Stamattina mi è caduta una cimice in testa.
Ho paura solo di due cose, io: del buio, e delle cimici.
Il mio corpo ha due reazioni diverse a seconda della modalità in cui percepisco la bestia:
a. la vedo
b. la sento
Se la vedo, semplicemente mi paralizzo al solo pensiero che possa muoversi e fare quel dannatissimo rumore ronziettoso che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Se la sento, misi chiude la vena, non mi arriva più sangue al cervello, vado fuori controllo, cerco di scappare il più lontano possibile agitando le mani in modo scomposto e urlando. una lady.
Stamattina mi è caduta una cimice in testa non è proprio esatto.
Stamattina nell'aprire la finestra ho sentito che qualcosa mi era caduto in testa, così mi sono passata una mano sui capelli e, guarda guarda, è caduta a terra una cimice.
L'ho fissata per un momento interminabile (stile ripresa stretta su Ridge espressione intensa in Beautiful), non ho urlato, non sono scappata. ero solo semi-paralizzata.
Il cervello funzionava, quindi mi sono chiesta:
- e adesso cosa faccio?
- la lascio lì?
- ah no ecco, cosa farebbe la fra con un ragno?
- la fra quando ha trovato un ragno gli ha buttato addosso un dizionario e poi è corsa via e ha chiuso la porta della camera.
- io non posso farlo perché non ho una porta da chiudere, e non ho un marito che al ritorno dal lavoro possa alzare il dizionario e rendere la stanza di nuovo agibile.
- e poi se la schiaccio puzza
- la prendo con un fazzoletto e la butto fuori
- eh sì certo, come se fosse facile
- non ce la farò mai
- dicevo anche che non ce l'avrei mai fatta a fare la verticale
- posso farcela
Miracolosamente dopo questi mille pensieri la cimice era ancora lì.
Ho preso un fazzoletto, ho raccolto la cimice e l'ho buttata fuori dalla finestra.
Un momento davvero simbolico, per chi mi conosce.
Oggi è una giornata catartica.
Grazie G, è sempre bello bere del vino con te. E lo small talk, anche con te, non è mai small talk.
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