver diviso tanta quotidianità, avere bussato alla loro porta almeno 3/4 volte al giorno e avere diritto ad una ciotola a mio nome in casa loro, vderli e godermeli lì in una cornice diversa da quella bretone è stato stranissimo, ma bello, bello bello. Sono belli, ancora più del solito, e io addirittura meno acida (testuali parole di I!). abbiamo riso e scherzato tutti insieme come alla Tribune, o meglio "tutti mi scherzavano" come al solito, e ne ridevamo insieme, questo sì. memorabili le parole di mamma a questo proposito quando ero poco più che una bimba: "mary, da grande tu sarai buffa". chi ha davanti a sè una carriera di medico, avvocato, professore, ricercatore...io buffa. sto ancora cercando il modo di farne una professione...

Poggibonsi
la mattina dopo siamo stati in giro in giro, a Monteriggioni, Casole d'Elsa (dove un ascensore dal parcheggio ti porta direttamente in comune e passando per gli uffici arrivi a una torre su un tetto da cui domini la piazza...strano e anche questo ti lascia senza fiato) e a Poggibonsi, dove ritrovo M, altra amicizia con la A maiuscola, che per l'ennesima volta mi dimostra, con la sua allegria e il suo vivace affetto, quanto l'amicizia non tema le distanze quando c'è voglia di stare insieme. si rubano i secondi, e ogni furto è prezioso, perchè lo porti con te ovunque e sempre.

La prospettiva
una domenica all'insegna delle false partenze (partiamo domenica mattina. restiamo a pranzo, partiamo dopo. meglio partire a pomeriggio inoltrato, ci sarà traffico. prevedono 13 milioni di macchine in strada, meglio dopo cena. inutile restare 6 ore in coda, meglio dormire qua e partire all'alba di lunedì) passata in piscina e a giocare con la mia amica G che mi ha fatto dei tatuaggi bellissimi ma non capiti dai grandi. 3 su 3 la stessa reazione: "hai qualcosa sulla spalla" e nel mentre mi tiravano via la fogliolina accuratamente appiccicata dalla mia stylist.
l'oggetto non cambia, cambia la prospettiva con cui lo si guarda. ai bambini arriva una cosa, ai grandi ne arriva tutta un'altra. io sono ancora dalla parte dei bimbi.

La partenza
gioca gioca, mangia scherza chiacchiera, gira...alla fine insomma si deve partire, perchè c'è anche chi lavora a questo mondo. io R e D lasciamo il Poggiarello a malincuore. io ho dormito 3 ore ma non sono neanche stanca, non ho sonno e non sono ansiosa di tornare alla vita cittadina.
perchè lì si sta veramente bene. il cellulare quasi non sai più cosa sia e il computer ti sembra un concetto futuroide astruso, nonostante tu abbia ogni comodità, anche il collegamento inernet, volendo. è che si sta bene, con se stessi e con il mondo.
Io che sono una fautrice di "la pace interiore devi trovara in te e non fuori di te", ho trovato un particolarissimo nirvana fuori di me...

lundi, août 20, 2007

regressioni

Un'amica lontana, una nonna anche mia.
sono andata a trovare la nonna di F ieri mattina con A; siamo state alla 53esima Sagra della Trota, un appuntamento fisso da una decina d'anni a questa parte.
Bedonia profumava di buono come al solito, si è alzato il vento e sono arrivate le nuvole, ma siamo riuscite non solo a mangiare la trota in piazza, ma anche ad andare a prendere il sole al fiume e persino a fare il bagno. mentre nuotavo, felice, nel gelo, mi tornavano in mente tutte le volte al fiume con gli amici, le chiacchiere e i costumi improvvisati.
poche parole spese in tutto ieri, tranne quelle uscite dalla mia bocca, ovviamente.
non ho sbagliato strada nemmeno una volta, al solito bivio dove io e I andavamo imperterrite a destra, io e A abbiamo preso la sinistra, e la strada per il fiume è stata corta e senza indugi...tanta sicurezza sulle strade di cemento quanta insicurezza nei perigliosi sentieri dell'emotività. bofff, più che insicurezza dubbio, e si sa, il dubbio è profondamente più appassionante della certezza...
a Bedonia si regredisce, non potevamo certo dirlo a 15 anni, ma alla veneranda età di 25 ne acquisiamo pieno diritto, e qualche anno fa abbiamo cominciato ad assaporare la regressione, a farne fonte di esperienza e, senza saperlo, a gustare le domande e le attese in quanto tali.
who cares about the answers? les réponses n'ont aucune importance dans les petits cadres: dans les petites ruelles de la vie, la chose la plus importante c'est regarder les couleurs, les maisons, leurs dessins, leur fenetres et sentir l'odeur des entourages.
sono una gatta, filtro il mondo attraverso il naso.

mardi, août 14, 2007

profumo d'infanzia...

FesTEGGEmenti. il cartello più bello che abbiamo mai prodotto in tanti anni di onorata carriera. fino a questa mattina mi ero dimenticata dell'annuale evento a Tegge in occasione di Ferragosto...il main event dell'estate. poi una telefonata di mammeta mi ha illuminato gli occhi...domani sera ci sarà la festa, la festa di ferragosto, la Festinsieme, la festa in piazza!
Mi ricordo tanti anni fa, quando io e S eravamo delle bimbe, mi ricordo quando settimane prima del 15 iniziavamo a preparare il cartellone, ogni anno diverso; diversa la scritta, diversi i colori, e diversi noi.
Poi arrivava il grande giorno, quante ore per decidere come vestirci, io e S a buttare fuori i vestiti dall'armadio di L al grido "questo no", "questo no", "questo no", "questo...forse".
poi ci fiondavamo in piazza, sul muretto, a fare le foto di rito, e ad aspettare il trattore, e poi finalmente andavamo tutti quanti giù a prendere la porchetta, strombazzando e urlando come bambini, come matti, come era bello...
Anno dopo anno e festa dopo festa siamo cresciute, e diventate delle ragazzine, poi delle ragazze, e ora che siamo donne, la vita da grandi ha preso il sopravvento, e la festa paesana è stata accantonata. abbiamo smesso di fare i cartelloni, siamo cresciute e abbiamo smesso di giocare con i colori.
E forse è vero, quando si cresce un po' si regredisce, e allora io mi ritrovo oggi, emozionata come allora, a pensare come sarà domani sera, e chi ci sarà e cosa si ballerà...e sicuramente domattina mi alzerò un'ora prima per decidere come vestirmi.
E mi chiedo perchè alcuni di noi crescono e non potacciano più con i colori...non è bello sentire il profumo dei colori? è così emozionante sentire la tempera tra le dita, fantastico sperimentare colori nuovi, nuovi miscugli, nuovi potacci...

lundi, août 13, 2007

single e...felice?!

Un'uscita con S. mi ha fatto pensare in maniera un po' più approfondita ai rapporti uomo-donna, la puntata di sex & the city di questa notte mi ha infine risvegliato sentimenti sopiti.
si parla di almeno 12 anni fa...per qualche anno da allora sono stata single e assolutamente infelice, andavo alle feste (che poi quando hai 30 anni comiciano a chiamarsi party, mentre il "qualcosa da bere" si trasforma in un sofisticato "cocktail") sperando di conoscere qualche ragazzino che destasse il mio interesse ma, cosa più importante di tutte, che scegliesse me, proprio proprio me, in mezzo alla marea di ragazzine che si dimenavano in spazi cubi ridicoli e pieni di fumo. mai successo. certo, ora che sono cresciuta e che hanno proibito il fumo nei locali pubblici ne capisco il motivo...c'era troppa nebbia. sicuramente la motivazione era la nebbia.
anyways, se allora c'era una cosa che desideravo era avere un fidanzat(in)o, per poterlo avvisare se andavo a trovare mia nonna all'ora della nostra telefonata quotidiana, per aspettarlo all'uscita di scuola e per fare i calins. per tutti gli anni del liceo invece, l'unico ragazzo che mi è mai venuto a prendere a scuola ha sbagliato scuola. "ma non facevi il tradizionale?!" "no. faccio il linguistico" rispondo serafica, ma non è tranquillità, è rassegnazione.
e sì che a 14 anni era normale essere single, ma non lo era per me. io infatti, secondo la mia tabella di marcia, ero non in ritardo, ma in ritardissimo. la mia tabella prevedeva un fidanzamento di almeno 4/5 anni prima del matrimonio, volendo un anno di convivenza (ma questo era facoltativo) e poi matrimonio, magari un anno senza figli, poi figli. uno per iniziare, ma meglio se alla fine ne saltavano fuori 2 o 3. io in realtà propendevo per 4, 2 maschi e 2 femmine ovviamente, magari un paio gemelli.
non ero matta, ero solo una precisa. la mia tabella era per l'appunto meticolosamente studiata per evitare il salto generazionale genitore-figlio, e pensavo che avere figli a 19 anni potesse essere un'ottima idea, e che avrei così centrato il mio scopo.
poi non so cos'è successo...ah sì, lo so. non ho trovato un fidanzato in tempo, ecco cos'è successo.
in ogni modo, a 25 anni un giorno camminavo in una via del centro di Milano e, guardando dei ragazzini, mi sono trovata a borbottare a mezza voce "ma guarda te che generazione, sembrano usciti in serie da una fabbrica...tutti con il culo di fuori". non avevo ancora finito la frase che già mi vedevo davanti lo spettro del suo più profondo significato...ero vecchia! il salto generazionale mi aveva colpita lo stesso, sonoramente e in una giornata assolata di luglio! un salto generazionale di ben 5 anni, a dire tanto...! e allora ho capito che non trovare un fidanzato mentre giocavo ancora con la Barbie è stata una vera fortuna, in fondo non avrei potuto fare figli a 5 anni, e se non avessi avuto la barbie Fior di Pesco e la barbie Milleluci la mia persona ne avrebbe risentito molto di più di quanto non ne abbia risentito stando, io credevo, single e infelice.
Ora mi avvicino alla 30ina (mi fa specie dirlo ma riesco a scriverlo, anche se per riuscirci sto fumando e bevendo martini alle 3 di pomeriggio...), sono single e felice.
anche se, in fondo in fondo, quella speranza di trovare il ragazzo che sbuca dal fumo per venire proprio proprio verso di me, non è ancora estinta.

jeudi, août 09, 2007

my today crush



mercredi, août 08, 2007

Crush

Un sogno premonitore, un'altra cotta. questa volta per la vita, le relazioni, il web, le esperienze, la condivisione. in un modo o nell'altro qualcuno questa notte un post con titolo "crush" doveva farlo, la notte lo chiama, il buio lo reclama e il giorno lo vedrà, ma chissà sotto quale luce, sicuramente diversa...chissà perchè lo stesso pensiero appare così diverso di giorno e di notte...
Quanto tempo che desideravo la mia vita esattamente così com'è ora, e ora che è esattamente come desideravo che fosse sono già stanca. è incredibile come la novità stanchi velocissimamente. e anche il cambiamento, e i cambiamenti. poi la stabilità, se arriva. e se arriva? bel problema. voglio le mie crush, non voglio la realizzazione dei miei desideri, ma i desideri. ecco cosa voglio davvero, continuare a sognare, continuare a desiderare.
Settembre '99, le prime lezioni di filosofia morale, un Lambertino che avrei sposato anche se io avevo 19 anni e lui quasi un'ottantina, e solo pochi mesi dopo questo straordinario uomo faceva entrare nella mia vita un concetto che mai avrei creduto potesse diventare così fondamentale: la fruitio boni. fruitio boni! frutio boni!! davvero affascinante...

mardi, juillet 24, 2007

La vacanza, quella vera

Dopo la vacanza nella mia città, si parte per la vacanza vera. noi, il mitico quintetto. con qualcuno in più, e qualcuno in meno. Prima tappa Ebersmunster, a sentire l'ela cantare nel coro, nella fresca abbazia di questa caliente cittadina franco-tedesca...che strano binomio.
http://www.flickr.com/photos/70525313@N00/sets/72157600981158359/
dopo il concerto ci prendiamo su l'ela e andiamo tutti a heidelberg, due giorni tra castello, shopping, ristorante greco e l'immancabile Vetter, ma...nemmeno il Neckar perchè è pure piovuto...
http://www.flickr.com/photos/70525313@N00/sets/72157600978754188/
poi...beh, poi il resto è storia. finalmente io papà e mamma arriviamo a Prigi, quella vera, con la Tour Eiffel, Montmartre, Pompidou e rue Mouffetard e altre mille luci.
sotto un cielo francese e un po' incerto, camminiamo fino ad avere i piedi da marina di giorno, e ogni sera una serata diversa. ogni sera una serata più bella.
http://www.flickr.com/photos/70525313@N00/sets/72157600976085298/

lundi, juillet 23, 2007

A volte ritornano...

Lunga assenza dal blog. sono a Rennes adesso, di nuovo a casa mia ma con la consapevolezza di doverla lasciare venerdì alle 10 in punto, dopo l'état de lieu. è una sensazione strana, per una volta ancora non realizzo quello che sta accadendo, dovrei già iniziare a togliere poster, fotografie, ritagli di giornale, ricette e articoli strani dai muri alti 5 metri, e invece sono qua sulla "mia" scrivania a scrivere sul mio blog, che ormai è indissolubilmente legato a questa città e a questa connessione super-veloce, niente a che vedere con Infostronza...comunque, mi sto perdendo...dove sono stata tutto questo tempo? odio chi si fa le domande da solo poi risponde, e poi faccio uguale. sono tornata a casa alla fine di giugno, partita da qua con 8 gradi sotto la pioggia ed atterrata a Malpensa con 35 gradi e una grossa sorpresa...i miei Bubini ad aspetarmi!! e dire che non ho quasi nemmeno visto i cartelloni, non ho scusanti, lo so.
poi cene di famiglia, concerti in Pilotta (un Concato meraviglioso e inaspettatamente showman, e una Dionne energetica e coinvolgente ma troppo breve), aperitivi pochi, camminate tante e sbiciclettate ancor di più. era come essere in vacanza a parma.

vendredi, juin 22, 2007

Primo giorno d'estate


Vero, vero...per ogni cosa che finisce ce n'è una che inizia.
infatti se a finire è l'erasmus, ad iniziare è l'estate.
oggi ho dato i miei ultimi esami.
tra il sole, il vento e la pioggia...toujours la Bretagne!

samedi, juin 16, 2007

vendredi, juin 08, 2007

ho anche una vita

Così, dando un'occhiata al blog, ultimamente sembra che io viva su nerd.test...per carità, nelle notti insonni uno o due puzzle di MAW ci stanno (e grazie a Irene non sono migliaia!) ma ho anche una vita al di fuori di nerdtest, dabò. infatti adesso vado a cena, poi a farmi una doccia poi esco.

jeudi, juin 07, 2007

mardi, juin 05, 2007

Un truc de filles

Cosa c'è di più femminile di un pomeriggio shopping?! poco altro. proprio in questa mood io e irene andiamo al centro commerciale Colombier, a vedere, provare, comprare...e mangiare. certo, perchè in un pomeriggio shopping a regola d'atre c'è anche la pausa merenda, (o pranzo, brunch o checchèssia) per riprendersi ovviamente dalle estenuanti fatiche dello shopping.
E tra una fatica e l'altra ci sta la tappa nell'area relax del Colombier, tappeto, piante e poltrone e divani di velluto rosso, comode e belle. aaaaaahhh.

Who's the masteeer???

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dimanche, juin 03, 2007

Tour au Mans

Katiuccia bella, oggi potremmo proprio fare un giretto, vite fait...ma dove? Vitré? no, io ci sono stata venti volte. Pacé? no, io ci sono stata dieci volte. St Malo? ancooora?! Mont St Michel? di nuovooooo?! Tours? troppo lontano! e poi l'idea geniale...andiamo a Le Mans, magari c'è ancora in giro il profumo di Vale, in fondo c'è stato solo una sttimana fa...e andiamo. Aiuuuuuto, tristezza. il centro deserto, la piazza centrale aperta e dilaniata dai travaux, le vie di passeggio vuote, tutti i negozi chiusi...per forza, è domenica. nota positiva: una chiesa in rovina fuori e dentro bellissima, con una cripta suggestiva e anche se non c'era la Porziuncola mi ricordava Santa Maria degli Angeli...e non da meno, un gelato squisito, chantilly ottima, e prendendo il treno prima abbiamo schivato l'acquazzone! abbiamo probabilmente schivato come le pocce la parte bella della città, e una parte bella indubbiamente c'era, perchè una volta tornate in stazione abbiamo visto delle cartoline di Le Mans che illustravano cose che sembravano lontane anni luce da dove eravamo state noi pochi minuti prima. le cose strane della vita, e un posto da rivedere.
http://www.flickr.com/photos/70525313@N00/sets/72157600337589201/

mercredi, mai 30, 2007

A Simona, Luigi e tutti i futuri erasmus a Rennes

L'erasmus sta per finire, o meglio, come ha detto Katia qualche giorno fa molto saggiamente e tristemente, "non voglio che l'erasmus finisca così presto, anche se è già finito".
Dunque, ci sono mille cose da dire ed è difficile perchè non mi sono mai fermata a pensare di trarre un bilancio di questi tanti mesi. all'inizio è stato difficile, i francesi sono piuttosto chiusi e si fa fatica a farsi delle amicizie, ma quel che si dice di loro è vero...una volta che diventi loro amico, quella che nasce è un'amicizia vera. alcuni luighi comuni sono confermati: rarissimi i bidet, e comunque i "cugini" non ne conoscono l'utilizzo, tengono sì la baguette sotto l'ascella, sono grandi mangiatori di crepes e croissant (ancora fatico a capire come ci siano delle ragazze così magre...), e storcono il naso quando entrano in contatto con gli stranieri, o li amano alla follia. nessuna via di mezzo. e sono precisi, e metodici. all'università la burocrazia è un sentiero periglioso, non esitate a chiedere aiuto a chiunque, Relazioni Internazionali, professori e compagni, e non fatevi scoraggiare dai no. state il più possibile con i francesi, certo tra gli stranieri c'è più solidarietà, ma andate a migliorare il vostro francese, o anche no se già è perfetto, e a calarvi in un'altra realtà. certo sempre Europa è, ma non poi così tanto! rennes è una città straordinariamente studentesca, è quasi strano incontrare degli over40...mille bar, ristorantini, biblioteche, concerti, c'è sempre qualcosa da fare, soprattutto durante la settimana, e sperate di non avere corsi il venerdì mattina perchè il giovedì è serata Erasmus. tenete d'occhio il CIREFE, se siete iscritti e anche se non lo siete, batiment E, quarto piano, organizzano serate, gite, atelier, mille cose interessanti. io ovviamente parlo di Rennes2, Villejean, perchè è lì che studio! Ci sarebbero milioni di piccole ruelles da consigliarvi, bar e bevande da dirvi di non farvi scappare, eventi a cui vale la pena di assistere, ci sarebbero milioni di cose da dire, solo ora che inizio a snocciolarle me ne rendo conto...ci si sente travolti, e solo ora mi trovo a pensare davvero che diventa difficile lasciare quella che in qualche strano modo è diventata casa tua...

lundi, mai 28, 2007

r u sexy?

quando fuori piove e fa freddissimo...

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