...una ragazza partiva per Rennes. quella ragazza sono io.
anche se non amo particolarmente gli anniversari (ma se un mio ipotetico fidanzato se ne dimentica sono cazzi amari per lui) mi fa un certo effetto pensare che esattamente un anno fa stavo partendo per il mio erasmus, con pochissime valigie ma con un sacco di speranze, progetti e nessuna paura.
Del giorno della partenza mi ricordo in particolare due cose:
la prima è che ho iniziato a fare i bagagli la mattina stessa, forse pensavo di andare in gita come alle elementari a Ravenna a vedere il mausoleo di Teodorico, chi lo sa, dopo essere rincasata alle 4 passate di ritorno dal matrimonio di G e L, bagnato e bellissimo, e che mettevo in valigia cose a caso o quasi. giuro che all'alba di 365 giorni non ho ancora idea di cosa mi frullasse in questa pazza testolina;
la seconda è la merenda, anche se chiamarla merenda è riduttivo visto che c'era da sfamare un esercito per almeno due mesi, a San Giusto, tutti e otto insieme. quando siamo arrivati e finalmente le mie mamme si sono conosciute è stato un momento magico, poi la tavola imbandita da M ha aumentato il coefficiente magico del pomeriggio: cioccolata calda fatta in casa, panna fatta in casa -la più buona che io abbia mai mai mai mangiato-, crostini, the, salame piccante, e una scatola di biscotti al cioccolato per me da portare in Francia per le mie colazioni.
E, per la cronaca, le mie coinquiline della prima settimana li hanno fatti fuori in tempi record.
Un anno fa iniziavo un percorso, mi levavo tante soddisfazioni e voglie solo con l'idea della partenza, e avevo così tanta voglia di andarmene che non realizzavo nemmeno a cosa stavo andando incontro. motivo per cui ho fatto i bagagli l a mattina della partenza, credo. smania.
Rennes non è stata una parentesi, è parte integrante della mia vita, sono cresciuta e ho vissuto ogni momento intensamente.
le 10 volte odierne in cui bussavo alla porta di C e I
la mia prima indimenticabile impepata di cozze con raccolta sughetto finale
la mensa
la sortie thabor con N e la nostra gara di foto (miseramene persa)
i ritorni a casa
il viaggio in treno l'antivigilia di Natale, le mie due bionde piccole amiche e D con i suoi dolci sorrisi. avrei fatto volentieri colazione a Roma con te
il concorso fotografico e la premiazione in Municipio. il mio primo discorso in pubblico. in francese
Cirefe
i racconti esilaranti a C e I delle mie (dis)avventure sentimentali
le polacchine
il giorno all'ufficio sanitario quando ho conosciuto A. accento americano e occhi dolcissimi
il mio compleanno, noi cinque come una famiglia
la festa della donna al St Melaine
picchiare il ciclista per ore con la mia pesciolina
G, la sua tenerezza e il brillio dei suoi occhi quando scarta le caramelle
P e le nostre notti insieme, la nostra amicizia
J, Troy in inglese con i sottotitoli in spagnolo e i giri mano nella mano. "oui, chef"
K e le lunghe disquisizioni filosofiche su amore e amicizia
K e P e le nostre notti insieme
le telefonate con le mie stelline lontane ma luminose e vicine
la pizzeria Mondello
il viaggio con i bubini, i campi di colza e Stars sur glace
l'autobus delle 8.12 che arriva alle 8.12
N che dorme sul divano
Attention à la marche, insalatona e leffe
la notte in cui ho creato questo blog
I e il the pomeridiano
la cartolina di D
la moutarde à l'ancienne e gli hot dog da N
all'ospedale da sola, l'operazione e il protossido d'azoto
il cinema, finalmente in lingua originale
P e le sue appassionate/appassionanti lezioni
la pioggia e i cieli bretoni
il lurido
MA, compagna di banco e amica
Battiato che presenta il suo nuovo film
e mi devo fermare da qualche parte, o potrei proseguire per chilometri, giorni interi a scrivere della mia bretagna. questa la mia Rennes.
oggi camminando sullo stradone ho riconosciuto un profumo buonissimo, le prime castagne cadute, i ricci ancora chiusi a terra, e io mi metto a raccogliere le castagne più belle per darle ai miei amici per preservarli dai malanni autunnali e i passanti che mi guardano in modo strano. chissà perchè. un profumo che sa di ritorno a casa, quando abitavo ancora in via R.
ogni via ha un suo odore, rue d'E profumava di freddo anche quando faceva caldo. ma era casa mia, e la strada del ritorno era stupenda, sempre.
2 commentaires:
Ah Marie, che malinconia. partire e tornare. o anche solo partire perchè il problema è davvero che non si ritorna mai. è vero che il viaggio non finisce, ingenuo chi lo pensa. e tutti questi momenti che scrivi riga dopo riga diventano il tuo bagaglio da viaggiatore, le tue valigie pesanti, le rughe sul viso, le cicatrici sul corpo. e i normali sono quelli che non partono mai? e chi sono quelli che non partono mai? I non è partita mai, eppure il suo viaggio lo vedo benissimo...
mi sto divertendo un mondo qui....spero di trovarti su msn per raccontarti un po' di cose...il mio blog si sposta all'indirizzo www.cronachefrancia.blogspot.com
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