Avevo già subito una metamorfosi anni fa.
Da eroina romantica a mostro mitologico.
Già in quella metamorfosi avevo perso il mio animo romantico, lo sturm und drang che aveva caratterizzato la mia adolescenza e l'ingresso nell'età "adulta", nella maturità dei sentimenti; ma si sa che io, in quanto a sfera sentimentale, sono maturata piuttosto tardi rispetto alla media nazionale.
Non credevo che subire un'ulteriore metamorfosi fosse possibile, invece mi ritrovo oggi ad affrontarla faccia a faccia, forse sono pronta ad affrontarla anche se sì, mi fa davvero tanta ma tanta paura.
Non scrivo più poesie tragiche sulle mie ansie e le mie solitudini (che sarebbe un bene se qualcuno le avesse mai lette, ma visto che non sono mai uscite dal cassetto, credo che non gliene freghi niente a nessuno...), non riesco più a sentire il profumo di polpa bianca di mela leggendo le poesie di Neruda, non trovo più le attese momenti pieni di mistero e magia, ma mi infastidisco se qualcuno ritarda o se il tizio davanti a me in macchina va ai 40 all'ora senza motivo.
Non osservo più le persone pensando che ci sia un mondo granderrimo e meraviglioso oltre ogni sguardo, ogni sorriso, non colgo più le variazioni dei colori nei refoli di vento che mi sfiorano il viso, ma il vento mi dà fastidio perché mi vanno i capelli davanti alla faccia.
Non mi rapiscono più come prima i modellati serici di Canova, le pennellate di Lautrec o i puntini di Seurat.
Non vedo più i colori nelle emozioni, e non sento i profumi nelle parole, non mischio più le sfere sensoriali.
Tutto questo è tremendo, mi sento superficiale e piatta come un'asse da stiro, mi sento come se la parte di me più "mia", più vera, fosse evaporata. Pouffffffffffff.
E pam, il vuoto assoluto; come un raviolo al vapore senza ripieno.
Ma c'è una cosa che mi consola: una lacrima è scesa davanti ad Amore e Psiche, quindi sì, una speranza c'è, io, da qualche parte, ci sono ancora. Devo solo uscire dal mio blocco di marmo.